Caso dossieraggio, dalle indagini di Perugia e Roma agli indagati: cosa sappiamo
I magistrati del capoluogo umbro e della Capitale continuano a indagare sulla raccolta illecita di dati da parte di un finanziere distaccato presso la Direzione nazionale antimafia e sui casi riguardanti la Lega e il presidente della Figc Gabriele Gravina. Intanto il ministro della Giustizia Nordio chiede una commissione d'inchiesta parlamentare “per analizzare una volta per tutte questa deviazione presente già dal caso Palamara”. FdI: "Possibile atto eversivo"
- Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha invocato la commissione d’inchiesta parlamentare sul caso del presunto dossieraggio su cui sta indagando la Procura di Perugia, guidata da Raffaele Cantone: “Credo che a questo punto si possa e si debba riflettere sulla necessità dell'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta con potere inquirente per analizzare una volta per tutte questa deviazione evidente già dai tempi del caso Palamara”
- Tra i particolari che la procura perugina dovrà approfondire c'è anche la "pratica" che Striano aveva svolto sui fondi della Lega. Al momento, in base a quanto filtra, i pm umbri non avrebbero sollecitato invio di atti da Milano né hanno inviato documentazione nel capoluogo lombardo. La vicenda dovrebbe essere quella legata alla Lombardia Film Commission e a diversi personaggi del mondo leghista: nell'atto di comparizione sono citate diverse Segnalazioni di operazione sospette consultate da Striano sulla vicenda
- Parallelamente, a Roma, i magistrati stanno indagando sul presidente della Figc, Gabriele Gravina, al quale contestano l’accusa di autoriciclaggio. Gli inquirenti, che lo hanno interrogato mercoledì pomeriggio, stanno ora analizzando il materiale messo a disposizione da Gravina tra cui una memoria e una serie di atti compresi dei bonifici. Da valutare la competenza territoriale: i pm capitolini potrebbero inviare l’incartamento a Milano, dove è avvenuto l'acquisto di un appartamento da parte di Gravina, o a Firenze dove ha sede la Lega Pro
- L'inchiesta nasce dalla denuncia di Guido Crosetto, presentata alla fine di ottobre 2022, dopo che il quotidiano Domani aveva pubblicato articoli con informazioni molto precise e dettagliate sui patrimoni attribuiti a lui e all’azienda di cui era titolare prima di ricevere l’incarico di governo. Attraverso la denuncia il ministro della Difesa chiedeva di verificare chi e come fosse stato in grado di raccogliere quelle informazioni “non a conoscenza di chiunque”, come ha dichiarato Cantone
- Inizialmente l’indagine era condotta dalla Procura di Roma, perché lì era giunta la denuncia di Crosetto e perché lì si erano compiuti i reati ipotizzati. Sono stati i pubblici ministeri romani a individuare il tenente della Guardia di finanza Pasquale Striano, distaccato presso la Direzione nazionale antimafia, come il responsabile delle interrogazioni al Sistema dell’Agenzia delle entrate da cui erano stati prelevati i dati pubblicati da Domani
- Tra le banche dati consultate da Striano ci sarebbe il Sos della Direzione nazionale antimafia, soglia che indica la segnalazione di operazione sospetta, cioè quella che potrebbe essere finalizzata al riciclaggio o al finanziamento del terrorismo
- Ma quindi perché l’inchiesta è poi passata nelle mani dei magistrati di Perugia? Quando è stato interrogato dai pm romani, Striano ha risposto chiamando in causa il sostituto procuratore della Dna Antonio Laudati, responsabile del Gruppo investigativo presso cui era collocato, e dunque l’indagine è passata per competenza alla Procura di Perugia
- Per ora la Procura di Perugia ha iscritto sedici persone nel registro degli indagati, tra i quali Striano e Laudati. Nei loro confronti si ipotizzano i reati di accesso abusivo a sistemi informatici, abuso d’ufficio e falso. Per altri fatti Striano risponde di accesso abusivo e violazione di segreto in concorso con altri indagati, tra i quali alcuni suoi colleghi o conoscenti
- Tra gli indagati, per ulteriori episodi, ci sono quattro giornalisti, tre dei quali del quotidiano Domani, accusati di concorso in accesso abusivo ai sistemi informatici, in qualità di istigatori delle interrogazioni relative alle Sos e altri dati contenuti negli archivi a cui il finanziere poteva attingere
- Intanto fonti di via Arenula precisano che il ministro Nordio non parteciperà oggi, nè in presenza nè da remoto, alla Leopolda di Firenze. "Alle 10 di questa mattina il ministro Nordio mi ha confermato personalmente la sua partecipazione alla Leopolda. È ovvio che il Ministro ha avuto pressioni politiche per annullare - commenta Maria Elena Boschi - Dispiace soprattutto perché questa Leopolda - forse la più partecipata di sempre - lo avrebbe accolto con piacere. E rifiutare un B non è nello stile di Nordio. Peccato"
- Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera, commenta: "Di fronte a questa preoccupante attività di spionaggio la posizione defilata della sinistra, e in particolare modo del Pd, lascia perplessi. Appare essere stato messo in atto un tentativo di condizionare la composizione del governo Meloni, con l'acquisizione illecita e la diffusione strumentale di notizie false. Se così fosse si configurerebbe un atto di natura eversiva". Oggi invece la Lega ha chiesto una commissione d'inchiesta: "Siamo stati spiati ripetutamente perché scomodi"