Perugia, indagine per politici e vip spiati. Per i pm nessun dossier

Cronaca
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La procura del capoluogo umbro, guidata da Raffaele Cantone, sta indagando sugli accessi abusivi alla banca dati delle Segnalazioni di operazioni sospette della Procura nazionale antimafia del finanziere Pasquale Striano, che avrebbe cercato informazioni su politici, personaggi del calcio e dello spettacolo. Insieme a lui sono indagate una quindicina di persone, tra cui un magistrato e alcuni giornalisti. “Necessaria un'immediata ispezione per valutare provvedimenti straordinari”, ha dichiarato il senatore Gasparri

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Ministri dell’attuale governo, politici, ma anche personaggi del calcio e dello spettacolo. La lista di persone finite sotto il mirino del finanziere Pasquale Striano quando era in servizio alla Procura nazionale antimafia, attività ora sott’indagine presso la procura di Perugia, è piuttosto lunga e comprende ministri e politici come Guido Crosetto (dal cui esposto presso la procura di Roma è partita l’indagine), Francesco Lollobrigida, Marina Elvira Calderone, Gilberto Pichetto Fratin, Adolfo Urso, Marta Fascina, Giuseppe Conte, Matteo Renzi, ma anche Fedez, Cristiano Ronaldo, Andrea Agnelli, Gabriele Gravina e Massimiliano Allegri. Secondo le prime ricostruzioni fatte dalla procura del capoluogo umbro, tali informazioni deriverebbero da circa 800 accessi abusivi alla banca dati relativa alle Segnalazioni di operazioni sospette. Tuttavia, al momento non risulta che siano stati realizzati dossier sui personaggi monitorati.

Cosa sappiamo

Secondo i magistrati del capoluogo umbro, guidati da Raffaele Cantone, sarebbero abusivi gli accessi al sistema informatico delle cosiddette Sos, le operazioni ritenute sospette che gli operatori finanziari sono tenuti a segnalare e sulle quali poi deve fare luce la magistratura per stabilire se rappresentino qualcosa di illecito o si tratti di normali transazioni. Una sorta di ricerca a strascico che Striano avrebbe compiuto spesso, secondo quanto accertato fino ad ora, non trovando però notizie rilevanti. Ancora da stabilire, invece, le ragioni che lo hanno portato a svolgere frequentemente queste ricerche: insieme a lui sono indagati un magistrato e 15 giornalisti, tra cui tre del quotidiano Domani, Giovanni Tizian, Nello Trocchia e Stefano Vergine. “Sono finiti sott’inchiesta semplicemente per aver fatto il loro lavoro di giornalisti di inchiesta. Quello che gli viene contestato, non è di aver scritto falsità o di aver diffamato qualcuno, ma di aver realizzato inchieste giornalistiche con carte vere ottenute da fonti giudiziarie e per questo rischiano fino a 5 anni di carcere. Un attacco alla libertà di stampa”, ha dichiarato l’Usigrai. Emerge però anche come Straino non abbia ricevuto denaro da chi ha eventualmente fornito le informazioni.

Spiati anche personaggi dell'economia 

Tra gli spiati anche nomi di personaggi di primo piano del mondo economico del Paese, sui quali ha compiuto accessi ritenuti abusivi alle banche dati in uso alla procura nazionale antimafia Striano, ufficiale di polizia giudiziaria già comandante del gruppo Sos trasferito ad altro incarico in seguito all'indagine della procura di Perugia. Emerge dall'invito a presentarsi ai magistrati del capoluogo umbro, con i quali si è però avvalso della facoltà di non rispondere. I capi d'accusa, alcuni contestati in concorso con il magistrato Antonio Laudati, sono contenuti in oltre una sessantina di pagine. Autonomamente Striano è accusato dell'accesso abusivo alle banche dati per "consultare le informazioni" relativi a politici ma anche personaggi del mondo economico. Quasi tutte per individuare la presenza di segnalazioni per operazioni sospette. Nell'elenco compaiono il presidente di Confindustria Carlo Bonomi e Vittorio Colao ma anche Letizia Moratti.

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La difesa e i risvolti politici

Il suo difensore ha sottolineato in passato che il tenente "si è sempre mosso nell'alveo delle regole e seguendo le direttive che gli arrivavano", precisando inoltre che “non sappiamo nulla di dossier". L'indagine ha però già avuto i primi commenti politici. "Io credo che bisognerebbe dar luogo ad un'immediata ispezione e valutare se debbano essere poi assunti provvedimenti straordinari per la guida di questo organismo che pare essere sfuggito al controllo" ha affermato il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri parlando della procura antimafia. "Non è possibile che soltanto un maresciallo della guardia di finanza abbia potuto scorrazzare dentro banche dati compiendo atti che sembrano assolutamente fuori da qualsiasi regola", ha poi aggiunto. A suo dire, “questa vicenda getta un'ombra su questa fondamentale istituzione".

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