Strage Erba, udienza revisione processo rinviata al 16/4. Marzouk: Rosa e Olindo innocenti

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È stata la difesa a chiedere il rinvio per rispondere adeguatamente al pg e all'avvocato generale. I legali della coppia puntano su nuove prove che, a loro avviso, potrebbero portare all’assoluzione dopo 18 anni. L'accusa: "Non sono fatti nuovi dal punto di vista probatorio". Azouz Marzouk, marito e padre di due delle vittime, arrivando al Palazzo di Giustizia di Brescia ha detto: "Inizialmente pensavo che fossero colpevoli, poi già nel primo anno dopo il massacro ho cambiato idea"

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Comincerà a parlare il 16 aprile la difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi nel processo in cui si discutono le istanze di revisione del loro ergastolo per la strage di Erba dell'11 dicembre del 2006. L'udienza di oggi, svoltasi nell'aula del Palazzo di Giustizia di Brescia, è stata rinviata ed è stata in particolare la difesa a chiederlo, per rispondere adeguatamente al pg e all'avvocato generale. I legali della coppia puntano su nuove prove che, a loro avviso, potrebbero portare all’assoluzione dopo 18 anni. In aula c'erano sia Olindo che Rosa, in carcere dal gennaio 2007: i due in un primo momento avevano confessato per poi ritrattare. "Siamo di fronte a una manifesta inammissibilità delle richieste di prova" da parte della difesa, ha detto l'avvocato generale dello Stato Domenico Chiaro che, insieme al procuratore generale di Brescia Guido Rispoli, rappresenta la pubblica accusa. Inoltre, ha aggiunto Chiaro, "l'istanza a firma del sostituto Tarfusser è totalmente inammissibile perché redatta e depositata da un soggetto non titolare". Per uno dei legali dei coniugi Romano, Fabio Schembri, il pg e l'avvocato dello Stato "sono entrati nel merito delle prove" per sostenerne l'inammissibilità e "significa che tanto inammissibili non sono", ha aggiunto, "lo dimostreremo il 16 aprile".

Per avvocato dello Stato nessuna nuova prova

Quelli presentati dalla difesa di Olindo e Rosa per chiedere la revisione del processo sulla strage di Erba "non sono fatti nuovi dal punto di vista probatorio" secondo l'avvocato dello Stato Domenico Chiaro, così come le intercettazioni che "non assurgono a dignità di prove". Per quanto riguarda il presunto deficit mentale di Rosa Bazzi "c'è il sospetto che ci fosse interesse" da parte dell'imputata "a rispondere in modo scorretto ai consulenti. Non sa dov'è il Brasile, in Spagna, ha risposto". E Olindo "inizialmente era apparso non avere rimorsi, poi la ritrattazione. Dategli l'Oscar a questo punto".

"Frigerio non ebbe falsi ricordi"

Inoltre secondo Chiaro non ci fu "nessun falso" ricordo nella testimonianza di Mario Frigerio che per primo fece il nome di Olindo Romano e che rimase gravemente ferito nella strage. "Lo disse tre volte" ha detto il magistrato. "Le sue dichiarazioni non cambiano, non perdono pezzi", come sostenuto dalla difesa.

Pg: "Non c'erano aggressori nella casa della vicina"

Il pg di Brescia Guido Rispoli ha poi sostenuto che, contrariamente a quanto detto dalla difesa, cosa che cambierebbe la dinamica dell'eccidio di Erba, Valeria Cherubini, vicina di casa delle vittime e moglie del supertestimone, Mario Frigerio, non fu colpita mortalmente nel suo appartamento al piano di sopra rispetto a quello del massacro ma mentre fuggiva, come ricostruiscono le sentenze. "Non c'era nessun aggressore in casa, e Valeria Cherubini in stato di incoscienza per il colpo subito, era salita nella sua casa, la sua tana per rifugiarsi", dove morì, come detto dal consulente in primo grado. Rispoli ha contestato che nelle consulenze scientifiche sulla scena del delitto della difesa della criminologa Roberta Bruzzone siano state usate metodologie che all'epoca dei fatti non esistevano. "Le macchie si sangue e la scena del crimine sono elementi già in possesso dei giudici precedenti ed erano già stati analizzati compiutamente".

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Pg: "Inverosimile la pista sulla criminalità organizzata"

Inoltre un regolamento della criminalità organizzata è "assolutamente inverosimile" per spiegare la strage di Erba secondo Rispoli che, nel suo intervento, ha contestato tutti gli elementi portati dalla difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi. "Devo fuggire dal secondo piano, vado a mettermi in una corte chiusa, con la macchina lontano; le armi sono state spranghe e un coltellino di piccolo cabotaggio. Poi uccidere un bambino, per quale motivo?", "Mando a fare una cosa di questo genere per un ergastolo infamante come lo sono tutti, ma questo ancor di più?", ha chiesto il magistrato, che ha ricordato come in un'intercettazione dell'ordinanza di custodia cautelare che portò in carcere Azouz Marzouk l'uomo dopo l'eccidio non mostrò alcuna preoccupazione per sé stesso: "Sono i giorni più belli della mia vita", disse a bordo di un'auto con altre due persone qualche mese dopo la strage.

Pg: "Sui coniugi Romano una cascata di prove"

Rispoli ha parlato in aula di "una cascata di prove" a carico di Olindo Romano e Rosa Bazzi "che credo sia impossibile con questo processo di revisione ribaltare". Il magistrato ha aggiunto anche di trovare "odioso provare a mettere in mezzo la famiglia Castagna, parti lese di un crimine orrendo".

stefano-nazzi

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Azouz Marzouk: "Credo non sia stata fatta giustizia"

"Sono emozionato, stiamo avendo la nostra rivincita. Inizialmente pensavo che Olindo e Rosa fossero colpevoli, poi già nel primo anno dopo il massacro ho cambiato idea e ora credo che non sia stata fatta giustizia. Oggi possono riparare", ha detto Azouz Marzouk, marito e padre di due delle vittime della strage di Erba, entrando nell’aula di Brescia. "La pista della droga è quella che tutti vogliono far credere, ma mi danneggia visto che mi sto trasferendo in Italia. Credo non sia stata fatta giustizia e ora spetta ai giudici farla". "Sto facendo questa lotta per tutti", ha detto ancora il marito di Raffaella Castagna. "È un errore giudiziario? Non lo so. Ma questa giornata è importante anche per mio figlio, per Raffaella e per le altre vittime". Marzouk ritiene che ad uccidere la moglie e il figlio siano stati "dei professionisti".

Legale di Marzouk: "È in aula per cercare la verità"

"È indiscutibile che in un modo o nell'altro il delitto possa fare riferimento al mondo di Azouz, che è un fatto nuovo", ha detto poi uno dei legali di Marzouk, Luca D'Auria. "È qui per capire. È qui per capire come vittima, come uno che cerca la verità ed è molto scosso, un ruolo che mai gli è stato riconosciuto". D'Auria e l'avvocato Solange Martignoli chiedono che sia sentito un tunisino amico di Marzouk che ritiene la criminalità organizzata l'humus in cui è maturata la strage

ERBA - STRAGE ERBA: MOGLIE ROMANO, NON SIAMO ASSASSINI -  Olindo Romano - il netturbino che e' finito all'attenzione pubblica a causa degli screzi avuti con Raffaella Castagna, uccisa a Erba con altre quattro persone - fotografato oggi a Erba . 

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Castagna: "Parole di Azouz offendono le vittime"

Intanto Giuseppe Castagna, parente di tre delle vittime della strage di Erba, contattato al telefono ha criticato le parole di Azouz Marzouk, marito di sua sorella Raffaella, uccisa con il figlio Youssef. Castagna ha definito l'affermazione di Azouz Marzouk "sto facendo questa lotta per tutti" "offensiva per le vittime ma anche per noi che in questi anni abbiamo difeso la verità". "Azouz in tutta la sua vita, prima e dopo la strage ha sempre e solo lottato per se stesso - ha aggiunto - Prima ha lasciato sola Raffaella ad affrontare i vicini e a difendere suo figlio, dopo ha lottato per monetizzare al meglio il suo status di vittima".

Legale dei Castagna: "Chiudere oggi questa vergogna"

"Olindo e Rosa Bazzi sono colpevoli, almeno oggi si dica fine a questa vergogna", ha detto poi Massimo Campa, difensore di parte civile della famiglia Castagna. "Ventisei giudici hanno confermato che hanno ammazzato quattro persone, quasi cinque - ha aggiunto Campa - Siamo stati diffamati, aggravando il dolore di chi ha visto uccidere le persone che amava: tanti ne abbiamo portati a giudizio, compresi i leoni da tastiera". "Il nuovo non esiste, è commedia dell'arte, ma drammatica, ha concluso l'avvocato. "Il movente è l'odio, gretto, maturato male come dicono le sentenze". Nella casa dell'eccidio "non c'è mai stato spaccio".

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