Città a 30 all'ora, direttiva Mit: "Regolare circolazione strada per strada"
La scelta di Bologna, che dal 16 gennaio ha deciso di mettere il limite dei 30 km/h in tutte le strade cittadine più densamente popolate, ha fatto discutere. E ora il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, guidato da Salvini, chiarisce: "Qualsiasi fissazione generalizzata di limiti di velocità nel contesto urbano risulta di per sé arbitraria". Video-call tra Salvini e Lepore: avanti nel monitoraggio
- Le ordinanze del Comune di Bologna, che istituiscono in città il limite di 30 km/h, hanno scatenato il dibattito. Tanto che sul tema è intervenuto il Mit, chiarendo, con una direttiva che "qualsiasi fissazione generalizzata di limiti di velocità nel contesto urbano risulta di per sé arbitraria"
- "L'imposizione generalizzata di limiti di velocità eccessivamente ridotti - si legge nella direttiva del Mit - potrebbe causare intralcio alla circolazione e risultare pregiudizievole sotto il profilo ambientale, nonché dell'ordinata regolazione del traffico, creando ingorghi e code stradali"
- "La regolazione della circolazione stradale deve essere operata in maniera capillare, in ragione delle precipue caratteristiche di ciascuna strada o tratto di strada”, precisa ancora il Ministero. "La ponderazione dei limiti di velocità deve essere valutata non solo rispetto all'innalzamento del limite massimo di velocità da 50km/h a 70km/h, ma anche rispetto all'introduzione di limiti massimi inferiori a 50 km/h"
- Nella direttiva il Mit elenca poi "le principali condizioni per abbassare il limite di 50 km/h":
- assenza di marciapiedi e movimento pedonale intenso;
- anormali restringimenti delle sezioni stradali;
- pendenze elevate;
- andamenti planimetrici tortuosi tipici di nuclei storici e vecchi centri abitati;
- frequenza di ingressi e uscite carrabili da fabbriche, stabilimenti, asili, scuole, parchi di gioco e simili;
- pavimentazioni sdrucciolevoli o curve in vario modo pericolose
- "I provvedimenti adottati dagli enti proprietari delle strade - si legge ancora - devono essere informati, a pena di illegittimità degli stessi, ad un approccio capillare, consistente nell'introduzione di deroghe rispetto al limite generale dei 50 km/h solo per aree delimitate, perché solo tale approccio consente di fornire adeguate motivazioni in ordine alle ragioni che giustificano il ricorso ad una diversa regolazione del traffico, a tutela di primarie esigenze della collettività"
- "Analogamente, si giustificano anche deroghe al predetto limite generale dei 50 km/h temporalmente delimitate, ad esempio in ragione dell'esigenza di imporre limiti diversi da quelli previsti dal legislatore in presenza di afflussi turistici nei periodi di alta stagionalità, ovvero in coincidenza con flussi straordinari di traffico", spiega la direttiva
- La direttiva, con le precisazioni, è stata inoltrato ai ministeri competenti e all’Anci
- Bologna, guidata dal sindaco Matteo Lepore, dal 16 gennaio il limite di velocità è sceso a 30 km/h in ambito cittadino. Dopo un periodo di transizione di 6 mesi, il piano è diventato ufficialmente attivo, con la possibilità di multe per i trasgressori. Si va da un minimo di 30 euro ad un massimo di 845 euro
- Secondo quanto scrive l’amministrazione, a 30 km/h la probabilità di incidente mortale per chi è a piedi o in bicicletta diminuisce. La regola vale per tutte le strade cittadine più densamente popolate dove ci sono scuole, ospedali, poliambulatori, case di cura e della salute, mercati e negozi, parchi e giardini, impianti sportivi. I 50 km/h restano nelle strade di scorrimento con un elevato numero di corsie o la presenza dello spartitraffico centrale
- La scelta ha causato uno scontro frontale tra il ministro dei Trasporti Matteo Salvini e il sindaco di Bologna: per il leader della Lega il limite di velocità è una scelta “ideologica e insensata” che rischia di “essere un danno per tutti” i bolognesi. E ora è arrivata la circolare che chiarisce quando si può, o meno, abbassare i limiti
- Dopo la direttiva, c'è stato però un videocollegamento tra Salvini e il sindaco Lepore. Gli staff riferiscono che è stata l'occasione, "in un clima cordiale e costruttivo", per un punto della situazione. Salvini ha ribadito che i 30 all'ora generalizzati non sono coerenti con le indicazioni del Codice della strada e potrebbero causare più problemi che benefici. Il sindaco ha avuto modo di illustrare l'impianto del provvedimento e gli elementi di coerenza con le norme vigenti e con lo schema di direttiva