Mit interviene su "Bologna città 30". Lepore: "Da Salvini fake news"

Cronaca
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Dal 16 gennaio nelle strade più pericolose del capoluogo emiliano non si può superare il limite di 30 km/h. Previsti anche infovelox e telelaser. Legambiente si dichiara favorevole, ma le polemiche contro il piano di sicurezza non si sono ancora fermate e nel dibattito interviene anche Salvini

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Matteo Salvini è intervenuto dopo le polemiche sollevate dal piano di controllo e sicurezza "Bologna Città 30" avviato a partire dal 16 gennaio. In una nota del Mit, il ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti ha criticato il limite di 30 km/h, definendolo “non ragionevole perché i problemi per i cittadini (in particolare per i lavoratori) rischiano di essere superiori ai benefici per la sicurezza stradale che resta comunque una delle priorità assolute”. Il Mit è disposto a confrontarsi con l’amministrazione bolognese, al fine di trovare soluzioni alternative più compatibili con lo stile di vita e le abitudini degli abitanti.

La risposta di Lepore

È arrivata nel pomeriggio la risposta del sindaco di Bologna alle critiche del Mit: “Ci sono tante fake news su Bologna Città 30, che, purtroppo, come ho visto, sono state anche rilanciate dal ministro Salvini. Questo mi dispiace perché il nostro compito nelle istituzioni è quello di compiere scelte coraggiose, rischiando in prima persona, perché sono qui a metterci la faccia, e non nascondersi. Quello che faccio è dire la verità senza ipocrisie e non diffondere fake news per strumentalizzare a scopi politici il mio lavoro”. 

Le polemiche

La nota ministeriale arriva dopo i primi giorni di sperimentazione del progetto. Nonostante le polemiche e i cortei, Lepore e l’assessora Orioli si sono detti soddisfatti della collaborazione dei cittadini. Il sindaco, in risposta ai commenti negativi in merito a una multa in via Azzurra per il superamento di 39 km/h, ha affermato che “la strada ha il limite di 30 da diversi anni, davanti ad una scuola e dove un anno e mezzo fa è morta una donna”. Ha, poi, chiarito che “l’obiettivo non è fare cassa, ma ridurre gli incidenti”. 

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Il progetto

“Bologna Città 30” è il nuovo progetto promosso dal comune di Bologna e dal suo sindaco Matteo Lepore per “sensibilizzare la città”, “salvare vite”, “promuovere la mobilità sostenibile”, “ridurre l’inquinamento” e “fluidificare il traffico”. Le ordinanze sono entrate in vigore il 16 gennaio e hanno interessato 250 strade, le più trafficate, indicate dai cittadini in un questionario di ascolto predisposto dal comune.

Oltre al limite di 30 km/h, gli strumenti che aiuteranno le sei pattuglie impegnate nel controllo della città sono gli infovelox, pannelli luminosi che segnalano ai conducenti se si sta rispettando il limite di velocità, e i telelaser, che avranno la funzione di accertare e sanzionare le violazioni. Il piano si inserisce all’interno di un programma amministrativo più ampio che prevede la riqualificazione e l’incremento degli spazi pedonali e la realizzazione di piazze scolastiche, attività supportate da una solida campagna di comunicazione. 

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Per Legambiente "obiettivi importanti e non rimandabili"

Legambiente si è da subito schierata al fianco del sindaco Lepore, esprimendo il suo sostegno nei confronti di un provvedimento che si ispira alle iniziative già messe in atto in altre città europee, come Bruxelles e Valencia. L’associazione ha aderito al cartello #citta30subito, che ha presentato il disegno di legge “Norme per lo sviluppo delle Città 30 e l’aumento della sicurezza stradale nei centri abitati” in Parlamento. Il presidente Stefano Ciafani sottolinea che “gli obiettivi sono importanti e non rimandabili”. E sulle proteste dei cittadini, aggiunge: “Sono legate alla paura che sempre accompagna il cambiamento e perciò fisiologiche. Siamo sicuri che, superate le resistenze iniziali, i dubbi lasceranno spazio alle certezze”.

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