Ammonta a circa 2,1 miliardi di euro il totale dei danni subiti da famiglie ed imprese a causa dell'alluvione del 2 e 3 novembre in Toscana, che ha inondato case e capannoni, distrutto mobili e impianti, allagato garage, uffici, cantine e magazzini. A fare una stima dei danni è uno studio dell’Irpet (Istituto regionale per la programmazione economica della Toscana)
- Secondo lo studio dell’Irpet (Istituto regionale per la programmazione economica della Toscana), ammontano a circa 2,1 miliardi di euro il totale dei danni subiti in Toscana durante l’alluvione del 2 e 3 novembre
- L’alluvione ha inondato case e capannoni, distrutto mobili e impianti, allagato garage, uffici, cantine e magazzini
- La ricerca è stata condotta grazie ad una rilevazione condotta su abitanti ed imprese di 65 Comuni. Per quanto riguarda le famiglie, i danni sono stati quantificati complessivamente in 661,2 milioni
- Di questi, circa 4,3 milioni sono i costi legati alla compromessa funzione abitativa, cioè quelli sostenuti da chi ha avuto la casa inagibile (condizione che riguarda circa il 2% delle abitazioni dei territori colpiti)
- Accanto a questi ci sono i costi per la manutenzione straordinaria di abitazioni, garage e cantine, quantificata in circa 527 milioni, cui si aggiungono anche i danni, per circa 129 milioni, per la sostituzione di mobili, elettrodomestici, auto e motorini
- Sul fronte delle attività produttive insediate nelle aree investite dal maltempo, la conta dei danni stimati, diretti e indiretti, raggiunge complessivamente, secondo Irpet, 1 miliardo e 340 milioni di euro
- In particolare, all’interno dei costi diretti, che ammontano a 1 miliardo e 189 milioni, si possono annoverare i costi per danni ai magazzini (97,3 milioni), a fabbricati e macchinari (circa 984 milioni) e quelli legati all’interruzione delle produzioni (nella stima è stato calcolato il costo di un mese di blocco: circa 108 milioni)
- Si devono aggiungere a questi, i costi che Irpet definisce indiretti, vale a dire quelli prodotti nel tessuto produttivo dall’interruzione di filiere e scambi commerciali (151 milioni)