Sciopero Cgil e Uil, Landini: "Piazze strapiene contro attacco alla democrazia". FOTO
A Roma in piazza del Popolo la manifestazione organizzata dalle sigle con lo slogan "Adesso basta!" contro la Manovra e le politiche economiche e sociali del governo. Landini: "In questo modo il governo sta portando a sbattere il Paese e noi non lo permetteremo. Siamo noi che con le nostre tasse paghiamo gli stipendi anche a chi è in politica". Bombardieri: "Questa piazza è una risposta di democrazia a chi fa il bullo istituzionale". Cortei di studenti e lavoratori in tutta Italia
- Nella giornata dello sciopero proclamato da Cgil e Uil contro la Manovra e le politiche economiche e sociali del governo Meloni, lavoratori e studenti sono scesi in piazza da Nord a Sud. A Roma c’è stata la manifestazione organizzata in piazza del Popolo dalle sigle con lo slogan "Adesso basta!". Secondo gli organizzatori Cgil e Uil di Roma e Lazio erano presenti almeno 60mila persone
- Una manifestazione promossa dalle due confederazioni "per alzare i salari, per estendere i diritti e per contrastare una legge di bilancio che non ferma il drammatico impoverimento di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati e non offre futuro ai giovani. A sostegno di un'altra politica economica, sociale e contrattuale, che non solo è possibile ma necessaria e urgente"
- "Noi siamo qui perché rappresentiamo la maggioranza di questo Paese, di chi paga le tasse e con il lavoro tiene in piedi il Paese e che oggi non viene ascoltato da questo governo: in questo modo il governo sta portando a sbattere il Paese e noi non lo permetteremo. Noi a differenza del governo abbiamo in testa di dare un futuro al Paese, ai giovani", ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in piazza del Popolo. "Siamo noi che con le nostre tasse paghiamo gli stipendi anche a chi è in politica e nel governo"
- "Tutte le piazze sono strapiene come non si vedeva da anni - ha detto ancora Landini dal palco - Questa giornata è la risposta più bella, forte, intelligente e più ferma che potevano dare a chi ha pensato di precettare e mettere in discussone il diritto di sciopero. Questo è un vero e proprio attacco alla democrazia. E loro non li ha precettati nessuno, hanno scelto di esserci"
- "Questa piazza è una risposta democratica di persone che soffrono, che hanno pagato per essere qui. È una risposta di democrazia a chi fa il bullo istituzionale. Bisogna avere rispetto dei lavoratori", ha aggiunto il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri
- Migliaia di persone hanno manifestato in piazza Castello a Torino nella giornata dello sciopero generale contro la Manovra indetto da Cgil e Uil. Altre manifestazioni si sono svolte ad Alessandria, Cuneo e Novara. Uno spezzone del corteo portava uno striscione d’apertura con scritto: "Riforma Valditara-Genocidio in Palestina: studenti contro il governo"
- "Con la riforma della scuola del governo Meloni l'istruzione pubblica torna indietro di 50 anni e viene fatto un altro grande regalo alle aziende - spiega Caterina Mansueto, presidente della Consulta di Torino - La riduzione della durata del percorso scolastico a 4 anni per i tecnici e i professionali e l'incentivazione della scuola-lavoro con la creazione di campus scuola-azienda sono uno schiaffo in faccia pesantissimo ai 200mila studenti scesi in piazza l'anno scorso dopo la morte di tre loro coetanei in stage"
- Anche a Milano gli studenti si sono raccolti numerosi in largo Cairoli per un corteo che ha attraversato le vie del centro della città con lo slogan: "Ora decidiamo noi" nell'ambito di una campagna permanente "che punta a cambiare materialmente le condizioni degli studenti nella nostra regione e nel nostro Paese gli strumenti per essere realmente parte decisionale sulle scelte che ci riguardano"
- Per la prima volta dopo anni, spiegano i manifestanti, a Milano "scendiamo in piazza come studenti e studentesse non solo in tutta Italia, ma anche insieme a molti Paesi del resto d'Europa. Durante gli ultimi mesi, abbiamo lavorato per creare un coordinamento aperto e indipendente di organizzazioni studentesche europee, con un obiettivo comune: cambiare la scuola per cambiare il sistema". Il corteo, promosso dall'Unione studenti, protesta "contro la scuola del merito" e chiede "un'altra istruzione"
- Si è conclusa in piazza Santissima Annunziata la manifestazione organizzata a Firenze da Cgil e Uil, con molte migliaia di partecipanti - per la questura sono ipotizzabili 8.000 persone - che hanno sfilato da piazza Indipendenza per le vie del centro. "Una partecipazione straordinaria, sulle 50.000 persone, che ha superato le nostre aspettative - ha detto Rossano Rossi, segretario generale della Cgil Toscana
- Un migliaio di lavoratrici, lavoratori e pensionati si sono riuniti questa mattina in piazza Plebiscito a Napoli. "La risposta non può che essere la mobilitazione e lo sciopero, perché - ha detto il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci - buttarla sull'ideologia e la politica, come vuole fare qualche ministro, non significa dare le risposte giuste ai lavoratori, ai pensionati e ai cittadini sui problemi di questo Paese. É una manovra che non ci convince, che non va bene"
- Circa 5mila persone hanno partecipato al corteo di Genova, partito dal Terminal Traghetti e che ha percorso le strade cittadine per concludersi davanti alla Prefettura, dove una delegazione è stata ricevuta dal prefetto. "C'è stata una risposta molto importante anche perché la misura presa del ministro Salvini ha fatto crescere la consapevolezza di lavoratrici e lavoratori su come, in qualche modo, c'è un tentativo di comprimere i diritti, e questi ha aumentato la rabbia", ha detto il segretario della Camera del Lavoro di Genova, Igor Magni
- Presidio organizzato da Cgil e Uil anche a Bari nella centrale piazza Massari dove, secondo i sindacati, c'erano più di 1.500 persone con le bandiere delle due sigle. Sul palco si sono alternati i segretari delle diverse categorie e i lavoratori, che chiedono di "ridare dignità al lavoro, la spina dorsale del nostro Paese". (Nella foto il corteo di Roma)
- Il dito è puntato anche contro la precettazione decisa dal ministro del Trasporti, Matteo Salvini, a Bari per partecipare a un incontro al porto. Proprio per questo una delegazione di 40 lavoratori e lavoratrici si è spostata all'ingresso del porto di Bari per un presidio di protesta contro la precettazione e "per ricordare l'importanza dell'articolo 40 della Costituzione che sancisce il diritto allo sciopero". (Nella foto il corteo di Roma)
- A Perugia mobilitazione in piazza IV novembre, riempita di bandiere dei due sindacati. Numerosi gli interventi, soprattutto con testimonianze di lavoratori di tutto il sistema produttivo umbro e non solo: sanità, trasporti, metalmeccanica, appalti, commercio, cooperazione sociale, ma anche studenti
- Ad aprire gli interventi è stata la segretaria generale di Cgil Umbria, Maria Rita Paggio: "Da troppi anni il salario dei lavoratori è diventato povero, ora e in Umbria ancora di più. C'è anche il tema delle pensioni e della salute, diritti costituzionali che non vengono oggi garantiti in Italia e nella nostra regione. Vogliamo risposte e le vogliamo vere"
- "Adesso basta" è lo slogan della manifestazione: lo hanno gridato più volte dal palco di piazza del Carmine a Cagliari contro la Manovra e contro la precettazione. Ma sotto il palco c'è chi ha fatto già i conti. I pensionati del Sulcis, ad esempio, lo hanno spiegato molto bene. E "adesso basta" è diventato "le pensioni non ci bastano". Precisando che "anche con mille euro, per colpa dei rincari, a volte non si riesce ad arrivare a fine mese". La Sardegna ha risposto con oltre 1.500 persone alla chiamata alla mobilitazione di Cgil e Uil
- A Padova un corteo di studenti delle superiori e dell'università, promosso dalla Rete studenti medi e Udu, ha affiancato la manifestazione dei lavoratori. "Siamo scesi in piazza a fianco di universitari e lavoratori - afferma in una nota Sophie Volpato, della 'Rete' di Padova - per manifestare contro un governo che non fa altro che renderci sempre meno una priorità, con continui tagli alle scuole e un caro studio che diventa ogni anno più insostenibile per gli studenti e le famiglie". (Nella foto il corteo di Roma)