Dove siamo nella sicurezza dei ponti e viadotti del nostro Paese?
Cronaca ©AnsaIl crollo del Ponte Morandi, con le sue 43 vittime, ha rappresentato uno spartiacque nella gestione delle infrastrutture del nostro Paese. Oggi Società Autostrade ha rivoluzionato il modo di fare le ispezioni, più trasparenti, affidandole a società terze. Luca Fontana di ASPI: “Il nostro obiettivo è lavorare sodo per evitare tragedie simili in futuro”. È questo il tema della sesta puntata del programma di Sky TG24 “Dove siamo: 20 anni di notizie per raccontare il Paese”, curato e condotto da Ketty Riga
43 morti, centinaia di feriti e altrettanti sfollati. E poi lo shock di un Paese intero per la più grande catastrofe infrastrutturale che si ricordi. È il crollo del Ponte Morandi di Genova, avvenuto il 14 agosto del 2018, alle 11.36 del mattino. Uno spartiacque nella gestione delle infrastrutture italiane.
A partire dalla stessa Società Autostrade per l’Italia S.p.A. – ASPI – che aveva la responsabilità della gestione e della manutenzione del Ponte Morandi e che dopo il crollo – da società privata interamente controllata dalla famiglia Benetton – è costretta a cedere le sue quote allo Stato (per 9 mld di euro) e tornare nuovamente di proprietà pubblica.
Un cambio che ha investito anche tutta la dirigenza del gruppo, completamente rinnovata dopo i gravi fatti dell’agosto 2018.
Tra i nuovi manager c’è anche Luca Fontana, Direttore Ingegneria e Realizzazione di Aspi, che ci spiega il cambio di passo nella manutenzione e nelle ispezioni di ponti e viadotti introdotti dalla società all’indomani del crollo (LA PRIMA PUNTATA, DEDICATA ALLA 'NDRANGHETA - LA SECONDA, SUI FEMMINICIDI - LA TERZA, SUI TERREMOTI - LA QUARTA SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO - LA QUINTA, SULLA SICUREZZA STRADALE).
ASPI, il nostro impegno è evitare tragedie simili
"Il nostro impegno costante è di evitare che un’altra tragedia simile a quella del crollo del Ponte Morandi possa ripetersi in futuro, dice Luca Fontana. Quando sono arrivato in ASPI ho trovato una società fortemente ferita e con una fortissima volontà di riscatto, di dimostrare che l’azienda si sta rinnovando ed è capace di agire il proprio ruolo di gestore di un bene pubblico così rilevante come Autostrade per l’Italia. Quindi noi abbiamo vissuto diversi mesi subito dopo il crollo dove l’intera organizzazione era impegnata nell’ispezionare tutti i ponti e viadotti per rimediare ad eventuali difetti.
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Crollo Ponte Morandi, il processo e il sistema delle autocertificazioni
Decenni di incuria, scarsi investimenti nella manutenzione, negligenze ed omissioni. Dal processo in corso a Genova per accertare eventuali responsabilità sul crollo del Ponte Morandi, sta emergendo un quadro desolante sulla gestione della struttura da parte dell’ex Società per l’Italia.
Si speculava sulla sicurezza a vantaggio di una spregiudicata politica volta al profitto. Tra gli imputati ci sono ex manager di ASPI, di Spea - l’ex controllata che si occupava delle manutenzioni – del Ministero delle Infrastrutture e del Provveditorato alle Opere Pubbliche.
Pesantissime le accuse: omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, crollo doloso, omissione di atti di ufficio, attentato alla sicurezza dei trasporti, falso e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro.
Nel corso delle udienze è poi emerso come la società in alcuni casi attuasse il cosiddetto sistema delle autocertificazioni sulle ispezioni, grazie al quale si riusciva a diluire i rapporti sullo stato dei ponti per evitare costosi lavori di manutenzione e adeguamento.
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ASPI, la rivoluzione delle ispezioni dopo il crollo
Meccanismo che oggi non potrebbe più essere realizzato, perché ASPI ha avviato una vera rivoluzione sulle ispezioni.
Dal 2018 ad oggi sono cambiate molte cose – aggiunge Luca Fontana – con l’introduzione negli ultimi anni di una serie di linee guida che ridefiniscono in maniera più evoluta e strutturata tutto l’approccio a ponti, viadotti e gallerie. Ma soprattutto c’è stata un’operazione di maggiore trasparenza perché oggi le ispezioni non vengono fatte più con entità interne all’azienda ma attraverso dei bandi di gara di evidenza pubblica selezioniamo delle società esterne che fanno le ispezioni sulle infrastrutture. Tutti i risultati delle verifiche tecniche vengono poi caricate e registrate su una piattaforma pubblica, l’AINOP.
Bisogna considerare che la maggior parte delle nostre infrastrutture sono molto datate, con una media di 50 e 70 anni: ecco perché dopo le prime ispezioni che hanno lo scopo di mettere in sicurezza l’opera c’è poi un secondo momento, di ispezione più approfondita, che ha l’obiettivo di inquadrare l’infrastruttura anche in un’ottica dell’allungamento di vita della stessa.
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ASPI, nessuna infrastruttura ad oggi ci preoccupa
Ad oggi – conclude Luca Fontana - non ravvisiamo alcuna situazione di pericolo e nessuna dei nostri ponti e viadotti ci preoccupa. Abbiamo avviato una grande opera di riammodernamento su migliaia delle nostre opere. Capisco che è difficile essere credibili dopo una ferita profonda come quella del crollo del Ponte Morandi, ma la rete stradale italiana oggi è sicura, lavoriamo sodo per questo e solo così dormiamo ogni giorno sonni tranquilli.