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Filomena Iemma, la madre di Elisa Claps: ritratto di una donna dalla forza senza limiti

Cronaca

Giulia Mengolini

Ottantasei anni, non ha mai smesso di cercare la verità sulla fine della figlia, provando a tenere unita una famiglia spezzata dal dolore. "Filomena è minuta, ma è un gigante. Ha una forza di volontà senza limiti, è come se attingesse a un pozzo senza fondo di risorse", dice Pablo Trincia a Sky TG24

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Per 56 anni, la vita di Filomena Iemma è stata quella di una madre come tante.
Viveva a Potenza, lavorava, amava la sua famiglia, una famiglia semplice e unita. Aveva un marito e tre figli: Elisa, Gildo e Luciano, ed era impiegata al Ministero delle Finanze. Abitavano tutti e cinque in un bilocale a pochi metri dal centro storico della città. Una domenica di settembre, il 12 del 1993, è uscita di casa per andare a preparare un pranzo in campagna senza sapere che da quel giorno le loro vite non sarebbero più state quelle di prima.
Filomena Iemma, una donna magra e minuta, fragile solo in apparenza, è la madre di Elisa Claps, scomparsa da Potenza quel 17 settembre 1993, a 16 anni. Quella mattina la ragazza disse al fratello che sarebbe andata a messa con un’amica, e che poi si sarebbero rivisti per raggiungere insieme i genitori nella loro casa di campagna, ma non tornò più a casa. Un mistero irrisolto per 17 lunghi anni, fino a quando il 17 marzo 2010 i suoi resti furono ritrovati nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza da alcuni operai impegnati in lavori di ristrutturazione. Per il suo omicidio venne condannato Danilo Restivo, accusato nel 2002 anche dell'omicidio di Heather Barnett, una vicina di casa di Borurnemouth, in Inghilterra, paese nel quale l'uomo si era trasferito dopo le voci sul suo conto che si rincorrevano a Potenza.

Filomena, "una donna con una forza di volontà senza limiti"

La madre di Elisa, come lei stessa racconta nel podcast di Pablo Trincia Dove nessuno guarda - Il caso Elisa Claps, ha sempre saputo che sua figlia non sarebbe mai tornata a casa, e non ha mai smesso di cercare la verità. Diciassette anni di dolore e sofferenza, quelli tra la scomparsa e il ritrovamento del corpo vicinissimo a casa, durante i quali non si è mai arresa, dando una lezione di forza e straordinaria dignità. "Filomena è minuta, ma è un gigante. Ha una forza di volontà senza limiti, è come se attingesse a un pozzo senza fondo di risorse. Uno dei motivi per cui podcast ha avuto successo: le persone si sono innamorate di lei", dice Trincia a Sky TG24.

Una famiglia divisa, due modi di affrontare il dolore

Prima della scomparsa di Elisa Filomena era una madre, una moglie e una donna che lavorava. "Poi, all’improvviso, si trova a gestire una situazione molto più grande di lei. Non solo le scompare solo la figlia ma il marito inizia a sprofondare in un profondo baratro", racconta Trincia. Perché mentre lei intraprende una battaglia incessante trasformando il suo dolore in forza per la ricerca della verità, il marito si lascia andare. "La famiglia Claps si divide in due mondi diversi. Quello di Filomena e Gildo: entrambi agguerriti, vanno in tv a parlare del caso, non mollano. E poi quello di papà Antonio e dell'altro figlio Luciano: restano nell'ombra, dietro le quinte. Non hanno forze per reagire". Così Filomena deve fare appello "a tutte le forze che ha per gestire non solo il dolore, ma anche una serie di altre cose molto spiacevoli - come minacce e ricatti" senza poter più contare sul sostegno del marito. Tira fuori "una forza pazzesca, che però inevitabilmente la consuma", racconta Trincia.

Oggi, a 86 anni, continua a dire a gran voce di voler conoscere tutta la verità sull’omicidio della figlia. Perché quella della sua scomparsa è una storia di omissioni, depistaggi e intrighi di una città da cui Elisa non si è mai allontanata. "Ancora oggi", dice Trincia, "Filomena è una donna agguerrita, forte e presente". Oltre a Danilo Restivo, che sta scontando 30 anni in carcere, Filomena è convinta che ci siano molte altre persone che sapevano che Elisa Claps si trovasse da sempre a pochi passi da casa e per 17 lunghi anni non hanno mai parlato, lasciando la famiglia in un’angoscia logorante.

Filomena Iemma.

La lettera alla figlia

''Cara Elisa, potrei parlarti dell'omertà di una città che tenta in tutti i modi di archiviare quanto prima questa penosa per gestire gli intrallazzi”; o del “colore dei tendaggi delle anticamere delle stanze del potere”, o delle “pacche sulle spalle” e o delle “pantomime accompagnate anche da un simulato velo di lacrime”, scriveva Filomena Iemma nel 1999, alla vigilia del sesto anniversario della scomparsa, in una lettera affidata all’Ansa, dove denunciava i silenzi sospetti e i presunti depistaggi intorno alla vicenda della scomparsa di Elisa. “Quando tu eri bambina – scrive – molto spesso pensavo che un giorno, nell’imminenza del tuo maturarti alla vita, avrei dovuto trasmetterti, o cercare di farlo, la mia esperienza, le mie riflessioni, affinché potessero esser parte del tuo bagaglio di vita ed accompagnarti nella stessa. Tutto ciò ci è stato negato, prima da un destino beffardo e poi dal succedersi di alcune vicende. E’ sempre difficile parlare ai figli ed ancor più difficile risulta essere quando l’argomento investe valori e principi fondamentali. Ti chiedo scusa: lo so che a 22 anni, la tua odierna età, risulta difficile accettare la cruda realtà dei fatti e comprendere il concetto di giustizia negata; alla tua età, figlia mia, si è idealisti, e guai a non esserlo; alla mia, invece, l’idealismo si trasformerebbe in stupidità”. 

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La notizia del ritrovamento di Elisa

“Questa è un’altra triste storia. Il 17 marzo tutti sapevano che era stato ritrovato il corpo di Elisa, io l’ho saputo alle 2 (di pomeriggio)”: Filomena racconta così nella quinta puntata di Dove nessuno guarda il giorno del ritrovamento dei resti di Elisa. Ricorda di quando le suonano alla porta due poliziotti e lei pensa le debbano notificare una carta. “Scendo, non salite”. Loro entrano nell’atrio, e “mentre stavo per aprire il portone sento la televisione della signora al pianterreno a tutto volume ritrovato il corpo di Elisa nella chiesa della Trinità… “sono caduta per terra”, dice. I poliziotti la aiutano a rialzarsi, ma neanche loro in quel momento sanno come trovare le parole per dirle quello che in 17 anni ha sempre saputo. Filomena poi risale a casa, “senza capire niente”. Racconta che quando dà al marito la terribile notizia lui prende i piatti che si trovavano sulla tavola apparecchiata per il pranzo e “li lancia fuori” prima di sentirsi male. Il padre di Elisa, racconta Filomena, non è riuscito ad avere la sua stessa forza di reagire per cercare la verità: negli anni si è lasciato andare, logorato dal dolore, e a maggio 2010 non ha partecipato ai funerali della figlia. “Non ci andrò. Resterò qui, a piangerla da solo”, disse. "A causa di tutto quel dolore, il marito si è perso, lei ha dovuto sostenerlo. Inoltre non voleva poi far sentire gli altri due figli abbandonati, voleva esserci per loro. La forza di volontà che ha tirato fuori è incredibile", dice Pablo Trincia. Antonio Claps è morto il 22 gennaio 2014 dopo una lunga malattia. Dopo la sua morte, Papa Francesco ha telefonato a Filomena per esprimerle il suo conforto.  

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La battaglia continua

Filomena non ha mai smesso di cercare la verità sull’omicidio della figlia, e sulle persone che decisero di non parlare, voltando le spalle alla famiglia. “Il corpo di Elisa è stato ritrovato dopo tante peripezie, però ci sono persone che sanno, che sapevano e sanno. Hanno coperto se stessi e hanno coperto il loro circolo. E prima o poi farò i nomi, uno per uno”, dice oggi. “Dicono che col passare del tempo il dolore si affievolisce, non è vero. Più tempo passa e peggio è, più il dolore aumenta, almeno per me è così. Gli anni mi hanno distrutta, consumata. La mia vita non esiste più da quando Elisa non c’è”.

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Filomena Iemma al funerale di Elisa nel 2011. - ©Getty

La fine del suo rapporto con la Chiesa

L’ultimo dolore che la madre di Elisa ha dovuto affrontare è stata la riapertura al culto, il 24 agosto scorso, della Chiesa della Santissima Trinità, luogo del ritrovamento dei resti di Elisa. Una decisione che è stata duramente contestata dalla famiglia Claps: "Non sono sorpreso perché sono stati ladri di verità per trent'anni", ha commentato Gildo, fratello di Elisa, augurandosi che i potentini "rispondano con il coraggio di non entrare in quella chiesa". Anche Filomena si è detta sconcertata dalla notizia. “Per me quella chiesa rimane la tomba di Elisa e le tombe rimangono chiuse”. Negli anni, dopo quello che è stato fatto alla figlia, il suo rapporto con la Chiesa si è interrotto, non è più entrata in una chiesa e ha smesso di andare a messa. "Filomena non vuole più averci niente a che fare dopo aver visto come si è comportata, e ancora si comporta nei loro confronti. Nutre profondo disprezzo per quel mondo", spiega Trincia.

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