Terremoto Napoli, cosa prevede il piano d’evacuazione per i Campi Flegrei
Il 2 ottobre 2023 è stata registrata una scossa con una magnitudo di 4, avvertita distintamente anche a Napoli. Non si sono registrati danni importanti. Il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha sottolineato che nell’area, costantemente sotto controllo perché molto instabile, c’è da anni un piano di evacuazione
- Il 2 ottobre 2023 è stata registrata una scossa di terremoto di magnitudo 4, avvertita distintamente anche a Napoli, che ha avuto come epicentro i Campi Flegrei. Il sisma è avvenuto alle 22.08, a una profondità di 3 chilometri, e ha riacceso la preoccupazione tra la popolazione dell’area
- A seguito della scossa non si sarebbero registrati danni, ma il terremoto avrebbe dato il via a un nuovo sciame sismico nell'area dei Campi Flegrei, seguito da scosse di intensità molto inferiore. “Le energie in gioco stanno aumentando, ma non c'è ancora nessun segnale di risalita del magma in superficie - ha spiegato Roberto Isaia, dell'Osservatorio Vesuviano dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - anche se non si può escludere che a diversi chilometri di profondità non ci sia qualche movimento di piccole quantità di magma”
- Il ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha spiegato che “quella dei Campi Flegrei è un'area costantemente sotto controllo, ed è sotto controllo perché è molto instabile: è il problema di tutta l'area vesuviana”. Ha aggiunto che “contro gli sciami sismici dobbiamo essere pronti qualora dovessero verificarsi situazioni più gravi. Il piano di evacuazione c'è e c'è da anni, anche perché questo non è un problema che nasce oggi”
- Sul sito del dipartimento della Protezione Civile è infatti online la mappa interattiva della zona rossa e gialla per il vulcano Campi Flegrei. La prima è l’area per cui l’evacuazione preventiva è, in caso di “allarme”, l’unica misura di salvaguardia per la popolazione. La seconda è l’area, esterna alla zona rossa, che in caso di eruzione è esposta alla significativa ricaduta di ceneri vulcaniche
- Sono ricompresi in zona rossa i comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto, per intero; parte dei Comuni di Giugliano in Campania, di Marano di Napoli e alcune municipalità del Comune di Napoli. Nell'area vivono circa 500mila abitanti. Questa area è considerata esposta al pericolo di invasione di flussi piroclastici che, per le loro elevate temperature e velocità, rappresentano il fenomeno più pericoloso per le persone
- Nella zona gialla ricadono i Comuni di Villaricca, Calvizzano, Marano di Napoli, Mugnano di Napoli, Melito di Napoli e Casavatore e 24 quartieri del Comune di Napoli. Nell'area vivono oltre 800mila abitanti. Per quest’area potrebbero essere necessari allontanamenti temporanei della popolazione che risiede in edifici resi vulnerabili o difficilmente accessibili dall’accumulo di ceneri
- Nel piano sono previste due fasi: preallarme e allarme. Nel primo caso, le persone che vogliono allontanarsi possono farlo ma solo autonomamente. Potranno trasferirsi presso una sistemazione alternativa (es. seconda casa, da parenti o amici, casa in affitto) ricevendo un contributo economico da parte dello Stato
- Alla dichiarazione di “allarme” tutta la popolazione deve lasciare la zona rossa e può scegliere di farlo in modo autonomo o assistito. Il tempo complessivo stimato per questa operazione è di 72 ore (3 giorni): nelle prime 12 ore si permette alle persone di prepararsi e si predispongono le necessarie misure di regolazione del traffico; nelle successive 48 ore inizia la partenza contemporanea ma cadenzata della popolazione da tutti i Comuni della zona rossa; le ultime 12 ore sono un margine di sicurezza per la gestione di eventuali criticità
- Per chi sceglie di essere assistito è stato definito uno schema di gemellaggio che prevede il trasferimento della popolazione dei Comuni in zona rossa nelle Regioni e Province autonome italiane. In questo caso, lo spostamento assistito delle persone dalle “Aree di attesa” alle “Aree di incontro”, avverrà con pullman messi a disposizione dalla Regione Campania. Il loro successivo trasferimento verso i “Punti di prima accoglienza” nei territori gemellati è previsto con modalità diverse (pullman, treni o navi) a seconda delle destinazioni
- Chi sceglie di spostarsi autonomamente, con il proprio mezzo di trasporto, dovrà seguire solo i percorsi stradali di uscita dalla zona rossa stabiliti nel Piano di allontanamento. Chi sceglie la sistemazione alternativa fornita dallo Stato dovrà proseguire verso i “Punti di prima accoglienza” individuati nelle Regioni e Province autonome gemellate; in alternativa chi sceglie di ricevere il contributo di autonoma sistemazione potrà proseguire verso la sistemazione alternativa individuata autonomamente