Omicidio Giulia Tramontano, l’altra compagna di Impagnatiello: “Avevo paura di lui”
CronacaLa ragazza ha detto agli inquirenti che, dopo aver ucciso Giulia, l'uomo si è presentato sotto casa sua: “Ha iniziato a chiedermi di vederci. Le sue richieste erano talmente pressanti che mi ha accompagnato un collega a casa poiché anche loro erano preoccupati". Dall'analisi dei cellulari emerge che Impagnatiello ha cercato di crearsi un alibi continuando a scrivere sul cellulare di Tramontano anche dopo averla assassinata: "Ti prego, finiscila con questa storia"
Poche ore dopo aver ucciso Giulia Tramontano, Alessandro Impagnatiello si è presentato davanti a casa dell’altra ragazza con cui aveva una relazione parallela, sua collega all’Armani Bamboo Bar di Milano. A rivelarlo agli inquirenti è lei stessa: “Ha iniziato a chiedermi di vederci. Le sue richieste erano talmente pressanti che mi ha accompagnato un collega a casa poiché anche loro erano preoccupati". Impagnatiello si era infatti presentato davanti al suo portone. "Ha iniziato a citofonare", ha detto la ragazza 23enne, e "alla fine è salito e gli ho parlato attraverso le sbarre della finestra del ballatoio. Lui insisteva perché io lo facessi entrare, ma io non ho voluto perché avevo paura, non sapevo che fine aveva fatto Giulia e di che cosa fosse capace". Le due giovani si erano incontrate poche ore prima che Tramontano venisse uccisa, essendo venute una a conoscenza dell'altra. "Giulia - racconta l'altra ragazza - mi ha detto che Alessandro non avrebbe mai visto il figlio e che a lei interessava solo il bimbo e la sua salute" e che, anche se non sapeva se sarebbe tornata a Napoli dai suoi genitori, "sicuramente" non voleva più vedere Impagnatiello. L’incontro tra le due, continua la ragazza, “è stato veramente cordiale, tant'è che appena ci siamo viste ci siamo abbracciate per solidarietà femminile": lei aveva chiesto a Tramontano di vedersi "perché eravamo entrambe vittime di un bugiardo". Prima di salutarsi, "le ho anche proposto che se ne avesse avuto bisogno poteva venire da me a casa a dormire. Lei disse di non preoccuparmi, ringraziandomi". Tramontano è tornata a casa ed è stata uccisa.
“Dopo il nostro incontro Tramontano mi disse di lasciarla stare”
Poche ore dopo essersi salutate, l'altra fidanzata di Impagliatello ha ricontattato Tramontano su WhatsApp. “Le ho riscritto chiedendole se fosse tutto ok e alle ore 20.31 mi ha iniziato a scrivere dei messaggi strani, completamente diversi dal tenore della nostra conversazione. Il tono era freddo e sostanzialmente mi diceva che non era stata sincera con me e che doveva lasciarla stare", ha raccontato. Dopo qualche messaggio, "l’ho chiamata alle 21.49 con telefonata normale e lei non ha risposto e mi ha annullato la chiamata rifiutandola e mi ha poi scritto alle ore 21.52 chiedendomi di lasciarla in pace. Io le ho poi scritto nuovamente alle 22.21 ma il messaggio mi risulta ancora da consegnare (una sola spunta grigia)".
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La ragazza ha allora videochiamato Impagnatiello, a cui ha chiesto di Tramontano. Lui ha risposto solo al terzo tentativo. Prima le ha detto che la Tramontano stava dormendo nella loro camera da letto. Poi che in realtà era andata da un'amica. “Mi ha fatto vedere il letto dove non c’era, poi mi ha fatto vedere anche il divano, su mia richiesta", ha sottolineato l'altra fidanzata. In casa, dalle immagini mostrate da Impagnatiello, "Giulia non c’era". Ma Impagnatiello "era palesemente agitato tanto da apparire sudato". La ragazza ha poi specificato che l'uomo aveva portato via dal bar dove lavoravano i guanti di lattice azzurri con cui ha spostato il corpo di Tramontano. Lei si era accorta che spuntavano dal suo zaino ed era riuscita a fotografarli.
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I messaggi di Impagnatiello a Tramontano quando l’aveva già uccisa: “Finiscila con questa storia”
Impagnatiello adesso si trova nel carcere milanese di San Vittore, in una cella per i detenuti cosiddetti a rischio al quinto raggio, dopo che il gip che segue le indagini ha convalidato il suo arresto. E intanto è emerso come l’uomo avesse cercato di crearsi un alibi continuando a inviare messaggi al cellulare di Tramontano, anche dopo averla uccisa (CHI È IMPAGNATIELLO - FEMMINICIDI IN ITALIA, I NUMERI). L’ultima volta che l'uomo ha scritto su WhatsApp alla sua compagna è stato lo scorso 31 maggio, soltanto poche ore prima del suo arresto: "Tata, batti un colpo". Dall’analisi forense del cellulare è poi emerso anche che, mercoledì scorso, quando la donna era morta da quattro giorni, l’uomo aveva scritto a Tramontano di avere “i giornalisti che mi stanno molestando sotto casa” e per questo la supplicava di “finirla con questa storia”.
Tramontano al compagno: “Non sono felice, rivoglio la mia tranquillità”
Ma anche dall’esame dei messaggi che i due si erano inviati quando Tramontano era ancora in vita emergono nuovi particolari. La ragazza, come ha dichiarato anche la sorella Chiara Tramontano, avrebbe scoperto della relazione parallela di Impagnatiello già lo scorso gennaio. Aveva quindi deciso di lasciare il suo compagno e di andare avanti. "Accetta la mia decisione e chiudiamo il discorso. Non voglio altre discussioni, frustrazioni, ansie e rabbia continua, lasciami stare. Non sono felice e vorrei ritrovare la mia tranquillità. Basta", scriveva a Impagnatiello pochi giorni prima di essere uccisa. Ma lui non accettava la sua decisione: "E vuoi trovare tranquillità mettendomi da parte???", le chiedeva. Tramontano aveva però proposto al compagno di condividere ancora la loro casa di Senago “finché sarà necessario”. Lui la rimproverava: "Ma ti sembra normale parlare così con un bambino in pancia?!? Dimmelo!".