
Statua Maradona, Comune di Napoli dovrà restituirla a scultore Domenico Sepe
L'opera dello scultore avrebbe un valore eccessivo e dunque va resa. L'assessore comunale allo Sport Ferrante ha spiegato che ci sono anche indagini in corso perché "c'è la magistratura inquirente che ritiene che siano stati commessi dei reati, e quindi violate delle norme"

La statua in bronzo di Diego Armando Maradona, regalata al Comune di Napoli dall'artista Domenico Sepe a un anno dalla scomparsa del campione argentino, ha un valore eccessivo e dunque deve essere resa al donatore
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Della vicenda ne ha scritto oggi Il Mattino nelle pagine di Napoli. La delibera del Comune dello scorso 16 febbraio spiega che il presupposto alla base dell'accettazione del dono da parte dell'artista era il "valore modico della statua approssimativamente quantificato in 30 mila euro" e che sulla base di questo presupposto era stato sottoscritto un contratto di donazione
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Si è accertato cosi che la donazione non è di modico valore, dal momento che la somma di 30 mila euro supera il costo dei soli materiali utilizzati e dunque il contratto di donazione - ai sensi del codice civile - va inteso come nullo
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Con una nota del 20 gennaio scorso il Comune di Napoli ha comunicato l'avvio del procedimento per annullare il contratto chiedendo ogni elemento utile tra cui i dati di natura reddituale e patrimoniale del donatore al fine di verificare l'effettività del carattere modico della donazione

"L'opera offerta in donazione - si legge nella delibera del 16 febbraio - anche a fronte del suo non modico valore, può esporre l'Amministrazione comunale ad azione di riduzione e ad obbligo alimentare neppure quantificato"

Non solo "l'installazione dell'opera presso lo stadio Maradona pare in grado di restituire al donante una utilità non irrilevante in termini di prestigio e di visibilità; siffatta utilità, oltre a stridere con la tipica gratuità della donazione, può risultare appetibile e contendibile da parte di altri artisti e di conseguenza impone il rispetto del principio di imparzialità e il ricorso a procedure di evidenza pubblica"

Da parte di Sepe (nella foto sulla sinistra) viene espressa "profonda amarezza per questa situazione". "Mi sento offeso - ha spiegato al Mattino - per la parte in cui si suppone che io possa ricevere fama dall'opera, come se fossi l'ultimo arrivato...."

Sulla vicenda però aleggia anche l'ipotesi di una inchiesta della magistratura come fa trapelare al quotidiano napoletano l'assessore comunale allo Sport Ferrante: "Ci sono delle indagini - spiega - c'è la magistratura inquirente che ritiene che siano stati commessi dei reati, e quindi violate delle norme"

All'oscuro, secondo quanto si legge sul Mattino, anche lo stesso Sepe: "Questa mi giunge nuova, se ci fossero indagini ne sarei a conoscenza, mi avrebbero convocato, ascoltato. Non è accaduto nulla di tutto questo. Se sono riscontate mancanze, certamente non riguardano me nè la mia opera"
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