È morta Monica Vitti, una delle più grandi attrici italiane di tutti i tempi

Cronaca
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Vincitrice di moltissimi premi e riconoscimenti, è stata una delle maggiori interpreti della cinematografia d’Italia. E’ stata la musa di Michelangelo Antonioni e amatissima, tra gli altri, da Mario Monicelli, Ettore Scola, Luciano Salce e Alberto Sordi. Draghi: “Ha dato lustro al cinema italiano nel mondo”

È morta Monica Vitti. L’attrice e regista, nata Maria Luisa Ceciarelli, aveva 90 anni: era nata a Roma il 3 novembre del 1931. Malata da tempo, era assente dalle scene dal 2001, quando fu ricevuta al Quirinale per i David di Donatello. A darne l'annuncio su Twitter è stato Walter Veltroni.
Nel corso della sua carriera è stata insignita di numerosi premi, tra cui cinque David di Donatello come migliore attrice protagonista. Era stata candidata anche a un premio BAFTA.

La carriera

Monica Vitti è stata la musa di Michelangelo Antonioni, amatissima tra gli altri da Mario Monicelli, Ettore Scola, Luciano Salce e Alberto Sordi. In carriera ha partecipato a più di 50 film e ha ottenuto i più importanti riconoscimenti del settore: 5 David, 12 Globi d'oro e 3 Nastri d'argento. Ha vinto anche il premio come migliore attrice a Berlino nel 1984 e il Leone d'oro alla carriera nel 1995.

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Verdone: “Immensa, luce per le nuove generazioni”

La notizia della scomparsa di Monica Vitti ha suscitato reazioni commosse in tutto il Paese. Carlo Verdone l’ha ricordato come un’ “attrice immensa, completa, dalla personalità forte e incisiva. La ricorderò sempre per esser stata la prima attrice ad incoraggiarmi e ad applaudirmi in una visione privata a casa di Sergio Leone di Bianco Rosso e Verdone. Le giovani attrici dovranno studiare bene le sue interpretazioni, ne saranno illuminate”. Anche il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha espresso profondo cordoglio per la morte di Monica Vitti: “Attrice di grande ironia e di straordinario talento, ha conquistato generazioni di italiani con il suo spirito, la sua bravura, la sua bellezza. Ha dato lustro al cinema italiano nel mondo. Al marito Roberto Russo e a tutti i suoi cari, le condoglianze del Governo”.

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La vita di Monica Vitti

Nata a Roma con il nome di Maria Luisa Ceciarelli , il 3 novembre del 1931, cresce in Sicilia prima della guerra a causa del lavoro del padre (ispettore al commercio), innamorata della recitazione fin dall'adolescenza (quando metteva in scena spettacolini casalinghi per distrarre i fratelli dagli orrori delle bombe negli ultimi anni di guerra), e si diploma nel 1953 all'Accademia d'arte drammatica sotto la guida di Silvio d'Amico e con un maestro-sodale d'eccezione come Sergio Tofano.

Il nome d’arte e il debutto

La scelta del suo nome d’arte, Monica Vitti, nasce dal nomignolo di "Setti vistini" con cui la chiamavano amici e familiari per la sua capacità  di cambiarsi in fretta e furia come un personaggio di Fregoli. Il cognome viene scelto perché le ricorda la madre (Adele Vittiglia). Il debutto arriva al cinema nel 1955 con un piccolo ruolo nell'Adriana Lecouvreur di Guido Salvini a fianco di mostri sacri come Valentina Cortese, Gabriele Ferzetti e Memo Benassi, ma 5 anni dopo si incarna nella silenziosa musa di Antonioni.

Il successo internazionale e la commedia

Nei successivi quattro anni diventa  una diva internazionale grazie a titoli indimenticabili come La notte, L'eclisse, Deserto rosso, ma l'incontro con Antonioni data già  dal 1957 quando presta la voce a Dorian Gray ne Il grido. Tutti i grandi registi internazionali la vogliono anche perché  oltre a un volto bellissimo e misterioso sfoggia una voce roca e pastosa. Negli anni '60 si è cimentata più volte anche con la tv.
Monica Vitti abbraccia l'idea della commedia grazie a Mario Monicelli, che la vuole protagonista de La ragazza con la pistola. In pieno '68 porta in scena l'emancipazione della timida siciliana Assunta Patané, che insegue fino in Inghilterra l'uomo che l'ha disonorata per poi capire che si può essere libere e onorate anche senza passare per il delitto d'onore.

I successi degli anni ’70 e ’80

Monica Vitti domina nel cinema italiano degli anni '70, lavorando coi grandi italiani da Dino Risi a Ettore Scola, da Monicelli al Luigi Magni de La Tosca. Affianca anche Antonioni nella sperimentazione elettronica de Il mistero di Oberwald, e trionfa in coppia con Alberto Sordi. Monica Vitti spinge al debutto dietro la macchina da presa prima Carlo Di Palma, il grande direttore della fotografia che è diventato il suo compagno, e poi il fotografo Roberto Russo che con lei debutta da regista con Flirt che le fa vincere il premio come migliore attrice a Berlino nel 1983.

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I suoi lavori più amati

In una carriera che l’ha portata a diventare una delle più grandi attrici italiane, ha riscosso uno straordinario successo per le sue interpretazioni. Tra questi, particolarmente degni di nota sono la Tetralogia dell’incomunicabiltà di Michelangelo Antonioni, La ragazza con la pistola di Mario Monicelli, Ninì Tirabusciò, la donna che inventò la mossa di Marcello Fondato e Polvere di stelle di e con Alberto Sordi.

Il lungo applauso di Sanremo

La notizia della morte della grande attrice ha scosso anche il festival di Sanremo: appresa l’informazione, c’è stato un lungo applauso nella sala stampa dell’Ariston. Amadeus, il direttore di Rai1 Stefano Coletta e tutti i presenti in sala hanno reso omaggio all'attrice. Il conduttore ha annunciato che questa sera sarà celebrato un tributo a Monica Vitti: "Non c'è dubbio che stasera faremo un omaggio a Monica Vitti, anche se la scaletta è già pronta. A volte basta una vera emozione, non per forza un numero di spettacolo. Un gesto, una parola, un applauso, uno sguardo sincero va molto più in là di un numero confezionato", ha aggiunto Amadeus, ricordando anche l'omaggio tributato ieri sera a Franco Battiato. "L'ho trovato meraviglioso. Se io fossi un amico o un familiare di Battiato sarei felice che sia stato ricordato così. Qualsiasi omaggio, anche breve, lo facciamo con il cuore".

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