
Covid, pressing delle Regioni: "Alleggerire regole per positivi asintomatici"
Alcuni governatori dei territori spingono per eliminare i contagiati dal coronavirus, senza sintomi e immunizzati, dalla conta del bollettino quotidiano. Proposte anche per effettuare tamponi solo ai sintomatici. La Lombardia chiede di modificare le regole sul conteggio dei ricoveri, non considerando chi diventa positivo all'infezione dopo essere stato ospedalizzato per altre patologie

Sette giorni di isolamento, senza tampone alla fine, per i positivi al Covid-19 vaccinati e asintomatici. Chi è senza sintomi, inoltre, potrebbe non essere più considerato nella conta quotidiana dei contagi. Lo chiedono i presidenti delle Regioni al governo, per uscire da un sistema appesantito -anche burocraticamente - dai numeri record dei casi di infezione. C’è anche chi si spinge più in là: la Lombardia chiede di eliminare dal conteggio dei ricoverati per Covid le persone ospedalizzate per altre patologie che, in un secondo momento, risultano positive al virus
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LA CONTA DEI POSITIVI – Tra chi chiede di rivedere il sistema di conteggio dei positivi, anche il governatore del Veneto Luca Zaia (in foto), che sottolinea come l’ipotesi sia già stata indicata dall’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie)
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“Abbiamo avanzato per primi la proposta di non contare i positivi tra gli asintomatici" ha detto Zaia, che ricorda come già “una decina di giorni fa” avesse proposto “al Governo in riunione di modificare la definizione di caso”. Per il governatore del Veneto sarebbe da considerarsi contagiato, ai fini del bollettino quotidiano, “non più chiunque passi per strada, ma il sintomatico"
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Stessa posizione per il governatore della Toscana, Eugenio Giani, e per l'assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato (in foto) che ritiene invece necessario "semplificare le procedure per gli asintomatici completamente vaccinati”. D’Amato porta a sostegno della proposta quanto già stabilito negli Stati Uniti, dove gli asintomatici vaccinati devono osservare un periodo di quarantena lungo solo cinque giorni: “Se il Cts intraprendesse questa linea, di conseguenza, non servirebbe contare gli asintomatici"
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Invoca la semplificazione anche il governatore ligure Giovanni Toti (in foto), che parla di "pandemia burocratica". Il governo "decida al più presto di tamponare solo i sintomatici, altrimenti non saremo travolti dai malati ma dalle carte e dai tamponi", ha dichiarato
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Non sono solo i politici che sostengono la linea dell'apertura verso chi non ha sintomi. In tema di quarantena per i positivi, vaccinati e asintomatici, il direttore dell’ospedale Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, ha parlato della necessità di “andare incontro alle esigenze dei cittadini e snellire le procedure di isolamento e quarantena”
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“Così come avviene negli Stati Uniti, le persone vaccinate e asintomatiche, se positive, dopo 5 giorni di isolamento possono e devono tornare alle loro attività quotidiane", ha detto Vaia, sottolineando come “i dati di oggi mettono in evidenza un aspetto importante: sono diminuiti i ricoveri in terapia intensiva”. Se questo trend – secondo Vaia “figlio della campagna vaccinale della terza dose” – si stabilizzasse in futuro, nulla andrebbe contro un alleggerimento del sistema

I RICOVERI – Guardando ai possibili e imminenti cambi di colore per le Regioni, determinati per due terzi sulla base dei dati relativi alle ospedalizzazioni per Covid, la Lombardia chiede al Ministero della Salute di non conteggiare come ricoveri dovuti a coronavirus i pazienti ospedalizzati per altre patologie e poi risultati positivi

La modifica nella conta dei ricoveri darebbe una “rappresentazione più realistica e oggettiva della pressione sugli ospedali causata dal Covid”

La Lombardia, che conta il maggior numero di ricoverati in terapia intensiva (253) e nei reparti ordinari (3.317), ha reso noto che da venerdì 14 gennaio fornirà ancora il numero totale dei ricoverati positivi ma "sarà in grado di distinguere, all'interno dei 'ricoveri Covid positivi', quali afferiscono direttamente a una patologia 'Covid-dipendente' (polmoniti e gravi insufficienze respiratorie)”

NIENTE TAMPONI IN PARAFARMACIA – Sempre sul fronte della semplificazione del sistema, il MoVimento Cinque Stelle aveva presentato in commissione Affari costituzionali al Senato un emendamento al decreto Covid che chiedeva di consentire alle parafarmacie di fare test molecolari e antigenici rapidi anti covid

La modifica non è passata. Contro le nuove norme si è schierato tutto il centrodestra, appoggiato da Italia Viva. La senatrice Annamaria Parente (Iv) ha detto che "le parafarmacie sono esercizi commerciali che non fanno parte del servizio sanitario nazionale, se non pochissime, quindi non sono nelle piattaforme che gestiscono le tessere sanitarie”

Per questo, conclude Parente, se fosse passato l’emendamento “avremmo dovuto creare un piattaforma parallela su dati sensibili ma somministrare tamponi anti Covid non è come dare un'aspirina al banco”