Secondo l'ex capo dipartimento della Protezione civile, il nostro Paese "cerca sempre la soluzione dell'uomo solo al comando, come capro espiatorio. Invece, molto spesso le responsabilità sono sistemiche". Poi ha aggiunto che la rimozione del relitto dal Giglio è "l'unica emergenza ambientale che ha avuto un inizio e una fine, un esempio di intelligente partecipazione" tra pubblico e privato
"Questo Paese cerca sempre la soluzione dell'uomo solo al comando, come capro espiatorio. Quando lo si trova, diventa una sorta di liberazione collettiva. Invece, molto spesso, le responsabilità sono sistemiche". Il prefetto Franco Gabrielli, già capo dipartimento della Protezione civile, è intervenuto a Sky TG24 in occasione dei dieci anni dal naufragio della Costa Concordia (LO SPECIALE - LE VITTIME - IL RACCONTO IN 25 FOTO). "È troppo facile crocifiggere una persona. Schettino è stato condannato per le sue responsabilità", ha aggiunto dall'Isola del Giglio.
"Il relitto rimosso è l'unica emergenza ambientale risolta"
Gabrielli ha ricordato che quando arrivò sull'isola dopo la tragedia trovò uno striscione dei cittadini gigliesi che recitava "Tolga la nave, c...", un rimando alla famosa intimazione data dal capitano Gregorio de Falco al comandante Francesco Schettino. "Dopo il naufragio partirono le previsioni su quando la nave sarebbe stata rimossa. Io parlai di 7-10 mesi, poi furono 30. Il periodo delle trivellazioni è stato il più difficile". Gabrielli ha infine affermato che questa vicenda ha dimostrato l'importanza di una gestione condivisa tra "un privato serio e un pubblico che lo ha accompagnato e tutelato". La rimozione del relitto della Costa Concordia (IL TIMELAPSE) è "l'unica emergenza ambientale che ha avuto un inizio e una fine, un esempio di intelligente partecipazione" (SLOANE: "COSÌ HO SALVATO LA NAVE")
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