Per il direttore del dipartimento di Microbiologia dell'Università di Padova, le prossime feste natalizie saranno "più libere", grazie ai vaccini e alle misure in campo. Il Green pass? "Non è una misura di sanità pubblica. C'è sicuramente un disallineamento temporale tra la durata della certificazione verde e la durata della protezione della vaccinazione"
"Il Green pass non è una misura di sanità pubblica. C'è sicuramente un disallineamento temporale tra la durata del Green pass e la durata della protezione della vaccinazione". Per questo portare la validità della certificazione a 9 mesi "ha senso, ma io la porterei a 6 mesi" (VIDEO). A dirlo, ai microfoni di Sky TG24, è Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Microbiologia presso l'Università di Padova (TUTTE LE NEWS LIVE - CHI SONO I NUOVI RICOVERATI).
Terza dose "andava decisa subito"
Crisanti riflette poi sulla terza dose la cui somministrazione "andava decisa subito" e sarebbe stata "opportuna già dopo 5 mesi". La dose aggiuntiva, precisa inoltre l'esperto, "ripristina completamente la protezione", come dimostrano anche i dati di Israele. Per parlare di quarta dose, invece, "è ancora presto". Mentre sulla vaccinazione per i bambini Crisanti sottolinea: “I dati servono per valutare se ci sono effetti collaterali e la frequenza delle manifestazioni avverse. I trial sui bambini che abbiamo a disposizioni non sono sufficientemente estesi. Ci sono Paesi come Israele e l'Austria che hanno iniziato a vaccinare e sicuramente condivideranno i dati”.
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Mascherine e tamponi
Poi un passaggio anche su mascherine e tamponi. Sulle mascherine, per Crisanti, sarebbe meglio utilizzare le Ffp2 perché "più sicure", soprattutto per quanto riguarda l'ambito dei trasporti. Mentre sui tamponi l'esperto precisa: “I test rapidi antigienici hanno una loro validità in determinate circostanze, ma come lasciapassare sociali lasciano a desiderare”.
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"Ottimista per Natale grazie a vaccini e misure"
Mentre sull'andamento dei casi di Covid-19 in Italia, il professore spiega che la ripresa dei contagi è "legata anche alle piazze no-vax". Ma si dice ottimista sul periodo di Natale, grazie ai vaccini e alle misure messe in campo. Il prossimo Natale "sarà più libero. Il mio ottimismo viene dal guardare cosa sta accadendo nel Regno Unito, dove hanno vaccinato meno rispetto a noi, intorno al 75% della popolazione, ma non applicano le misure e il contenimento che invece applichiamo qui. Non c'è nessun divieto di assembramento e nessun obbligo di usare la mascherina al chiuso, e si è stabilito un equilibrio settato a 40mila casi e 150 decessi al giorno. In Italia, oltre ad una copertura vaccinale più alta, abbiamo le misure come l'obbligo delle mascherina al chiuso e il Green pass. Da noi penso che si sia arriverà ad un equilibro più basso, probabilmente intorno a 15-20mila casi, e a un numero di decessi accettabile e non più elevato di quello che potrebbe causare un'influenza severa". "Se abbandoniamo le misure in atto finiamo come il Regno Unito e lì si entra in un altro dibattito", ha aggiunto.