
Covid e Green pass, quanto sono attendibili i tamponi rapidi? Il parere degli esperti
Diversi scienziati hanno manifestato perplessità sulla capacità degli antigenici di individuare realmente i positivi al coronavirus. Il governo starebbe studiando nuove regole sulla durata del certificato verde legati non solo ai test, ma anche ai vaccini

L’ipotesi dell’arrivo di nuove regole per ottenere il Green pass fa tornare d’attualità il dibattito sull’attendibilità dei tamponi rapidi. Da mesi sono diversi gli esperti che hanno manifestato perplessità sulla capacità dei test antigenici di individuare realmente i positivi al coronavirus
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In generale, i tamponi molecolari vengono ritenuti più attendibili. Il test antigenico, da diversi scienziati, viene considerato come un punto debole del Green pass. Ecco alcuni pareri
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Sull'argomento è tornato di recente il consigliere del ministro della Salute Walter Ricciardi che ha sottolineato come "con il passare del tempo si dovrà pensare alla correzione del Green pass”
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"Il certificato verde si ha anche con tampone antigenico ma questo presenta un 30% di falso negativo e dà falso senso di sicurezza - ha spiegato Ricciardi - specie con la variante Delta, se si entra con un test, falso negativo, in luogo dove ci sono persone suscettibili, l'infezione si verifica"
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Perplessità espresse anche da Donato Greco, epidemiologo e componente del Comitato tecnico-scientifico, in un’intervista al Corriere della sera. "Tra i tamponi, non sono paragonabili i molecolari, molto più affidabili perché esaminano un frammento dell’acido nucleico, e gli antigenici che rilevano una parte della proteina spike", ha detto Greco
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Sui tamponi rapidi una delle prime bocciature è arrivata mesi fa dal laboratorio di microbiologia e virologia dell'Università di Padova diretto da Andrea Crisanti. Secondo uno studio sul test antigenico è risultato infatti che anche in presenza di alta carica virale, o addirittura di cosiddetti super diffusori del virus, si è verificato esito negativo al tampone rapido

Critico anche il parere del virologo Francesco Broccolo, dell'Università di Milano-Bicocca che ha sottolineato come i test basati sui tamponi antigenici rapidi non fossero affidabili ai fini del Green pass: "Perché sono test poco sensibili, di conseguenza sfuggono le infezioni e in più non permettono di identificare l'insorgere di possibili nuove varianti che necessitano del sequenziamento effettuato sul genoma virale dei tamponi molecolari risultati positivi”

Non solo, secondo Broccolo "il soggetto che si sottopone a tampone si sente autorizzato a esporsi a quell'evento per il quale ha ottenuto un Green pass temporaneo senza di fatto avere alcuna protezione"

Sul tema, il ministro Speranza, si legge sul Corriere di oggi, invita alla cautela visto che le farmacie ne fanno migliaia al giorno e così si rischierebbe di tagliarle fuori dal sistema di controllo dell’epidemia. L’alternativa allo studio è quella di ridurre la validità del test molecolare da 72 a 48 ore e di quello rapido da 48 a 24 ore

Per quanto riguarda le possibili nuove regole per ottenere il Green pass sarebbe allo studio anche una modifica che riguarda la durata del certificato legata ai vaccini. Dopo che si è scoperto il calo dell’efficacia vaccinale col passare del tempo si pensa a una riduzione della validità del pass da 12 a 9 mesi