
Green pass, il Viminale: gli esercenti controllino l’identità solo in caso di incongruenze
Il ministero dell'Interno ha chiarito con una nota la questione del controllo dell'identità. I gestori sono obbligati a verificare la validità del certificato verde, mentre la verifica dei documenti è discrezionale: non è sempre obbligatoria, ma è "necessaria nei casi di abuso o elusione delle norme, come, ad esempio, quando appaia manifesta l'incongruenza con i dati anagrafici" del green pass. Arrivato anche il parere del Garante della Privacy

"La verifica dell'identità della persona in possesso della certificazione verde ha natura discrezionale ed è rivolta a garantire il legittimo possesso della certificazione medesima. Tale verifica si renderà comunque necessaria nei casi di abuso o elusione delle norme. Come ad esempio quando appaia manifesta l'incongruenza con i dati anagrafici contenuti nella certificazione". È quanto si legge nella circolare del Viminale, che chiarisce le modalità di verifica del Green pass
Green pas e documento identità: cosa sapere
Anche gli esercenti, quindi, potranno chiedere i documenti d'identità ai clienti nel caso di incongruenze con i dati del green pass. Possono quindi non doverlo fare sempre, ma a loro discrezione. La carta d’identità non deve essere esibita per entrare al cinema o nei teatri. Per gli spettacoli e gli eventi sportivi “possono essere abilitati alle verifiche i cosiddetti steward, ossia il personale iscritto negli appositi elenchi dei questori, il cui impiego in servizi ausiliari delle forze di polizia è previsto negli impianti sportivi”
La circolare del Viminale
La circolare specifica, inoltre, che “qualora si accerti la non corrispondenza fra il possessore della certificazione e l’intestatario della medesima, la sanzione si applica solo all’avventore, laddove non siano riscontrabili palesi responsabilità a carico dell’esercente”
Green pass, le domande più frequenti
Già qualche ora prima rispetto alla diffusione della circolare, il Garante della Privacy, citando il Dpcm dello scorso 17 giugno, aveva fatto notare che anche "i titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi" possono richiedere agli intestatari della certificazione verde di esibire un documento d'identità
Green pass, le domande più frequenti
Il direttore generale della Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe) di Confcommercio, Roberto Calugi, in rappresentanza dei ristoratori, aveva sottolineato: "Ci auguriamo che la nostra 'richiesta' della carta di identità avvenga soltanto laddove si ravvisi una palese contraffazione del certificato. E in quel caso, se il cliente si rifiuta di esibire il documento, chiameremmo le forze dell'ordine"
Lamorgese: "I titolari dei locali possono chiedere i documenti"
Palazzo Chigi, inoltre, ha spiegato che è possibile controllare se il green pass è contraffatto con un'App dedicata: “Per verificare se una Certificazione verde è autentica bisogna utilizzare l’app gratuita VerificaC19 installata su un dispositivo mobile (non è necessario avere una connessione internet)”

A Palazzo Chigi, così come al Viminale, la linea è quindi che comunque controlli e sanzioni vadano fatti, per non vanificare la misura del pass. Ma non devono occuparsene obbligatoriamente gli esercenti, se non in caso di palesi incongruenze. Per il ministero dell'Interno la "massima attenzione alle attività di verifica e controllo" del Green pass andrà fatta da parte delle forze dell'ordine, con verifiche a campione e in particolare nei luoghi turistici e della movida

Ieri la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese aveva detto che sarebberi stati sì i titolari a dover controllare il lasciapassare, ma che non avrebbero potuto chiedere la carta d'identità ai clienti. L'esempio della ministra era stato che: andare al ristorante con il pass sarebbe stato "come andare al cinema e mostrare il biglietto" e "nessuno pretende che gli esercenti chiedano i documenti, i ristoratori non devono fare i poliziotti" e ci saranno "controlli a campione nei locali insieme alla polizia amministrativa"

La circolare del Viminale non conferma pienamente quanto detto da Lamorgese, ma ha chiarito che per gli esercenti non c'è il divieto e neanche l'obbligo di chiedere la carta d'identità ai clienti, la decisione va presa in particolare facendo attenzione ai casi d'incongruenza