Covid, dalle discoteche alle scuole: gli esclusi dal decreto e i nodi ancora da sciogliere
Il nuovo provvedimento ha ufficializzato l’obbligo del Green Pass per l’ingresso in numerose attività e luoghi. Ma restano fuori diversi settori. Per alcuni, come i trasporti, la scuola e i posti di lavoro è atteso un confronto a breve. Restano chiuse le discoteche: proteste dei gestori. In arrivo anche circolari per chiarire le posizioni di chi non può vaccinarsi per motivi di salute e per gli italiani che si sono vaccinati all'estero
Il nuovo decreto Covid ha introdotto l’obbligo del Green Pass per accedere a numerose attività e luoghi a partire dal 6 agosto. Ma i provvedimenti hanno lasciato una serie di nodi irrisolti. E ci sono anche diverse categorie di persone al momento tagliate fuori dal certificato verde. Ecco le situazioni ancora da risolvere
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Il decreto approvato dal Cdm si è concentrato sui posti e le attività per cui è necessario avere il Green Pass. Alcuni settori sono stati invece tralasciati con l’intenzione di discuterne a breve nell’esecutivo, con il parere degli esperti a fare da guida. In particolare i temi di trasporti a lunga percorrenza e locali, scuola e luoghi di lavoro dovrebbero finire sui tavoli istituzionali la settimana prossima
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I tre settori saranno cruciali in vista del mese di settembre, con il ritorno dalle ferie, la riapertura delle scuole e il rientro nei posti di lavoro. Lo stesso Draghi, in conferenza stampa, rispondendo a una domanda sul Green pass per accedere nei luoghi di lavoro, come proposto da Confindustria, ha detto: “È una questione complessa e da discutere con i sindacati"
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Sull’ambito scolastico le ipotesi e le posizioni sono molto diverse. Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, ha spiegato che “i contagi non avvengono a scuola, ma sui mezzi pubblici: è difficile ricominciare in presenza a settembre, sarà un processo graduale. Il Green pass per docenti non credo che si farà, per ora andiamo avanti con la vaccinazione”
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L'Anp, l'Associazione Nazionale Presidi, invece sostiene che "bisogna andare oltre le ipotesi sul Green pass a scuola. Per riaprire gli istituti in presenza e in totale sicurezza serve l'obbligo del vaccino per il personale scolastico. In questo modo non bisognerebbe applicare il distanziamento, che necessita invece della disponibilità di spazi”
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Il sottosegretario all'Istruzione, Rossano Sasso, ha scritto che "milioni di mamme e di papà italiani stanno vivendo momenti di incertezza, legati all'argomento vaccino per i propri figli minorenni. I dubbi sono tanti, quei dubbi che la Lega condivide e che invece il Ministro Speranza e le altre forze politiche che fanno parte della maggioranza sembrano non avere. E noi cosa faremo a scuola, didattica in presenza solo se si ha il green pass? Da padre e da insegnante, ancor prima che da Sottosegretario, definisco orrenda una ipotesi del genere"
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Le discoteche sono l’unica categoria economica a rimanere ancora ferma dopo un anno e mezzo di pandemia. I titolari di discoteche e sale da ballo non ci stanno e passano al contrattacco contro la decisione del governo di tenere ancora chiusi i luoghi del divertimento notturno. Lo fanno chiedendo un incontro urgente al presidente del Consiglio Mario Draghi, ma anche ventilando l'ipotesi di ricorsi al Tar o al Consiglio di Stato verso l'ultimo decreto
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Il dibattito si fa anche politico: i ministri della Lega Giancarlo Giorgetti, Erika Stefani e Massimo Garavaglia giudicano "importanti" i ristori per le attività, ma ritengono che non ci siano "più le condizioni di pericolo e rischio per una possibile apertura delle discoteche all'aperto con l'utilizzo del green pass come previsto dal Cts". "Auspichiamo - precisano - un'ulteriore e rapida riflessione di tutto il governo”. Il presidente della Conferenza delle Regioni e del Fvg Massimiliano Fedriga si è schierato contro la scelta del governo sul tema
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Un altro dubbio riguarda chi debba fare i controlli per i Green Pass. Il decreto prevede che "i titolari o i gestori dei servizi e delle attività" per le quali serve il certificato "sono tenuti a verificare che l'accesso ai predetti servizi avvenga nel rispetto delle prescrizioni". Le Regioni sono pronte a dar battaglia. "Non possiamo pensare - dice il presidente della Conferenza Massimiliano Fedriga - di mettere sulle spalle del barista o del ristoratore l'onere di fare il bodyguard, su questo lo Stato ci deve essere”
I gestori di bar e ristoranti fanno sentire la loro voce. Preoccupati dal possibile “caos organizzativo", non ci stanno ad "essere scambiati per controllori. Non siamo bodyguard”. Le associazione di categoria propongono di semplificare le procedure, prevedendo un'autocertificazione che sollevi i titolari dei locali da ogni responsabilità. E così, come le sigle che rappresentano i locali notturni, anche i gestori di bar e ristoranti hanno scritto al governo per chiedere di aprire un tavolo tecnico ed avviare un confronto per avere "correttivi urgenti e chiarimenti"
Sul tema Green Pass si segnalano inoltre una serie di categorie ci cittadini che hanno al momento l’impossibilità ad ottenere il certificato. Il direttore della prevenzione del Ministero della Salute Gianni Rezza ha preannunciato una serie di esenzioni all’obbligo. Si va dagli under 12 ai fragili, a coloro che non posso vaccinarsi per allergie
A breve arriveranno due circolari del Ministero della Salute: una, prevista dal decreto, indicherà i soggetti che saranno esentati dall'utilizzo del Green Pass, ad esempio chi non può vaccinarsi per motivi di salute oppure ha avuto una reazione allergica dopo la prima dose. La seconda invece andrà a risolvere il problema degli italiani che si sono vaccinati all'estero e non hanno ancora ricevuto il pass
Rezza ha spiegato che "è in risoluzione il problema della concessione del Green pass agli italiani che abbiano effettuato il ciclo vaccinale all’estero". Il provvedimento in arrivo a breve, secondo quanto si apprende, riconoscerà ad esempio l'espletamento del ciclo vaccinale effettuato in Gran Bretagna. "In Gran Bretagna - ha spiegato Rezza - viene effettuato il ciclo vaccinale con due vaccini che sono riconosciuti da Ema, ovvero Pfizer e AstraZeneca, e non c'è motivo per cui perduri questa situazione”
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