
Vaccini anti-Covid in vacanza e fuori regione, le ipotesi allo studio
Per non arrestare la campagna anche durante il periodo estivo, si sta lavorando alla possibilità di somministrare le dosi anche nei luoghi in cui gli italiani trascorreranno le ferie. Ne ha già parlato il commissario straordinario Figliuolo e lo ha confermato il presidente della Conferenza Regioni Fedriga

L’estate si avvicina e, oltre al tema degli spostamenti, sul tavolo c’è anche quello dei vaccini in vacanza. Di questa possibilità ha parlato nei giorni scorsi il commissario straordinario per l’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo. Ed oggi il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, ha confermato a Sky TG24 che è previsto un confronto tra le Regioni e il generale per capire se è possibile adottare questa soluzione. Ecco quali sono le ipotesi allo studio e alcune delle posizioni emerse
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FEDRIGA: CONFRONTO FIGLIUOLO-REGIONI - “Avremo un confronto come Regioni con il Commissario Figliuolo" per verificare la possibilità che a una persona vaccinata con la prima dose possa essere somministrata la "seconda dose in vacanza. Stiamo vedendo se è possibile organizzare questo, stiamo lavorando ma siamo di fronte alla campagna più grande della storia dell'umanità. Molte cose si possono risolvere, altre sono molto difficili, qualche disagio può esserci”, ha detto Fedriga
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L’IDEA DI FIGLIUOLO - "Dopo gli over 65 vaccineremo i più giovani in vacanza e nelle scuole". Questo l’annuncio di Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario all'emergenza Covid in un'intervista rilasciata a Repubblica
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CENTRI MONTANI O ESTIVI PER LE VACCINAZIONI - "Pensiamo di utilizzare strutture presso centri montani o estivi, che potrebbero dare un appeal a quel tipo di utenti. Tutti siamo stati giovani, e sappiamo che i giovani a volte si sentono onnipotenti e pensano: ‘Tanto non lo prendo’. Ma così possono colpire congiunti più anziani. Saremo proattivi, vedremo come strutturare questo piano, ma lo faremo”, ha spiegato Figliuolo

LA PROPOSTA DI RIVIERA SICURA PER LA ROMAGNA - Prima dell’annuncio di Figliuolo, proposte simili erano arrivate da alcune delle categorie che sperano in un’estate “Covid free”. Riviera Sicura, che riunisce oltre 250 strutture ricettive e stabilimenti balneari della Romagna, ha scritto a Figluolo, al governatore Bonaccini e all’Iss, chiedendo un meccanismo che consenta al turista di effettuare la vaccinazione programmata presso la regione di residenza anche nella regione dove sta trascorrendo le proprie vacanze
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LA SINDACA DI RICCIONE: VACCINO ANCHE IN VACANZA - Una posizione quella di Riviera Sicura condivisa anche dalla sindaca di Riccione, Renata Tosi: ”Mi sembra il minimo, lo do per scontato. Se si chiama Servizio sanitario nazionale, vuole dire che deve svolgere un ’servizio’. Il vaccino lo devi poter fare dove sei, anche in vacanza, ovviamente senza sottrarre dosi ai residenti. Così come si fanno esami medici o si va al pronto soccorso in caso di necessità”, ha detto al Resto del Carlino

IL SINDACATO BALNEARI: “DISPONIBILI A VACCINARE PERSONALE” - Ed anche gli imprenditori che aderiscono al Sib, sindacato balneari, sarebbero pronti a contribuire alla campagna nazionale vaccinando a proprie spese il personale

MUSUMECI: "FAREMO VACCINI ANCHE AL MARE" - C’è ancora chi, prima dei balneari, aveva parlato di vaccini nei luoghi di vacanza. "Dopo le parrocchie, andremo anche al mare, siamo pronti a fare le vaccinazioni anche negli stabilimenti balneari, naturalmente d'intesa con la federazione interessata ed il consenso dei titolari. Non ci dobbiamo mai fermare, neppure in estate”, ha detto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci a Tgs

I VACCINI FUORI REGIONE - Oltre alle proposte, c’è anche uno spunto normativo dal quale si potrebbe partire per consentire ai turisti di vaccinarsi al di fuori della propria regione: è l’ordinanza firmata dal commissario straordinario Figliuolo lo scorso 29 marzo, nell’ambito del piano di attuazione strategico nazionale per i vaccini

L’ORDINANZA DI FIGLIUOLO - L’ordinanza di Figliuolo prevede che “ciascuna Regione o Provincia Autonoma proceda alla vaccinazione non solo della popolazione ivi residente ma anche di quella domiciliata nel territorio regionale per motivi di lavoro, di assistenza familiare o per qualunque altro giustificato e comprovato motivo che imponga una presenza continuativa nella Regione o Provincia Autonoma”