
Covid, monitoraggio dell’Iss: Rt scende a 0,98, sotto la soglia d'allarme di 1
Dati in leggero miglioramento quelli analizzati dall’Istituto superiore di Sanità: numeri che andranno poi a stabilire eventuali passaggi di colore delle varie regioni. I cambiamenti, almeno fino a maggio, non potranno che essere tra arancione e rosso (e viceversa). Nessuna zona gialla per tutto il mese di aprile. Brusaferro: "Decrescita c'è ma è lenta. Destano preoccupazione i dati di saturazione al 41% di pazienti delle terapie intensive"

Scende a 0,98 (sotto la soglia d'allarme di 1) il valore dell'Rt nazionale che la scorsa settimana era a 1,08
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L'incidenza si attesta a 232 casi ogni 100mila abitanti contro i 240 della scorsa settimana
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Nonostante la diminuzione dell'Rt, il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è complessivamente in aumento e sopra la soglia critica: 41% contro il 39% della scorsa settimana

Sono questi i valori comunicati dall'Istituto Superiore di Sanità. I numeri su curva pandemica e Rt stabiliranno i nuovi colori delle regioni

"Nell'ultimo periodo la curva epidemica inizia a decrescere ma si tratta di una decrescita molto lenta", ha detto il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro. "I ricoveri sono ancora in crescita e destano preoccupazione i dati di saturazione al 41% di pazienti Covid delle terapie intensive. Ma l'andamento delle vaccinazioni sta rapidamente crescendo"

"L'età media di chi contrare l'infezione è stabile ed è intorno ai 40-50 anni ma il numero di nuovi casi tra operatori sanitari rimane basso, a conferma dell'efficacia delle vaccinazioni. C'è anche una decrescita dei casi tra gli over-80, sempre attribuibile alle vaccinazioni", ha confermato Brusaferrro

Undici Regioni/PPAA hanno un Rt puntuale maggiore di uno. Tra queste, due Regioni (Campania e Valle d'Aosta) hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 3. Sei Regioni hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre Regioni/PPAA hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo uno. Secondo la bozza dei monitoraggio settimanale le Regioni sono: Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Valle d'Aosta, Veneto

Complessivamente, secondo la bozza, il rischio epidemico si mantiene a livelli elevati con sei Regioni (Calabria, Emilia-Romagna, Liguria, Puglia, Toscana e Veneto) che hanno un livello di rischio alto. Tredici Regioni/PPAA hanno una classificazione di rischio moderato (di cui sette ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e una Regione (Basilicata) e una Provincia Autonoma (Bolzano) hanno una classificazione di rischio basso

Tutte le Regioni/PPAA, tranne nove, hanno riportato allerte di resilienza. Quattro di queste (Calabria, Emilia-Romagna, Puglia e Veneto) riportano molteplici allerte di resilienza, evidenzia la bozza di monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute

Nello specifico, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è ancora in aumento da 3.546 della scorsa settimana a 3.716

Rimane alto il numero di Regioni/PPAA che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica: sono 14 contro le 12 della settimana precedente

La bozza di monitoraggio Iss-ministero della salute spiega che la circolazione di varianti a maggior trasmissibilità è "largamente dominante nel Paese il che indica la necessità di non ridurre le attuali misure di restrizione". Inoltre, i dati di incidenza e trasmissibilità, "seppure in lieve decremento, uniti al forte sovraccarico dei servizi ospedalieri richiedono di mantenere rigorose misure di mitigazione nazionali accompagnati da puntuali interventi nelle aree a maggiore diffusione. Si ribadisce di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche"

"La variante brasiliana ci preoccupa di più, non corre di più della variante Uk ma è concentrata nell'Italia centrale, con punte del 20%. Uno sforzo di contenimento di questa variante va fatto. Le misure riescono ad arginare in parte la corsa di queste varianti che pero fatichiamo a contenere", ha detto il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza

"Per quanto riguarda la variante Uk e brasiliana abbiamo visto molti focolai anche tra i bambini più piccoli e gli adolescenti, e ci sono dati umbri che mostrano incidenze molto elevate - ha detto Rezza - I bambini hanno in generale una espressività di malattia clinica minore, anche se non assente, ma se le nuove varianti possano comportare un aumento dell'espressività e gravità clinica non è assolutamente accertato. I bambini in età scolare possono arrivare a contare per un 25% del totale della trasmissione secondo alcuni studi"

Rezza ha poi confermato che "la situazione è in miglioramento ma l'indice Rt è ancora vicino all'1 e anche l'incidenza, che è in lieve diminuzione, è comunque elevata. E resta elevatissimo il tasso di occupazione in terapia intensiva, ora al 41%. Quindi ci sono dei segnali che ci dicono che da una parte l'infezione sta leggermente diminuendo ma dall'altro il carico sui servizi assistenziali resta pesante"

"Sul richiamo con un vaccino diverso - ha detto poi Rezza - gli inglesi con vari studi stanno valutando sul campo questa possibilità ma per ora non abbiamo dati da studi clinici, ma da qui a pochi mesi dovremmo averli. Per ora non abbiamo questo problema in Italia, perchè abbiamo abbastanza vaccini per fare i richiami con lo stesso vaccino come da protocolli"

"Contiamo in una forte accelerazione della campagna di vaccinazione a partire da aprile, perchè questa deve essere lo strumento principale. Con l'arrivo della stagione calda, e se riusciamo a vaccinare la maggior parte delle popolazione, vedremo dei risultati. Vaccinare molto e in fretta è quanto mai ora necessario", ha ammonito Rezza
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"Quella degli addetti ai supermercati è una categoria che mi sta molto a cuore perchè sono direttamente esposti al pubblico, però al momento le raccomandazioni che aggiornano il piano vaccinale anti-Covid non prevedono più le categorie, proprio perchè c'era in precedenza stata una lotta tra di esse, ma un criterio per età", ha anche spiegato il direttore della Prevenzione del ministero della Salute

"Si è cioè deciso - ha spiegato Rezza - di terminare la vaccinazione degli insegnanti, che erano stati scelti come categoria prioritaria insieme alle Forze dell'ordine, ma dopo si è preferito non utilizzare più le categorie ma utilizzare semplicemente il criterio dell'età. Questo anche per accelerare le procedure vaccinali". "Si punta ora a proteggere soprattutto le persone che sono più fragili dal punto di vista del rischio di finire in terapia intensiva o addirittura di morire"
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