
Covid, riapertura scuole e allentamento misure: uno studio evidenzia i rischi
Secondo un rapporto della Fondazione Bruno Kessler con l'Istituto superiore di sanità e l'Inail, riaprire gli istituti superiori potrebbe provocare una nuova ondata epidemica. Le riaperture dagli asili fino alle medie, invece, avrebbero un impatto limitato. E anche il ripristino dei contatti sociali, se introdotto troppo presto, avrebbe un effetto negativo sui contagi

Riaprire le scuole di ogni ordine e grado e riattivare quasi completamente i contatti sociali può provocare un'ondata epidemica non contenibile. È quanto emerge da uno studio, basato sui dati della "prima ondata" della pandemia di Covid, dei ricercatori di Fondazione Bruno Kessler, Istituto superiore di sanità e Inail, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Science of the United States (PNAS)
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L'analisi - viene precisato - non permette di distinguere tra infezione trasmessa all'interno degli edifici scolastici e infezione trasmessa durante le attività connesse a quelle scolastiche (trasporti, possibili assembramenti fuori degli edifici scolastici, attività extra-scolastiche)
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DAGLI ASILI ALLE MEDIE IMPATTO LIMITATO - Per quanto riguarda la "riapertura dagli asili fino alle medie - si legge nel documento - potrebbe avere un impatto limitato sulla trasmissibilità" del virus "a causa della minor suscettibilità all'infezione dei bambini e ragazzi fino a circa 14 anni di età"
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ALLENTAMENTO MISURE - Per quanto riguarda la tempistica con cui vengono allentate le misure restrittive e riattivati i contatti sociali, la ricerca mostra che un anticipo prematuro delle riaperture può incidere notevolmente sull'andamento dell'epidemia
LA TEMPISTICA PER ALLENTARE LE MISURE - Per esempio, il documento spiega che anticipare al 20 aprile la fine del lockdown - avvenuta il 18 maggio - avrebbe potuto generare un incremento di circa il 500% delle ospedalizzazioni cumulative rispetto a quelle osservate da maggio fino a fine settembre
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INDICE RT - Dall'analisi è emerso inoltre che un indice di contagio Rt minore di 1 è necessario per permettere margine di azione dopo il rilascio delle restrizioni. "Allentare le restrizioni quando l'incidenza delle infezioni è ancora alta", viene sottolineato - può portare a un rapido nuovo picco dei casi, e quindi dei ricoveri, anche se l'Rt è inferiore a 1"

INCIDENZA DEVE PERMETTERE ISOLAMENTO E QUARANTENA - "In particolare - spiega Stefano Merler, ricercatore Fbk - l'incidenza deve essere sufficientemente bassa da poter essere gestita dai sistemi di prevenzione con l'isolamento dei casi e la quarantena dei contatti"

"Basandosi sul periodo in cui i servizi di prevenzione hanno cominciato ad andare in sofferenza a causa dell'aumento di incidenza di casi durante la seconda ondata", sottolinea anche Merlet, "questa incidenza dovrebbe essere inferiore a circa 50 casi settimanali ogni 100.000 abitanti"

POTENZIALE DI TRASMISSIONE ANCORA ALTO - "La ricerca - prosegue Merler - mostra che il potenziale di trasmissione di Covid-19 è ancora altissimo e suggerisce estrema cautela nella scelta dei contatti sociali che vengono riattivati e nella tempistica di riattivazione degli stessi"

FINO A SETTEMBRE 2,8 MILIONI DI CONTAGI - Fino al 30 settembre si è infettata con il Covid circa il 4,8% della popolazione italiana, pari a oltre 2,8 milioni di persone. È un altro dei dati che emergono dall'analisi Fbk-Iss-Inail
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Gli autori hanno stimato "che fino al 30 settembre si è infettato circa il 4,8% della popolazione italiana, con grandi differenze tra regione e regione (circa l'11% in Lombardia, il 2% in Lazio e l'1% in Campania)"

La ricerca suggerisce anche un "possibile ruolo della struttura demografica, con un minore impatto di Covid-19 nelle regioni con popolazione più giovane"

MIGLIORATA LA CAPACITA' DIAGNOSTICA - La ricerca sottolinea inoltre che è "aumentata la capacità diagnostica"

MIGLIORE TRACCIAMENTO DEI CONTATTI - Lo studio spiega poi che il tasso di notifica (quante infezioni vengono individuate dal sistema di sorveglianza rispetto al totale delle infezioni, inclusi quindi anche tutti gli asintomatici) "è cresciuto da circa il 9,4% durante la prima onda a circa il 24,5% durante l'estate, probabilmente a causa della miglior capacità di tracciamento dei contatti in regimi di bassa incidenza giornaliera di casi"