
Sci, Conte lavora a iniziativa Ue per stop piste e impianti. Insorgono Regioni e operatori
Palazzo Chigi starebbe lavorando a una iniziativa a livello Ue per fermare la corsa alle località di montagna. Mentre si attende una decisione dell’esecutivo, i presidenti delle Regioni hanno deciso di approvare oggi le nuove linee guida per l'utilizzo degli impianti di risalita nelle strutture sciistiche. Intanto, governatori e campioni dello sport protestano: “Governo ci ripensi”

Giuseppe Conte sembra intenzionato a chiudere allo sci. "Non possiamo permettere che la fine dell'anno diventi come Ferragosto”, spiega un ministro del governo, come riporta Repubblica. E Palazzo Chigi conferma: "Stiamo studiando un'iniziativa a livello europeo per prevenire le vacanze sulla neve”. Per anticipare e contrastare la terza ondata, dunque, l'Italia sceglie la linea dura per questo fine 2020. Insorgono però governatori delle Regioni e operatori commerciali
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Da parte di tecnici ed esperti c'è infatti forte contrarietà alla riapertura degli impianti sciistici. Perché, lo hanno ribadito più volte, la priorità deve essere data alla scuola e perché dando il via allo sci non sarebbe certo possibile mantenere un divieto per palestre e piscine, anche alla luce degli interventi fatti dalle strutture per mettersi in regola con le disposizioni
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Mentre si attende una decisione dell’esecutivo, i presidenti delle Regioni hanno deciso di approvare oggi le nuove linee guida per l'utilizzo degli impianti di risalita negli impianti sciistici. "Con i presidenti delle Regioni, oggi in videoconferenza, abbiamo deciso di approvare le linee guida delle piste da sci”, ha detto il presidente del Veneto, Luca Zaia
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Un "contributo propositivo" al governo, "per non compromettere la stagione sciistica e per non creare un danno irreversibile all'economia della montagna dei nostri territori”, spiega il vicepresidente della Conferenza delle Regioni Giovanni Toti dopo l'approvazione da parte dei presidenti delle linee guida sullo sci
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L'auspicio, prosegue Toti, "è che , come accaduto in precedenza, il Governo voglia condividere con le Regioni i necessari approfondimenti sul piano della collaborazione istituzionale nell'interesse dei cittadini, del tessuto socioeconomico del Paese e nel rispetto delle necessarie regole di prevenzione"
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"Alla luce delle notizie riguardanti le misure che il Governo intende adottare, secondo le quali si esclude la possibilità di aprire gli impianti a fune per le festività natalizie”, gli Assessori delle regioni alpine chiedono di "rivedere questa scelta che metterebbe in crisi un intero sistema, che porta un notevole indotto economico, lavorativo e sociale per l'intero Paese”, si legge in una nota firmata dagli assessori con delega agli impianti a fune di Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Provincia di Trento, Provincia di Bolzano, Veneto e Friuli Venezia Giulia
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È necessario "darsi una data comune per l'avvio della stagione bianca, tenuto conto del quadro sanitario che andrà a delinearsi nelle prossime settimane", aggiungono gli assessori. "Molte realtà imprenditoriali legate alla stagione bianca - tra cui scuole di sci, noleggi, aziende di trasporto, hotel e ospitalità in genere, ecc. - aspettano risposte per programmare la stagione invernale", scrivono
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Per lo sci invernale "possiamo trovare un punto di equilibrio, come stanno facendo in altri Paesi. È uno sport e lo si può praticare in sicurezza. Si potrebbe consentire l'attività sciistica, lasciando chiusi bar e ristoranti. È una strada che dobbiamo percorrere insieme al Governo”, ha dichiarato il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, a Rai News24. "Come sempre, - dice - bisogna cercare soluzioni di buon senso, verificare se esiste la possibilità di permettere alle attività sciistiche di funzionare pur nel rispetto, prioritario, delle condizioni di salute”
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Critica anche la Giunta lombarda. "Tenere chiusi gli impianti sciistici vuol dire fare fallire l'economia della montagna”, attaccano Davide Caparini e Massimo Sertori, rispettivamente assessore al Bilancio e alla Montagna: definiscono lo stop "una scelta scriteriata, incomprensibile da parte di un Governo disorientato". Ed è per questo che chiedono anzi 'pretendono" che venga cancellata. "Dato che gli addetti del turismo della montagna devono programmare la stagione - spiegano in una nota - pretendiamo che il Governo riveda questa incomprensibile decisione”
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"Sarebbe un danno enorme, irreparabile, se il governo confermasse le notizie circolate in queste ore, sulla possibilità di non aprire gli impianti da sci per le festività natalizie”, ha commentato Giuseppe Cuc, presidente del Collegio Nazionale dei Maestri di Sci e dell'Associazione Valdostana Maestri Sci
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In Italia sono 15.000 i maestri di sci alpino, fondo e snowboard e 380 le scuole di sci che operano sull'intero territorio. "Molte famiglie vivono solo ed esclusivamente con il reddito percepito nei cinque-sei mesi invernali di attività. Una falsa partenza come quella annunciata, sarebbe drammatica per la categoria e per l’intero settore della montagna", spiega Cuc

Appelli all’apertura arrivano anche dai campioni dello sci, di oggi e del passato. ”È molto importante che gli impianti sciistici aprano a Natale, perché sarebbe un segnale positivo per tutti. Altrimenti, con le stazioni chiuse, il danno sarebbe irreparabile". Parlando all’Ansa Federica Brignone, detentrice della coppa del mondo di sci, prende posizione in maniera forte sul dibattito del giorno sul fronte misure anti covid

Alberto Tomba non ha dubbi: ”Lo sci è per eccellenza sport all'aperto ed individuale: in più, visto come ci si veste quando si va a sciare, non "è davvero un problema di mascherine, perché già ora si usano normalmente protezioni della bocca e del viso. E sciando neppure c'è un problema di distanziamento". Per Tomba "le piste dovrebbero dunque essere aperte, anche se ci sono ovviamente degli accorgimenti da prendere"
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Intanto, il governo francese ha fatto sapere che una decisione sull'apertura degli impianti di sci a Natale sarà adottata "entro i prossimi 10 giorni”. Ha aggiunto di aver consultato le principali organizzazioni del settore, interrogandosi, "oltre che sulle attività sportive all'aperto nelle stazioni di montagna, sulla vita vera e propria in queste località" durante la pandemia. "A tutt'oggi, la decisione non è stata presa - informa in una nota -, le due opzioni sono entrambe sul tavolo, ci sono incertezze sull'evoluzione della situazione sanitaria”

Il governo francese ha riferito che sono all'esame "diversi scenari", sia la "definizione di un protocollo sanitario specifico" sia, in caso di chiusura delle stazioni, "modalità di accompagnamento economico e sociale dei soggetti coinvolti, imprese e stagionali". La decisione sarà adottata "in funzione della situazione sanitaria, che deve rappresentare il criterio essenziale" ma "puntando ad essere coerenti quanto possibile con i nostri Paesi vicini”
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Attesa anche per le decisioni di Austria e Svizzera