Dpcm, il Viminale: "Possibile disporre la chiusura delle piazze anche prima delle 21"

Cronaca
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La circolare del ministero dell'Interno: limitare gli spostamenti anche nelle ore senza restrizioni e nelle zone gialle. Per i movimenti giustificati si potrà continuare a utilizzare il modulo per l'autocertificazione pubblicato in occasione del Dpcm del 24 ottobre. Intanto il Tar respinge due ricorsi urgenti contro la chiusura di ristoranti e musei

Con l'entrata in vigore del nuovo Dpcm ci sarà la possibilità di chiudere strade o piazze anche prima delle 21. Lo scrive il Viminale in una circolare inviata ai prefetti che avrà una durata minima di 15 giorni, ma non superiore al periodo di validità del Dpcm, cioè fino al 3 dicembre. Nella circolare, inoltre, il ministero dell’Interno raccomanda fortemente di evitare gli spostamenti anche nelle zone gialle e spiega che per quanto riguarda l’autocertificazione – da utilizzare “sempre” in caso di spostamenti giustificati - il modulo pubblicato in occasione del precedente Dpcm del 24 ottobre "potrà continuare a essere utilizzato". Sul Dpcm è intervenuto anche il Tar del Lazio che ha respinto due ricorsi, uno che chiedeva la sospensione urgente della chiusura dei servizi di ristorazione, e un altro analogo sulla chiusura di musei e altri luoghi della cultura (CORONAVIRUS, GLI AGGIORNAMENTISPECIALE).

"Possibilità di chiudere piazze esteso all'intero arco della giornata"

Sulle piazze, il Viminale spiega che "la possibilità di disporre la chiusura di strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, già precedentemente prevista dopo le ore 21, viene espressamente estesa all'intero arco della giornata o comunque a specifiche fasce orarie non predeterminate, sempre fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private".

Le vie del centro semideserte nel primo giorno del nuovo lockdown decretato dal Governo nell'ultimo Dpcm, Milano, 6 novembre 2020. Milano questa mattina si è svegliata in lockdown ma la città appare molto diversa da quella, spettrale e deserta, della prima chiusura della scorsa primavera. In seguito al decreto del governo alcune attività commerciali possono infatti rimanere aperte, come ad esempio le librerie, i negozi di fiori, le profumerie, i negozi che vendono abbigliamento intimo o per bambini, le ferramenta, oltre ovviamente agli alimentari e ai negozi di tecnologia. E soprattutto alle scuole elementari e alle medie per i ragazzi di prima. ANSA/MATTEO CORNER

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Viminale: "Evitare spostamenti anche nelle zone gialle"

Il ministero dell'Interno esprime una "forte raccomandazione di limitare gli spostamenti personali nell'area gialla anche nelle fasce orarie della giornata non soggette a restrizioni della mobilità". E sottolinea, si legge nella circolare, che "qualunque sia l'area territoriale di riferimento, l'attuale andamento epidemiologico sollecita i cittadini ad osservare comportamenti responsabili, ispirati al principio di massima cautela". Sull'autocertificazione, la circolare del Viminale specifica che "occorre sempre" farne uso "riguardo alle cause giustificative dello spostamento, sia che si tratti di spostamenti che avvengano in fasce orarie soggette a limitazioni (area gialla), sia che essi avvengano in territori soggetti a restrizioni alla mobilità per l'intera giornata (area arancione e area rossa)".  

Controlli della Polizia Municipale sulle auto in circolazione sul lungomare Caracciolo a Napoli, 19 aprile 2020
ANSA/  CIRO FUSCO

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Tar respinge ricorsi urgenti contro la chiusura di ristoranti e musei

Il Tar, intanto, con due decreti monocratici cautelari ha detto 'no' alla sospensione urgente delle parti del Dpcm del 3 novembre scorso che hanno stabilito limitazioni all'attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), nonché la sospensione di mostre e dei servizi di apertura al pubblico dei musei e di altri istituti e luoghi della cultura. Nel primo caso, a firmare il ricorso sono una serie di esercizi commerciali; nel secondo caso, unico firmatario è l'onorevole Vittorio Sgarbi. Per entrambe le richieste, il Tar ha ritenuto che allo stato "non sussistono le condizioni per disporre l'accoglimento della richiesta cautelare monocratica".

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