
Con i contagi di Covid-19 in aumento e le nuove misure restrittive dell’ultimo Dpcm, torna la paura delle chiusure, locali o nazionali. Gli esperti non le escludono e anzi, in alcuni casi le raccomandano, mentre la maggior parte dei politici si dice contrario soprattutto per le possibili conseguenze economiche
La risalita della curva dei contagi di coronavirus nel nostro Paese ha riportato a galla la paura di un lockdown, nazionale o a zone, e il dibattito sul tema. Politici ed esperti sono divisi, più contrari i primi e più favorevoli, o perlomeno possibilisti, i secondi. Ma chi è pro e chi contro?
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L’ultimo in ordine di tempo a scatenare la polemica è stato il consigliere del ministro della Salute Walter Ricciardi, secondo cui “a Milano e Napoli uno può prendere il Covid entrando al bar, al ristorante, prendendo l'autobus. Stare a contatto stretto con un positivo è facilissimo perché il virus circola tantissimo. In queste aree il lockdown è necessario, in altre aree del Paese no"
Ricciardi: "Lockdown necessario a Napoli e Milano"
Dichiarazioni che non sono piaciute al sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che ha annunciato: “Abbiamo scritto (lui e il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, ndr) al ministro per chiedergli se quella è un'opinione del suo consulente o è un'opinione del ministero". Il lockdown a Milano in questo momento "è una scelta sbagliata", ha ribadito. "C'è tempo per la polemica e per la collaborazione ma io non credo che a questo punto sia giusto fare un lockdown e lo dico sapendo che ci sono due partiti, anche tra i cittadini, c'è chi dice 'chiudi tutto' e chi 'non si può’”
Sala a Ricciardi: "Lockdown a Milano è una scelta sbagliata"
Critico anche De Magistris, che attacca: ''Mi sembra che il Dpcm oltre alla firma del presidente del Consiglio porti anche la firma del ministro della Salute. Allora mi chiedo noi cosa dobbiamo fare: dobbiamo seguire il Dpcm o le dichiarazioni del consulente del ministro? Abbiamo difficoltà ad andare dietro a questo pandemonio''. Secondo il sindaco, ''fare una zona rossa a Napoli o a Milano non è come realizzarla per un piccolo comune”
Ipotesi lockdown a Milano, è scontro Ricciardi_Fontana
Dal governo arriva una voce contraria al lockdown, in senso generale, dal ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli: "Purtroppo dobbiamo introdurre piccole limitazioni per ottenere un risultato maggiore, per non riportare il Paese in lockdown, che sarebbe intollerabile"
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"Un nuovo lockdown sarebbe una cura molto severa su un paziente molto provato, non vorrei che si arrivasse al famoso detto: l'operazione è perfettamente riuscita ma il paziente è morto", ha detto anche il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti
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Dalla Lombardia, dopo Sala, arriva anche il commento del governatore Attilio Fontana, che però non si sbilancia: “Un eventuale lockdown è una competenza che spetta al governo e quindi io potrei magari sollecitarla, ma io non posso autonomamente assumerla"
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Cauto anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che in merito al lockdown dice però che "stiamo lavorando per evitarlo. Per farlo dobbiamo operare adesso, senza ulteriore indugio, delle scelte che sono dolorose"
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Provocatoria la presa di posizione di Matteo Renzi: "Meglio un lockdown totale di queste misure a metà". “Provocatoriamente - dice il leader di Italia Viva - un lockdown totale si spiegherebbe meglio di un lockdown a metà deciso senza alcuna base scientifica"

Ma è il mondo scientifico quello più propenso a considerare eventuali lockdown, locali o nazionali. Oltre a Ricciardi, anche il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, ha osservato che “mini lockdown”, che riguardino singole zone, sono "un'opzione da prendere in considerazione, quasi un automatismo". D'altro canto, ha aggiunto, "abbiamo avuto zone rosse dai tempi di Codogno: quello era, per esempio, un lockdown geograficamente limitato"

E anche per il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss), Silvio Brusaferro, lockdown a livello locale fanno parte della "cassetta degli attrezzi per convivere con l'epidemia, far funzionare la società e garantire l'assistenza"

"In questi 15 giorni vedremo se con questi provvedimenti invertiremo la rotta sennò dovremmo ancora continuare con il discorso di una chiusura ancora più vasta", spiega anche il primario del Sacco Massimo Galli. "Io pavento il lockdown nazionale, mi auguro si riesca ad evitarlo ma ha funzionato, è l'extrema ratio se non riuscissimo a fare altro"
“La strategia attendista porta al lockdown. Sindaci e Presidenti di Regioni non perdano altro tempo a chiudere dove epidemia è fuori controllo”, avverte Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe

"L'unica cosa che si può fare è chiudere tutto, un lockdown a livello nazionale. La situazione nei pronto soccorso è drammatica, non solo in Lombardia, ma ovunque a livello nazionale"”, dice anche Guido Bertolini, responsabile del Coordinamento Covid-19 per i reparti dei pronto soccorso lombardi