Sono passate dalle 19.485 del 20 ottobre alle 36.231 del 26 ottobre. Lo indicano i dati forniti dal ministero della Salute e pubblicati sul sito ufficiale dell’applicazione
Nell’arco di una settimana le notifiche di possibile esposizione al Covid-19 inviata dall’app Immuni sono quasi raddoppiate, passando dalle 19.485 del 20 ottobre alle 36.231 del 26 ottobre. Lo indicano i dati forniti dal ministero della Salute e pubblicati sul sito ufficiale dell’applicazione. In crescita anche i download, che sono passati dai 9,04 milioni del 19 ottobre ai 9,36 milioni del 25 ottobre (300mila in più). Gli utenti positivi al Covid-19 che hanno caricato le proprie chiavi sono 1.530.
Immuni può “comunicare” con le alte app di contact tracing dell’Ue
Dal 19 ottobre, Immuni è diventata in grado di “comunicare” con le altre applicazioni europee per il tracciamento dei contagi. “Questo significa che Immuni e le altre app degli Stati dell’Unione che utilizzano analoga tecnologia possono scambiarsi i codici alfanumerici degli utenti e avvisarli se sono stati a stretto contatto con una persona positiva al Covid-19, nel proprio Paese o in un altro Paese europeo”, ha spiegato la ministra dell’Innovazione Paola Pisano su Facebook. Grazie a questo aggiornamento, ora è possibile usare Immuni in Germania e in Irlanda senza dover scaricare altri software. Presto anche altre nazioni renderanno le loro applicazioni interoperabili tra loro.
I limiti del sistema di tracciamento
Recentemente, Luca Foresti, creatore di Immuni assieme a Bending Spoons, ha spiegato perché il sistema di tracciamento dell’app ha segnalato poche persone rispetto al numero effettivo dei contagiati nelle ultime settimane. Nel corso di un’intervista a Rainews24 lo sviluppatore ha chiarito che, a fronte di 9,36 milioni di download e circa 142mila italiani positivi al virus, le segnalazioni di utenti positivi sono state appena 999, il che ha generato 19.485 notifiche. Questa importante differenza dipende da un errore legato al sistema di caricamento dei dati. Come spiega Il Sole 24 Ore, nel momento in cui a un paziente viene riscontrata la positività al coronavirus, il medico curante dovrebbe compiere l’azione di collegarsi con il software della tessera sanitaria, scaricare un codice e consegnarlo al paziente stesso, che a questo punto dovrebbe caricarlo sull’app Immuni. Ma è possibile che qualcuno non segua alla lettera le indicazioni.