Immuni mi ha mandato una notifica: ecco cosa succede

Cronaca

Lorenzo Borga

Il diario di Immuni. Ho ricevuto una notifica di esposizione a rischio e qui vi racconto, giorno dopo giorno, cosa mi è successo. Articolo in aggiornamento

Sabato 3 ottobre

Alle 18 e mezza di sabato ho ricevuto una strana notifica sullo smartphone, da parte dell’app di tracciamento Immuni. Il messaggio comparso sul blocca schermo mi invita ad aprire l’applicazione perché, dice, ci sono importanti aggiornamenti per me. Una volta aperta mi appare questa schermata: “Esposizione a rischio”. Il mio smartphone ha infatti rilevato un contatto a rischio con una persona testata positiva al coronavirus nel raggio del bluetooth (cioè a pochi metri), per almeno una quindicina di minuti. Il contatto, mi dice l’app, è avvenuto martedì 29 settembre, quattro giorni prima: in questo lasso di tempo evidentemente chi ha contratto il virus è stato testato come positivo e ha deciso di segnalarlo attraverso l’app Immuni. Sono ovviamente sorpreso, perché non ho mai avuto alcun tipo di sintomo e mi sento bene, ma penso che in effetti in questi giorni mi è capitato di prendere i mezzi pubblici per andare al lavoro. È dunque possibile che abbia avuto lì il contatto a rischio. Tra l'altro, se così fosse, senza Immuni non avrei mai potuto sapere del contatto a rischio: proprio questo è lo scopo delle app di tracciamento. (IMMUNI, PIU' SIAMO PRIMA NE USCIAMO: ECCO PERCHE' SCARICARLA CONTRO IL CORONAVIRUS)

 

Screenshot di Immuni

 

A quel punto l’applicazione mi ha consigliato di contattare il mio medico di base e di seguire le sue indicazioni. Non sono forniti altri numeri di telefono. La schermata dà anche la possibilità di ignorare l’alert senza avvisare il medico, ma è caldamente sconsigliato.

 

Pochi minuti più tardi ho chiamato quindi il mio medico di famiglia, di cui ho un numero di cellulare fornito a suo tempo dalla Regione Lombardia, dove risiedo. Fortunatamente ha risposto subito alla mia chiamata, nonostante sia sabato sera, ma non sa darmi spiegazioni e dettagli. Mi ha anticipato che dovrà organizzare il tampone, ma non sa rispondere nel dettaglio alle mie domande su come devo comportarmi: «Loro organizzano le cose in grande ma non ci dicono mai niente» mi dice. Le domande che vorrei porgli sono le solite: devo stare in isolamento? Quando potrò fare il tampone? Posso essere esentato dal lavoro? Mi ha risposto che chiederà informazioni ad alcuni colleghi e poi tornerà da me. A quel punto, in attesa delle risposte del medico, ho chiamato anche il centralino della regione Lombardia e quello di Immuni (800 912491), che mi ha risposto immediatamente ma mi hanno detto semplicemente di rivolgermi al mio medico di base. Per fortuna dopo pochi minuti ho ricevuto un messaggio dal dottore: «Buonasera, mi dicono, che lei avendo attiva la app viene avvisato di contatto a rischio. Pertanto, al momento deve evitare contatti e adottare un isolamento volontario. Lunedi dovrei poter organizzare il tampone e pertanto metterla in quarantena. Lunedì mi contatti dalle 9 alle 12. Probabilmente qualcuno che ha frequentato in questi giorni è risultato positivo. Ci pensi». In realtà non ho voglia di pensare a come sia accaduto, ma solo sapere il più in fretta possibile se sono positivo o meno. Nel frattempo comunque rimango a casa in isolamento volontario.

Lunedì 5 ottobre

Alle 9 in punto di lunedì ho chiamato il dottore per prenotare il tampone. Dopo un paio di chiamate in cui ho trovato la linea occupata riesco a parlarci. Ha inserito così il mio nome nel database dell’azienda sanitaria, mi ha cominicato che da quel momento devo rimanere a casa e ridurre al minimo i contatti con chiunque e che mi richiameranno dall’azienda sanitaria per organizzare il tampone. Da quel momento sono quindi in isolamento obbligatorio. Il medico mi ha offerto anche la possibilità di godere di un permesso dal lavoro, per un paio di settimane, ma ha risposto che non ne ho bisogno per ora potendo lavorare in smart working senza sintomi. Ho chiesto dunque quanto tempo potrei aspettare fino all’esito del tampone: «Tra l’esecuzione e l’esito possono trascorrere anche 7-8 giorni» mi ha risposto il dottore «stiamo effettuando molti test per i primi sintomi della normale influenza. Purtroppo è così». Il medico mi ha avvertito anche della possibilità di fare il tampone ai drive in, ma non ho un’auto di proprietà e dunque non posso farlo.

 

Verso le 15 ho ricevuto la chiamata dell'Ats di Milano, l'azienda sanitaria. Mi hanno fatto alcune domande di rito, in particolare sui sintomi, su quando è avvenuto il contatto, dove mi trovo al momento e che luoghi ho frequentato martedì scorso. Mentre per il tampone mi hanno comunicato che, nel caso non dovessi ricevere da parte loro chiamate per effettuarlo prima dei 14 giorni della quarantena, toccherà a me mandare un'email per prenotarne uno. Senza tampone negativo infatti non si può ritenere terminata la quarantena. A esplicita domanda se dovessi attendermi o meno di non essere richiamato per il tampone nei prossimi giorni mi è stato risposto che sarebbe meglio rimanere nell'ottica di non ricevere nuove notizie a breve. Per quanto riguarda invece le tempistiche dell'esito, mi hanno assicurato la possibilità di avere un responso del test «tendenzialmente entro le 48 ore».

Martedì 6 ottobre

Oggi ho richiamato l'Ats di Milano per capire i tempi del tampone e della quarantena. Mi ha risposto subito un'operatrice molto gentile e disponibile. Ciò che mi ha detto è che la quarantena andrà comunque fatta per 14 giorni [oggi ridotti a 10 dal nuovo dpcm ndr] dal contatto a rischio (e non dalla notifica). Alla fine delle due settimane, per gli asintomatici, si fa il tampone mentre per chi ha tosse o febbre il test potrebbe essere effettuato anche prima. Come l'ho scoperto e quante chiamate ho dovuto fare l'ho scritto qui, riportando tutti i dettagli e cercando di fare chiarezza su quanti giorni di isolamento sono necessari dopo la notifica di Immuni. Ciò significa potrò uscire di casa non prima di martedì prossimo, anzi probabilmente qualche giorno più tardi per attendere l'esito del test (che però dovrebbe arrivare entro 48 ore al massimo). Questo è infatti il tempo di incubazione massimo del virus: se quindi entro 14 giorni non svilupperò la positività al tampone i rischi di essere contagioso saranno davvero limitati. In questo modo si tutelano gli altri e sé stessi.

Venerdì 9 ottobre

Ho ricevuto la chiamata dell'Ats per prenotare il tampone. L'appuntamento è martedì alle 8:30, esattamente il 14esimo giorno dal contatto a rischio rilevato da Immuni. Dovrò raggiungere il luogo a piedi, perché non ho un'auto né posso prendere i mezzi pubblici. Ma poco male, l'importante è sapere in fretta se sono positivo o meno.

Martedì 13 ottobre

Sono andato all'ospedale San Giuseppe per fare il tampone naso-faringeo. Appuntamento alle 8:30. Sono dovuto andare a piedi perché non possiedo un'auto privata né potevo utilizzare i mezzi pubblici visto il rischio di contagio che rappresentavo nei confronti degli altri. Ma in realtà camminare di nuovo all'aria aperta non è per nulla una brutta sensazione. Una volta fatto il test, mi hanno avvertito che l'attesa per l'esito dovrebbe essere molto breve: al massimo entro il pomeriggio del giorno dopo dovrei sapere se sono positivo o negativo.

Mercoledì 14 ottobre

Appena 24 ore dopo il tampone ricevo il referto sul mio fasciolo sanitario elettronico. Esito negativo. Finisce così la mia quarantena, iniziata sabato 3 ottobre per una notifica di Immuni. Uno strumento fondamentale per limitare il contagio del coronavirus, di nuovo in crescita negli ultimi giorni.

 

L'app Immuni è scaricabile per iPhone e telefoni Android qui.

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