Dopo aver ricevuto una notifica da Immuni, sono quasi sempre necessari quattordici giorni di isolamento fiduciario in casa a partire dal giorno del contatto con il positivo (e non dell'avviso). Ma nessuno lo sa: il racconto
La durata della quarantena è un aspetto fondamentale da sapere per chiunque deve essere isolato dopo aver avuto un contatto ravvicinato con una persona positiva. Ancor di più se si utilizza l'app Immuni, il cui utilizzo è volontario e per cui molti sperano e invocano tamponi in tempi rapidissimi. Ecco il racconto su come sono venuto a sapere che la quarantena standard dopo la notifica dell'app è di massimo quattordici giorni, nel mio caso di dieci (perché dipende dalla data del contatto). Purché si sia negativi al tampone.
Cosa dice il medico
Cosa avrei dovuto fare e quanti giorni sarei dovuto rimanere in quarantena sono state le prime domande che ho posto al medico di base non appena l’ho sentito, subito dopo aver ricevuto l’alert. Risposta: «Potrai conoscere l’esito del tampone entro 7-8 giorni dopo averlo fatto». Tempi lunghi, insomma, causati dall’ingorgo dei tanti tamponi effettuati.
Cosa dice l’Ats
Quando però sento al telefono per la prima volta l’operatore sanitario dell’Ats di Milano, dove risiedo, mi viene raccontata una versione diversa. Mi dicono che se «non riceverà da parte nostra chiamate entro il 14esimo giorno dal momento in cui l’applicazione ha rilevato il contatto a rischio, dovrà mandarci un’email per richiedere un tampone. Dopo il test l’esito arriverà entro massimo 48 ore». Una versione differente rispetto a quanto mi ha detto il medico, quindi. Almeno però ho una data in mente, martedì 13 ottobre. Dopo di allora dovrò fare un tampone e, se l’esito sarà negativo come la mancanza di sintomi mi fa sperare, in poche ore potrò uscire di casa.
Cosa dice Immuni
Mi rimane però un dubbio in mente. Perché è necessario attendere così tanto, addirittura otto giorni (la chiamata risale a lunedì 5 ottobre), per poter fare un tampone? Inizio anche a pensare che, piuttosto che attendere così tanto, potrei pagarmi un tampone a domicilio da un ente privato. Cerco così conferme di poterlo fare sull’app Immuni, che mette a disposizione una pagina di domande frequenti, raggiungibile anche qui. Ma purtroppo la app raccomanda soltanto di fare la mia parte «seguendo le raccomandazioni», in modo generico.
Cosa dice l’Ats (seconda chiamata)
Decido quindi di richiamare l’Ats di Milano per saperne di più. E ricevo per la terza volta una risposta diversa da un operatore sanitario: «Lei per quattordici giorni dal contatto a rischio [martedì 29 settembre] deve rimanere in isolamento». E se facessi un tampone da un privato? «Non varrebbe per la fine della quarantena, perché il tampone, sia fatto dal pubblico che dal privato, è valido solo se fatto dopo due settimane dal contatto». Una risposta diversa dalle prime che avevo ricevuto, ma finalmente chiara.
Cosa dice il call center di Immuni
Per capire se questa è effettivamente la realtà dei fatti chiamo anche il centralino dell’app Immuni, disponibile al 800 91 24 91. Chiedo quindi loro se risulta che la quarantena di massimo quattordici giorni (un po’ meno se la notifica di Immuni arriva alcuni giorni dopo il contatto) sia la procedura standard. Mi risponde una cordiale centralinista che un po’ stupita mi dice che «a noi questa cosa non risulta, anzi io il tampone glielo farei il prima possibile, questa cosa delle due settimane mi sembra un po’ assurda».
Quale è la realtà
A questo punto per fare chiarezza faccio alcune ricerche online. E mi accorgo che tutte le testimonianze disponibili in rete (del giornalista Riccardo Luna, di Chiara Galeazzi ed Elena Comoglio) riportano che il termine della quarantena è arrivato solo dopo due settimane del contatto rilevato da Immuni. Anche sfogliando i documenti ufficiali, questa sembra essere la realtà dei fatti: una circolare disponibile in rete del ministero della Salute spiega che i contatti individuati da Immuni sono da considerare “stretti”, e proprio il sito del ministero spiega che ai probabili o confermati contatti stretti le “autorità sanitarie territorialmente competenti devono applicare la misura della quarantena con sorveglianza attiva, per quattordici giorni”. A meno di casi eccezionali. In questo modo, evidentemente, si pone la massima importanza alla prevenzione sanitaria e si vuole evitare che escano di casa individui ancora asintomatici ma il cui organismo potrebbe ospitare il virus senza che un tampone riesca ancora a rilevarlo (per il famoso tempo di incubazione).
Una comunicazione poco chiara
Insomma, dopo quattro chiamate non sono riuscito ad avere una risposta univoca su un aspetto così importante come i tempi della quarantena. Sono riuscito ad arrivare in fondo soltanto sfogliando i documenti ufficiali e raccogliendo altre testimonianze e conferme ufficiali. Un’informazione, quella dei quattordici giorni di quarantena a partire dal contatto, che però continua a non essere presente nell’app né sui siti istituzionali. E che dunque tutte le persone che possono scegliere liberamente di scaricare Immuni (e noi vi consigliamo caldamente di farlo), e di segnalare la notifica arrivata sui propri smartphone, non sanno e non possono sapere.
L'app Immuni è scaricabile per iPhone e telefoni Android qui.