Secondo l’esperto, questa misura, unita alla chiusura delle scuole, allo smart working e agli interventi sul trasporto pubblico, permetterebbe di far calare drasticamente la curva dei contagi in appena otto giorni. "A Milano e Napoli uno può prendere il Covid entrando al bar, al ristorante, prendendo l'autobus", ha spiegato. "Stare a contatto stretto con un positivo è facilissimo perché il virus circola tantissimo. In queste aree il lockdown è necessario, in altre aree del Paese no"
L’ultimo Dpcm ha introdotto nuove misure restrittive e determinato la chiusura di attività come palestre e teatri, ma alcuni esperti ritengono che siano necessarie delle misure ancora più aspre per contenere la diffusione del coronavirus. Walter Ricciardi, in particolare, sostiene che sarebbe essenziale un nuovo lockdown per ridurre l’indice di contagio del 24%. “Un’altra riduzione del 15% si avrebbe con la chiusura delle scuole, un altro 13% con lo smart working generalizzato nel pubblico e nel privato e un 7% con interventi sul trasporto pubblico”, ha detto il professore ordinario di Igiene all’Università Cattolica del Sacro Cuore e consulente del ministero della Salute per l’emergenza coronavirus. Per l’esperto, adottando tutte queste misure i risultati sarebbero visibili in appena otto giorni.
I casi di Napoli e Milano
Ricciardi, poi, si è soffermato su due casi particolari. "A Milano e Napoli uno può prendere il Covid entrando al bar, al ristorante, prendendo l'autobus. Stare a contatto stretto con un positivo è facilissimo perché il virus circola tantissimo. In queste aree il lockdown è necessario, in altre aree del Paese no", ha specificato l'esperto. "Ci sono delle aree del Paese dove la trasmissione è esponenziale e le ultime restrizioni adottate, che possono essere efficaci nel resto del territorio, in quelle zone non bastano a fermare il contagio", ha detto ancora. "Se sei a Milano è un luogo dove te lo puoi prendere anche al cinema. In altre città la situazione non è la stessa. A Milano e Napoli è impensabile qualsiasi attività che prevede l'avvicinarsi di persone negli spazi chiusi", ha argomentato ancora, sottolineando come siamo in presenza "di migliaia di soggetti asintomatici che tornano a casa, dove non si indossa la mascherina, ci si bacia e ci si abbraccia".
La necessità di un nuovo lockdown
Nel corso del webinair “Oltre l’emergenza”, Ricciardi ha spiegato che “la via da seguire è quella delineata da una ricerca dell’Università di Edimburgo, pubblicata su Lancet la scorsa settimana: è necessario un altro lockdown”. Per l’esperto, “in Europa la situazione è fuori controllo perché i governi esitano a prendere le decisioni coraggiose che servono al momento giusto, anticipando il virus e non rincorrendolo”. Riferendosi alle misure introdotte con l’ultimo Dpcm, Ricciardi le ha definite delle “misure di facciata”, che non sostituiscono un vero lockdown.
“Non basta affidarsi alla responsabilità dei cittadini”
“Se abbiniamo gli strumenti tecnologici che abbiamo al pensiero razionale possiamo invertire la curva e affrontare un inverno non così drammatico come invece si sta prospettando”, ha aggiunto. “Affidarsi alla responsabilità dei singoli cittadini porterebbe, nella migliore delle ipotesi, a una riduzione dei contagi di appena il 3%”, ha poi sottolineato l’esperto. Si tratterebbe di un risultato nettamente inferiore a quello che, secondo Ricciardi, si potrebbe raggiungere abbinando a un lockdown la chiusura delle scuole, lo smart working e gli interventi sul trasporto pubblico.