Ultrà morto, Salvini contro il giudice sportivo: "Sbagliato chiudere gli stadi"

Cronaca

Saranno interrogati domani i 3 tifosi interisti arrestati per gli scontri prima della partita Inter-Napoli in cui ha perso la vita Daniele Belardinelli (CHI ERA). Per i pm è stato "un combattimento": in testa al commando c'erano un italiano e un francese. Emessi 7 Daspo

Dopo gli scontri del 26 dicembre scorso, prima della partita Inter-Napoli, in cui l’ultrà Daniele Belardinelli (CHI ERA) è morto travolto da un Suv, il prefetto di Milano Renato Saccone è tornato sul tema della sicurezza negli stadi e ha annunciato: “A gennaio faremo un vertice sulla sicurezza che coinvolgerà le società, Inter e Milan. La prossima partita in casa dell'Inter con tutto il pubblico sarà a metà febbraio”. La giustizia sportiva ieri ha infatti stabilito che, a causa degli ululati razzisti all'indirizzo di Koulibaly, l'Inter dovrà giocare a porte chiuse le prossime due partite in casa e la terza con la curva nord chiusa. “Terminata l'efficacia dei provvedimenti della giustizia sportiva, potrebbe essere chiusa parte della curva della tifoseria interista”, ha aggiunto Saccone. Si è detto contrario alla decisione del giudice sportivo, invece, il ministro dell’Interno Matteo Salvini: “Chiudere gli stadi e vietare le trasferte condanna i tifosi veri, che vanno distinti dai delinquenti ed è la risposta sbagliata”. Intanto, secondo i pm di Milano che hanno chiesto la convalida dell'arresto per 3 tifosi interisti fermati durante gli scontri che hanno preceduto la partita tra Inter e Napoli, si è trattato di un "combattimento". Da alcune testimonianze è emerso che a dirigere l’assalto ai van dei tifosi partenopei sarebbero state due persone.

La questione della chiusura e lo stop alle trasferte

Il vicepremier Salvini ha aggiunto anche che le partite "a rischio" non si giocheranno più in notturna, per poter essere controllate meglio. “Una pausa di riflessione” per il calcio è quanto chiesto invece dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. In caso di nuovi episodi di razzismo, come quelli avvenuti durante Inter-Napoli, anche secondo gli allenatori della Lazio, Simone Inzaghi, e del Napoli, Carlo Ancelotti, il calcio dovrebbe “fermarsi”. Oltre alla decisione del giudice sportivo, il questore di Milano Marcello Cardona ha annunciato di aver richiesto “in via d'urgenza al Dipartimento della Pubblica Sicurezza di vietare le trasferte dell'Inter fino alla fine del campionato”. Al momento, secondo quanto si è appreso, l'Osservatorio del Viminale sulla sicurezza delle manifestazioni sportive ha già avvisato la prefettura di Firenze di una limitazione nella vendita dei biglietti per Empoli-Inter nei confronti dei non residenti in Toscana.

Saccone: “Possibili ulteriori provvedimenti”

Quello che è successo la sera di Santo Stefano è, per il prefetto Saccone, “una pagina nera per Milano”. Nella riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica di questa mattina, si è valutato anche il dispositivo di sicurezza messo in campo. A chi gli chiedeva se si poteva fare di più per evitare l’agguato ultras, Saccone ha risposto: "Aspettiamo l'esito delle indagini ma è ovvio che tutto nasce dalle segnalazioni di polizia prima della partita, quelle di provenienza, perché si è scortati se si è organizzati. Se i viaggi in trasferta sono spontanei, no". Poi ha aggiunto: "A me interessa anche capire i legami tra le persone coinvolte, che hanno premeditato l'agguato, e la curva, perché sulla base di quello che emergerà dalle indagini potranno essere presi ulteriori provvedimenti". Il prefetto ha definito le prossime mosse come utili a “isolare i violenti”, in quanto “non si può far pagare a tutti comportamenti criminali”.

Interrogatori in Tribunale

Saranno interrogati domani i tre tifosi interisti, tutti sotto i trent'anni, arrestati durante gli scontri pre-partita in cui è morto Belardinelli, membro di un gruppo ultrà del Varese gemellato con una parte della tifoseria nerazzurra. I tre tifosi arrestati dovranno rispondere di rissa aggravata, lesioni e lancio di razzi. A quanto si è saputo, uno dei quattro tifosi napoletani rimasti feriti nei tafferugli è stato colpito da una roncola che è poi stata trovata sul posto dagli investigatori della Digos. Nella ricostruzione degli inquirenti sulla vicenda, verso le 19.20 il gruppo di tifosi interisti ha invaso a piedi la carreggiata di via Novara, vicino allo stadio, e ha circondato le auto e i furgoni con a bordo gli ultras del Napoli, lanciando fumogeni e petardi e colpendo le macchine con bastoni e mazze, mentre i tifosi azzurri sono scesi dai van armati di aste e cinture e hanno aggredito a loro volta i nerazzurri. Il conducente del suv che ha investito Belardinelli, invece, sarebbe estraneo agli scontri.

Assalto ai van dei tifosi, testimoni: "Uno parlava italiano, l'altro francese"

Alcune testimonianze hanno riferito che le due persone che avrebbero diretto l'assalto ai van dei tifosi impartivano ordini uno in italiano e uno in francese. Agli scontri erano presenti infatti anche ultras del Nizza, gemellati con la tifoseria dell'Inter. I testimoni riferiscono inoltre di aver visto tre o quattro persone che trasportavano un uomo, probabilmente Daniele Belardinelli, urlando che l'uomo aveva "le gambe rotte".

Sette Daspo emessi dal questore

Le indagini finora condotte hanno permesso di individuare nove assalitori, tre dei quali arrestati (gli altri denunciati a piede libero). Sette di loro, tutti italiani e di età compresa tra i 18 e i 48 anni, sono stati colpiti dal Daspo emesso dal questore di Milano Marcello Cardona, esteso alle competizioni calcistiche internazionali, mentre sono in corso gli accertamenti sulla posizione degli altri due indagati e sui possibili altri partecipanti all'aggressione. Sei degli assalitori raggiunti dal provvedimento hanno numerosi precedenti penali, cinque erano già stati colpiti da Daspo (emessi anche in altre province) per aver preso parte ad episodi violenti. Solo uno, di 21 anni, è incensurato.

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