Sul corpo di Silvana La Rocca, 73 anni, trovata morta ieri sera nel giardino della sua abitazione a Marina di Leporano, ci sono diverse ferite di arma da taglio. Il figlio della donna, Raffaele D'Ettori, di 46 anni, rintracciato dai carabinieri e portato al comando provinciale per essere interrogato, ha confessato l'omicidio
Ha confessato il figlio di Silvana La Rocca, insegnante in pensione di 73 anni trovata morta con ferite di arma da taglio sul corpo. Il cadavere della donna è stato rinvenuto la sera di giovedì 14 novembre nel giardino della sua abitazione a Marina di Leporano , in provincia di Taranto. Il figlio della donna, Raffaele D'Ettori, di 46 anni, rintracciato dai carabinieri e portato al comando provinciale per essere interrogato, ha confessato di aver accoltellato la donna e poi di essere fuggito. Ora sarà sottoposto a fermo, su disposizione del procuratore Eugenia Pontassuglia e del pm Salvatore Colella, con l'accusa di omicidio volontario. La donna è stata trovata senza vita nel cortile della sua villetta a Leporano da un nipote contattato dal figlio che vive in Francia, preoccupato per le mancate risposte al telefono da parte della vittima.
La vittima
Silvana La Rocca, insegnante in pensione, aveva due figli, uno dei quali vive in Francia. L'altro, residente a Pulsano, ex militare della Marina, è l'uomo fermato per l'omicidio. La donna era vedova e viveva da sola in casa. Suo marito, ex operaio specializzato dell'Ilva, morì nel novembre del 2002 in un incidente sul lavoro. Oltre ai carabinieri, sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco per le operazioni di messa in sicurezza.

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La confessione del figlio
Raffaele D'Ettori, sentito dal pm, dopo le iniziali reticenze ha reso dichiarazioni ampiamente autoaccusatorie. In particolare ha riferito di aver ucciso la madre nel corso della mattinata di ieri utilizzando due coltelli che aveva portato con sé: precisamente un coltello sardo tipo 'Pattada' ed un coltello a scatto. Quindi, dopo aver cercato di liberarsi delle armi e degli indumenti indossati durante l'esecuzione del delitto, ha dichiarato di aver sparso candeggina all'interno della casa e di aver staccato il tubo del gas nella prospettiva di "far saltare la casa". Quanto al movente ha fornito dichiarazioni contrastanti e, per certi versi, inverosimili, precisando, tra le altre cose, di aver "strappato il cuore della mamma". Queste dichiarazioni sono state confermate anche nel successivo interrogatorio alla presenza del difensore di fiducia quando la sua posizione era passata a quella di indiziato di reato. Nel corso della ulteriore confessione l'uomo ha detto di aver commesso il fatto nella giornata precedente, cioè l'altro ieri, e di aver prima colpito la madre dietro la nuca e, successivamente, non essendo riuscito a ucciderla subito, di averle inferto coltellate alla gola, all'addome ed, infine, allo sterno, per prelevarle il cuore. Infine ha riferito di essere restato vicino a lei fino al momento del suo ultimo respiro. Ora D'Ettori risponde di omicidio, aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà.