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Ultrà morto, 9 indagati dopo gli scontri. Questura: "Azione squadrista"

Cronaca
Foto: Ansa

Proseguono le indagini dopo il decesso di Daniele Belardinelli, il tifoso investito poco prima del match tra Inter e Napoli durante i tafferugli tra le due tifoserie. Il questore Cardona ha definito l’episodio come un agguato "ignobile" chiedendo provvedimenti severi

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Sono in tutto nove, compresi i tre interisti già in carcere, gli indagati per gli scontri della sera del 26 dicembre a Milano, nella zona di via Novara, prima della partita Inter-Napoli. Sono tutti accusati di rissa aggravata. Gli investigatori della Digos sono ancora al lavoro per identificare il conducente del suv che ha investito e ucciso Daniele Belardinelli (CHI ERA), ultrà lombardo che si trovava nella zona dei tafferugli. Il 39enne è deceduto nella mattinata di oggi a causa delle gravi lesioni interne riportate dopo essere stato travolto. L’episodio è avvenuto poco dopo quella che il procuratore Marcello Cardona ha definito "un'azione squadrista ignobile" (LE PAROLE DEL QUESTORE). A un’ora dall’inizio di Inter-Napoli, infatti, circa 100 ultrà nerazzurri, insieme ad alcuni supporter del Varese e del Nizza, avrebbero teso un vero e proprio agguato nei confronti di alcuni autobus di napoletani che si dirigevano allo stadio (VIDEO - FOTO).

Quattro tifosi del Napoli feriti

"Chiederò il blocco delle trasferte dell'Inter e la chiusura della curva Nord fino al 31 marzo 2019", ha detto il procuratore di Milano. Oltre al 39enne investito, quattro tifosi napoletani hanno riportato ferite da taglio e contusioni negli scontri (LE ARMI USATE DAI TIFOSI), iniziati dopo che gli ultrà lombardi hanno attaccato i van su cui viaggiavano quelli partenopei. Presenti fuori da San Siro, oltre ai supporter interisti e varesini (entrambi con simpatie per l'estrema destra), anche tifosi provenienti da oltre frontiera in nome delle tante e diverse alleanze tra le curve europee. Tra questi, c'erano i francesi del Nizza, gemellati di fatto con gli ultrà nerazzurri. 

Perquisizioni e indagini

In giornata, gli agenti della Digos hanno eseguito numerose perquisizioni a carico di supporter interisti e del Varese. La Procura sta anche valutando l'ipotesi di reato in relazione all'investimento di Belardinelli: la dinamica è ancora da accertare, con la polizia che lavora sulle immagini delle telecamere di sorveglianza dalle quali si vede un suv sulla corsia di sorpasso che travolge l’ultrà.

La giustizia sportiva

Intanto, le prime decisioni post Inter-Napoli sono arrivate dal giudice sportivo, che ha punito i supporter nerazzurri dopo gli insulti razzisti nei confronti del calciatore senegalese Koulibaly e dei tifosi napoletani. Saranno due le gare a porte chiuse, più una terza con l'ingresso vietato ai soli tifosi della curva Nord. Una sanzione, decisa dal giudice Gerardo Mastrandrea, per i "cori di matrice razziale e territoriale ieri nella gara col Napoli".

Le reazioni dalla politica e dal mondo del calcio

"Non si può morire per andare a vedere una partita di pallone", ha detto il ministro dell'Interno Matteo Salvini. "A inizio anno convocherò sia le società di calcio sia i responsabili dei tifosi di tutta Italia delle serie A e B, perché il calcio torni a essere un momento di divertimento e non di violenza". "Il calcio va fermato di fronte a queste follie", ha commentato invece il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, deputato di Liberi e Uguali. "Perché non esiste calcio, né sport, né spettacolo quando ci sono di mezzo violenza e razzismo". Non è d'accordo sullo stop al calcio il sindaco di Milano Giuseppe Sala: "Non credo sia il caso di fermare il campionato", ha detto, "anche perché obiettivamente a fronte di comportamenti del genere c'è un sacco di gente che va allo stadio con atteggiamento positivo, che ci porta i bambini". E dal presidente della Federcalcio Gravina è arrivata la rassicurazione che non ci sarà nessuno stop: "Sabato in Serie A si gioca, ho parlato un po' con tutti e all'unanimità, dai sottosegretari Giorgetti e Valente alla Lega di Serie A e al presidente del Coni, abbiamo deciso di andare avanti''.

Chi era Daniele Belardinelli

Mentre continuano le indagini per ricostruire la dinamica della morte di Daniele Belardinelli, sul tifoso emergono nuovi particolari. Aveva 39 anni, era sposato e con due figli, faceva parte del gruppo ultrà del Varese "Blood and Honour" (frangia più estrema del tifo biancorosso, storicamente gemellato con quello dell'Inter). Belardinelli non era un volto nuovo nel mondo dei gruppi organizzati e in passato aveva anche ricevuto due Daspo di cinque anni. L’uomo era conosciuto pure per i suoi successi con la "Fight Accademy" di Morazzone, dove praticava arti marziali, ed era socio di una ditta di pavimentisti e piastrellisti con sede nel Canton Ticino.