L'associazione ambientalista ha attaccato uno striscione sulla strada capitolina per invitare i sindaci delle grandi città a vietare la circolazione dei veicoli a diesel. Secondo l'Aea, l'Italia è ultima in Ue per concentrazioni di biossido di azoto. FOTOGALLERY
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Greenpeace arriva a Roma con una protesta anti-diesel. È accaduto nella mattina del 26 ottobre quando la trafficata arteria della capitale è stata presa d'assalto dagli attivisti dell'associazione ambientalista. Nella foto, il maxistriscione appeso lungo la Tangenziale Est a Roma (foto Greenpeace) -
Una volta all'altezza dello Scalo di San Lorenzo, i manifestanti hanno aperto un enorme striscione che riportava la scritta “ ''Respirare è un diritto - #StopDiesel''. Nella foto, gli attivisti di Greenpeace srotolano lo striscione sulla Tangenziale di Roma (foto Greenpeace) -
Di lato alla grande tela gialla col messaggio e il simbolo dell'associazione è stata appesa la riproduzione di due polmoni pieni di fumo. Nella foto, due attivisti attaccano la riproduzione dei polmoni sul ponte della Tangenziale Est a Roma (foto Greenpeace) -
“I sindaci delle nostre città hanno la possibilità di proteggere la salute dei loro cittadini e mandare al contempo un segnale fortissimo al mercato. In molte città europee si discute della fine della mobilità 'fossile', e in primis di quella a gasolio, e le vendite dei diesel calano. In Italia invece continuano a salire", ha affermato Andrea Boraschi, responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. Nella foto, lo striscione appeso a Roma (foto Greenpeace) -
Nel suo messaggio Boraschi ha anche invitato a “invertire questa tendenza – ha detto riferendosi alle vendite del gasolio - facendo capire chiaramente ai cittadini che questa tecnologia ha gli anni contati. Cominciamo dalle grandi città dove i danni ambientali e sanitari causati dai veicoli diesel sono maggiori”. (foto Greenpeace) -
La protesta attuata oggi a Roma ha fatto seguito alla pubblicazione dei dati della campagna di monitoraggio della qualità dell'aria davanti a dieci scuole dell'infanzia e primarie, effettuata nelle scorse settimane da Greenpeace sul territorio di Roma. Nella foto, un attivista tiene in mano una bandiera con il messaggio #StopDiesel (foto Greenpeace) -
Nel suo rapporto, l'associazione, rileva come davanti a ciascun istituto i valori medi di concentrazione del biossido di azoto (NO2) sono risultati superiori al limite individuato dall'Oms come soglia di qualità per la protezione della salute umana (40 microgrammi per metro cubo), con picchi di concentrazione quasi tripli rispetto a quel limite. Nella foto, un attivista manifesta davanti al ponte della Tangenziale romana (foto Greenpeace) -
Il biossido di azoto, precursore di altri inquinanti come il particolato fine e l'ozono, è classificato tra le sostanze certamente cancerogene: i suoi effetti patogeni sono principalmente a carico delle vie respiratorie, del sistema sanguigno, delle funzioni cardiache. A Roma oltre tre quarti della concentrazione di questo inquinante è dovuta al traffico. Nella foto, gli attivisti di Greenpeace attaccati alle corde lungo la Tangenziale romana (foto Greenpeace) -
Greenpeace ha inoltre ricordato che un recente rapporto dell'Agenzia Europea dell'Ambiente stima in oltre 17mila i casi di morte prematura annua causati in Italia dalle alte concentrazioni di NO2: il nostro Paese risulta essere il peggiore in Europa, con un'incidenza sanitaria quasi doppia rispetto alla media Ue. Nella foto, una veduta dal basso del maxistriscione di Greenpeace (foto Greenpeace) -
In virtù di questi dati, l'associazione “green” ha avviato una campagna per chiedere ai sindaci delle quattro città più colpite dai fumi dei diesel (Milano, Torino, Palermo e Roma) di impegnarsi per limitare progressivamente la circolazione nei loro centri urbani di questi veicoli altamente inquinanti. Nella foto, lo striscione di Greenpeace campeggia sul ponte della Tangenziale Est a Roma (foto Greenpeace) -