L'Ong per diritti animali PETA al governo: "Ritirate divieto alla carne coltivata"

Ambiente
Camilla Sernagiotto

Camilla Sernagiotto

Credits: PETA
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L'Ong pro diritti degli animali People for the Ethical Treatment of Animals chiede ai Ministri di ritirare il disegno di legge sulla coltivazione della carne. In vista della Giornata Mondiale della Terra e nel contesto della spinta del governo a vietare in Italia la carne coltivata, la PETA ha inviato una lettera a Giorgia Meloni e a Francesco Lollobrigida per esortarli a fare un passo indietro

L’organizzazione no-profit a sostegno dei diritti animali People for the Ethical Treatment of Animals (nome che spesso viene abbreviato nell’acronimo PETA) ha chiesto ai Ministri di ritirare il disegno di legge che vieta la coltivazione e la vendita della carne sintetica in Italia. Mentre in altre parti del mondo è legale, nel nostro Paese la carne coltivata è stata resa illegale, a livello sia di produzione che di vendita. Produrre e commercializzare cibi sintetici è vietato, con multe fino a 60mila euro per i trasgressori.

La decisione del governo italiano non sembra aver sconvolto gli italiani, visto che - secondo un’indagine Coldiretti-Censis, diffusa dal Cibus di Parma - a bocciare le pietanze create in laboratorio è l’84% dei cittadini intervistati.  

Questo alimento innovativo viene definito "carne in provetta", ma si basa su un punto di partenza che viene comunque sempre dal mondo animale: è necessario prelevare cellule embrionali da un animale vivo (o dalla sua carne fresca), dopo di che da queste si otterrà un prodotto simile alle fibre dei muscoli animali. Infine lavorando sottovuoto questo materiale si potranno ottenere bistecche oppure hamburger.  

La PETA scrive a Giorgia Meloni e a Francesco Lollobrigida chiedendo un ripensamento

In vista della Giornata Mondiale della Terra (che si celebra domani, sabato 22 aprile) e nel contesto della spinta del governo a vietare la produzione e la vendita di carne coltivata in Italia, la PETA ha inviato in queste ore una lettera al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al Ministro per le Politiche Agricole, la Sovranità Alimentare e le Foreste, Francesco Lollobrigida.

Il documento intende esortare il governo italiano a sostenere un “futuro consapevole e orientato al benessere del pianeta”, ritirando il disegno di legge. 

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La carne coltivata presenta molti pro sia a livello di ecosostenibilità sia lato etica  

“Naturalmente, il modo migliore per aiutare il pianeta e gli animali è mangiare vegano”, ci tiene a sottolineare People for the Ethical Treatment of Animals in una nota ufficiale, riportando le parole di Mimi Bekhechi, vicepresidente della PETA per Europa, Regno Unito e Australia. “Tuttavia, la carne coltivata ha il potenziale di risparmiare a miliardi di animali la crudeltà degli allevamenti intensivi e una morte terrificante nei mattatoi. E a differenza della carne proveniente da quei luoghi, la sua produzione non inquinerà i corsi d’acqua, non impoverirà le falde acquifere e non causerà la deforestazione”, prosegue Bekhechi.

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L'Onu afferma che è necessario un cambiamento individuale della dieta

L’agricoltura animale di oggi è un fattore significativo per quanto riguarda la catastrofe climatica, motivo per cui le Nazioni Unite affermano che è necessario un cambiamento individuale della dieta per mitigare i suoi effetti peggiori.

Il settore dell’agricoltura animale provoca enormi danni: aumenta le emissioni di gas serra; contribuisce alla deforestazione; utilizza ingenti quantità di risorse. Non da ultimo, causa sofferenze su vasta scala: ogni anno miliardi di animali vengono tenuti in allevamenti affollati, per poi essere uccisi nei mattatoi.

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PETA: “La carne coltivata è più sicura”

Nella lettera indirizzata a Meloni e Lollobrigida, la PETA sottolinea che l’industria della carne è stata collegata alla diffusione di malattie come le recenti epidemie di influenza aviaria, mentre la carne coltivata è invece più sicura. Il motivo è semplice: non richiede l’allevamento di animali.

Si tratta di una tipologia di carne che è priva di antibiotici, eliminando così le preoccupazioni relative alla resistenza agli antibiotici. La carne coltivata inoltre potrebbe essere ottimizzata affinché la salute umana ne tragga beneficio, per esempio riducendo il contenuto di grassi e colesterolo.

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Esiste già (anche in Italia) un'ampia varietà di carni vegane

La PETA ricorda che sul mercato è già disponibile un'ampia varietà di carni vegane, disponibili anche nel nostro Paese. Sono alimenti che mimano la consistenza della carne ma che sono composti da ingredienti totalmente vegetali. Il consumo di pasti ricchi di legumi, lenticchie, semi, noci e altre proteine vegetali riduce il rischio di cancro, malattie cardiache e diabete.
Da sottolineare che la battaglia portata avanti da People for the Ethical Treatment of Animals si oppone allo specismo, ovvero una visione del mondo basata sulla supremazia dell’essere umano.

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La lettera che PETA ha indirizzato al Governo

Di seguito vi mostriamo il testo integrale della lettera che PETA ha indirizzato in queste ore al Governo, consultabile collegandosi a questo link ufficiale.

“Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, Onorevole Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida. Egregio Presidente, Onorevole Ministro, Vi scrivo per conto di People for the Ethical Treatment of Animals (PETA), le cui entità hanno più di 9 milioni di membri e sostenitori a livello globale, inclusi molti in Italia. Siamo preoccupati per il disegno di legge che vieta la produzione di carne coltivata in laboratorio nel territorio italiano, in quanto essa può svolgere un ruolo importante nel ridurre i danni ambientali e i rischi per la salute pubblica. Vi esortiamo a ritirare il disegno di legge e a incentivare un futuro consapevole e orientato al benessere del pianeta. La carne coltivata ha il potenziale di ridurre drasticamente il cambiamento climatico. Allevare animali per l’alimentazione richiede enormi quantità di terreno, cereali e acqua. L'agricoltura animale è anche una delle principali fonti di emissioni di anidride carbonica, protossido di azoto e metano, gas che hanno un ruolo importante nel riscaldamento globale. Poiché la carne coltivata non cresce sul corpo di un animale, il suo impatto è notevolmente inferiore rispetto a quello della carne convenzionale. Infatti, si stima che la produzione industrializzata di carne coltivata possa generare l'87% in meno di emissioni di gas serra, il 90% in meno di utilizzo del suolo e il 96% in meno di impiego di risorse idriche. La carne prodotta in laboratorio è anche molto più sicura per la salute umana. Il morbo della mucca pazza e l'influenza aviaria, per esempio, non possono diffondersi in un laboratorio in vitro nel modo in cui possono farlo in un allevamento intensivo. E la carne coltivata è priva di antibiotici così diffusi nella gran parte della carne animale. Stipati insieme in capannoni, agli animali negli allevamenti vengono somministrate massicce dosi di antibiotici per mantenerli in vita. Ma il pericolo rappresentato dalla crescente resistenza agli antibiotici è stato definito una ‘bomba a orologeria’. Ovviamente, in un laboratorio, questo problema non sussisterebbe. Dare spazio alla carne coltivata in laboratorio rispetto alla carne convenzionale salverebbe gli animali la cui sofferenza è innegabile, sia in Italia che nel resto del mondo, sfruttati come pezzi di una catena alimentare. Numerose indagini sotto copertura hanno dimostrato che la carne e i latticini ‘Made in Italy’ sono permeati degli stessi abusi, crudeltà e abbandono che abbiamo visto in altri Paesi. Naturalmente, oltre ad accogliere l’adozione di carne coltivata, il governo italiano può e deve impegnarsi di più per promuovere gli alimenti a base vegetale e sostenere i numerosi coltivatori ortofrutticoli che forniscono alla nazione cibi sostenibili, sani e cruelty-free in grado di rendere la cucina italiana famosa e amata da tutti a livello globale. Vi esortiamo a modificare la vostra politica alimentare per accogliere le innovazioni rispettose del pianeta, come la carne coltivata, e a sostenere gli alimenti vegetali che sono ottimali per la salute, gentili verso gli animali e migliori per l'ambiente. Vi ringrazio per il vostro tempo e la vostra attenzione. Resto a disposizione per qualsiasi domanda o necessità di approfondimenti. Distinti saluti, Mimi Bekhechi Vicepresidente, Regno Unito, Europa e Australia PETA Foundation”.

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