
Clima, via libera del Parlamento europeo alla Carbon tax: cos'è e quando entrerà in vigore
Si tratta di un'imposta per i Paesi esterni all’Ue che importano dei prodotti all'interno dell'Unione europea, misurata in base alle emissioni inquinanti. Ecco cosa c'è da sapere

Il Parlamento europeo ha approvato cinque leggi che costituiscono tre dei “pilastri” del progetto Fit for 55, la strategia dell'Ue per ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Uno di questi è la cosiddetta “carbon tax”, un'imposta per i Paesi esterni all'Ue che fanno affari con l'Unione europea, misurata in base alle emissioni inquinanti
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Le altre due leggi approvate riguardano un sistema di scambio di quote di emissioni, o Ets, che includerà anche l'inquinamento prodotto dal trasporto aereo e marittimo, e infine il Fondo sociale per il clima. Tutte e tre le norme dovranno avere l'approvazione definitiva del Consiglio europeo per entrare in vigore
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La “carbon tax” è stata approvata con 487 voti favorevoli, 81 contrari e 75 astensioni. Come già detto a pagarla non saranno gli Stati dell’Ue, ma i Paesi terzi importatori. Il Parlamento europeo ha comunicato in una nota che si tratta di un sistema che ha l'obiettivo di "incentivare i Paesi terzi ad accrescere le proprie ambizioni climatiche e garantire che gli sforzi climatici globali e dell'Ue non siano messi in pericolo dalla delocalizzazione della produzione in Paesi extra Ue con politiche climatiche meno ambiziose"
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Le aziende che importano nell'Ue una serie di prodotti particolarmente inquinanti nella loro produzione o strategici (ferro, acciaio, cemento, alluminio, fertilizzanti, elettricità, idrogeno) dovranno comunicare quante emissioni inquinanti hanno prodotto per farli. Poi saranno obbligate ad acquistare dei "certificati di carbonio" corrispondenti al prezzo che avrebbero dovuto pagare per produrre le stesse cose nell'Unione europea. In questo modo pagheranno una sorta di tassa misurata sulle tonnellate di CO2 prodotte, per aver prodotto quei beni in modo inquinante
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La carbon tax, in pratica, è stata pensata per tutelare le aziende europee che devono rispettare rigorosi requisiti in tema di tutela del clima con costi di conseguenza superiori per la loro produzione. Paesi che non hanno regole molto stringenti, invece, permettono alle società di produrre e vendere i loro prodotti a prezzi più bassi
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La carbon tax sarà introdotta dal 2026 fino al 2034. Ma affinché entri in vigore serve ancora l'approvazione formale del Consiglio europeo, che raccoglie i capi di Stato e di governo dell'Ue

Riguardo allo scambio di quote di emissione, o Ets, ovvero all’altra riforma approvata dal Parlamento europeo, il sistema prevede "riduzioni in emissioni nei settori coperti dall’Ets, pari al 62% rispetto ai livelli del 2005, entro il 2030”
In certi settori produttivi ci sarà un tetto massimo di emissioni inquinanti consentite. Per andare oltre questa soglia si potranno acquistare delle "quote" dalle aziende che invece saranno state al di sotto. In questo modo, l'idea è di premiare anche economicamente chi produce poche emissioni inquinanti

Nel 2026 nascerà anche il Fondo sociale per il clima rivolto alle "famiglie vulnerabili, le microimprese e gli utenti dei trasporti particolarmente colpiti dalla povertà energetica". Il Fondo avrà lo scopo di "garantire una transizione climatica equa e socialmente inclusiva" e sarà finanziato in parte con i soldi ricavati dalla vendita delle quote del sistema Ets II, con un importo fino a 65 miliardi di euro, e in parte con fondi nazionali
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