Clima, Legambiente: in Italia 254 eventi estremi nel 2022: +27% in un anno

Si sono verificati 531 casi di stop alle infrastrutture, con 89 giorni di blocco di mezzi di trasporto come metropolitane e treni urbani e 387 eventi con danni causati dal passaggio di trombe d’aria (in foto, i danni causati da una tromba d'aria in Sicilia)

LE CITTÀ – I grandi centri urbani sono quelli che hanno sofferto di più. A Roma si sono verificati 66 eventi estremi, di cui sei soltanto nel 2022. Oltre la metà, 39, hanno riguardato allagamenti a seguito di piogge intense. Anche a Bari non è andata meglio: 42 fenomeni estremi, di cui 20 sempre nell’ambito di allagamenti per precipitazioni e 17 per trombe d’aria e relativi danni. Troviamo poi Agrigento (32 casi, di cui 15 allagamenti) e Milano (30 eventi, di cui almeno 20 esondazioni dei fiumi Lambro e Seveso)

LA SPESA PER LE EMERGENZE METEOCLIMATICHE – Il report evidenzia come 24 Paesi europei abbiano adottato un piano nazionale o settoriale di adattamento al clima. Tra questi manca l’Italia, che negli ultimi 9 anni – da maggio 2013 a maggio 2022 – ha nel frattempo speso 13,3 miliardi di euro di fondi assegnati per le emergenze meteoclimatiche. La media è di 1,48 miliardi di euro all’anno per la gestione delle emergenze, con un rapporto di quasi 1 a 4 tra spese per la prevenzione e quelle per la riparazione dei danni

Dal 1999 al 2022, l’Italia ha avviato 9.961 interventi per mitigare il rischio idrogeologico, con una spesa stimata a 9,5 miliardi di euro, secondo l’elaborazione fatta da Legambiente su fonti Ispra. La media è di 400 milioni di euro ogni anno

In parallelo, i dati della Protezione Civile sugli stati di emergenza da eventi meteo-idro dal maggio 2013 a maggio 2022 parlano di 123 casi, segnando un lieve incremento rispetto al 2021 (quando però i dati includevano il periodo fino a ottobre), ma comunque in aumento deciso rispetto ai 103 nel 2020

UN APPROCCIO EMERGENZIALE - “Nella lotta alla crisi climatica da troppi anni l’Italia sta dimostrando di essere in ritardo”, dice il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani. Roma “continua a rincorrere le emergenze senza una strategia chiara di prevenzione, che permetterebbe di risparmiare il 75% delle risorse economiche spese per i danni provocati da eventi estremi, alluvioni, piogge e frane”. Si sottolinea come non sia ancora stato approvato “il Piano nazionale di adattamento al clima, dal 2018 fermo in un cassetto"  

Legambiente chiede al governo di farlo entro la fine dell’anno e “di definire un programma strutturale di finanziamento per le aree urbane più a rischio, rafforzare il ruolo delle autorità di distretto e dei comuni contro il rischio idrogeologico e la siccità, approvare la legge sul consumo di suolo, e cambiare le regole edilizie per salvare le persone dagli impatti climatici e promuovere campagne di informazione di convivenza con il rischio per evitare comportamenti che mettono a repentaglio la vita delle persone”

BUONE NOTIZIE –  L’indagine vuole però evidenziare anche alcune buone notizie. Così ad esempio il successo del programma sperimentale d’interventi per l’adattamento ai cambiamenti climatici in ambito urbano, emanato nel 2021 dal MITE che prevede finanziamenti in decine di aree urbane italiane. Tra queste, ad esempio, Cremona con i Boschi della Villetta e La strada in Verde, Lucca con Le scuole verdi di Lucca, a Ferrara dove le azioni di adattamento riguarderanno Piazza Cortevecchia, a L’Aquila progetti di riforestazione urbana

Tra le buone pratiche, si segnala il Piano Aria e Clima di Milano, l’Action Plan Genova 2050 di Genova, Forlì con il Giardino dei Musei e Perugia con l’esempio dei GIS (Geographic Information System), per acquisire e analizzare i dati integrando la dimensione geografica, per monitorare in tempo reale i fenomeni e pianificare efficacemente la costruzione del futuro