Russia-Ucraina, la Germania ferma il gasdotto Nord Stream 2: cos'è e perché è strategico

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Il cancelliere tedesco Scholz ha annunciato lo stop al progetto, cambiando radicalmente rotta rispetto alla strategia tenuta in passato da Angela Merkel e avvicinandosi alla linea dura degli Usa. La struttura sottomarina, lunga 1.234 km, permetterebbe di portare 55 miliardi di metri cubi di gas all'anno dalla Russia all'Europa

È sempre più alta la tensione in Ucraina dopo l'annuncio di Putin (LA SUA FOTOSTORIA) sul riconoscimento del Donbass e l'invio delle truppe, formalmente per una missione di peacekeeping, nella regione. La Germania ha deciso di dare subito un segnale forte, cedendo su uno dei progetti sui quali ha più interessi economici: il gasdotto Nord Stream 2. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha annunciato il congelamento dell'autorizzazione della rete, non ancora in funzione, che collega la Russia alla Germania: un messaggio diretto a Mosca ma anche agli alleati, in bilico sugli interessi incrociati che si scontrano con le sanzioni da imporre alla Russia. Il Cremlino ha fatto sapere che si aspetta che la frenata sul Nord Stream 2 sia "temporanea" (LE NEWS IN DIRETTA).

Cos’è Nord Stream 2

Nord Stream 2 è un gasdotto sottomarino già completato che collega direttamente la Russia e la Germania. Con i suoi 1.234 km, è il gasdotto offshore più lungo del mondo: parte dalla costa baltica russa e arriva alla Germania nord-orientale. È costato 12 miliardi di dollari e segue lo stesso percorso del Nord Stream 1, finito più di dieci anni fa. Come il suo predecessore sarà in grado di portare 55 miliardi di metri cubi di gas all'anno dalla Russia all'Europa. Il gruppo russo Gazprom ha una partecipazione di maggioranza nel progetto da 10 miliardi di euro, ma nell'azionariato della società che lo gestisce ci sono anche le compagnie tedesche Uniper e Wintershall, la francese Engie, l'anglo-olandese Shell e l'austriaca Omv. Il gasdotto è stato completato a settembre 2021, ma a novembre le autorità tedesche hanno sospeso l’iter di approvazione, in attesa del processo di revisione del gasdotto da parte dell'autorità di regolamentazione tedesca (LA SITUAZIONE DELLE FORZE SUL CAMPO - LA NATO).

DONETSK, UKRAINE - FEBRUARY 21, 2022: A view of a poster reading "Russian Donbass." Denis Pushilin, head of the Donetsk People's Republic, asks Russian President Vladimir Putin to recognize independence of the Donetsk People's Republic. As tension escalated in east Ukraine on 18 February, 2022, the Donetsk People's Republic announced a mass evacuation of civilians to Russia. On 19 February 2022, it announced general mobilisation. Alexander Ryumin/TASS (Photo by Alexander Ryumin\TASS via Getty Images)

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Il progetto e la storia del gasdotto

Il progetto Nord Stream nasce nel 1997 con l’obiettivo di portare il gas naturale russo in Germania senza passare per i Paesi baltici, quelli del gruppo Visegrad - Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Ungheria - la Bielorussia e l’Ucraina, che perdono così i guadagni derivanti dai diritti di transito. Nord Stream 1 è entrato in funzione il 6 settembre 2011, con una seconda linea che è partita nell’ottobre 2012. Poco dopo è nato il progetto del Nord Stream 2, fortemente osteggiato da Stati Uniti, Ucraina e alcuni Stati membri della Nato, e che secondo molti analisti aumenterebbe di molto la dipendenza dell’Europa dalla Russia.

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Il ruolo della Germania

La decisione di Scholz di interrompere il processo di revisione del gasdotto delle autorità tedesche segna una decisa cesura con la linea tenuta dall’ex cancelliera Angela Merkel, che aveva sempre evitato di dar seguito alle richieste di abbandonare il progetto, anche quando la tensione con Mosca saliva, ad esempio per il caso Navalny. Berlino importa circa il 40% del proprio gas dalla Russia e Nord Stream rappresenta un’occasione per la transizione energetica da carbone e nucleare alle rinnovabili. Inoltre, il 9 febbraio il ministero dell’Economia tedesco parlava di riserve di gas a un livello "preoccupante", meno della metà rispetto a due anni fa. Ed è anche per questo che Nord Stream 2 è uno dei nodi principali della crisi russo-ucraina, insieme alla dipendenza dell'Europa dalle forniture energetiche di Mosca e alla conseguente titubanza ad aderire alla linea dura degli Usa, che da subito avevano minacciato uno stop del gasdotto, mentre i leader europei spingevano per il dialogo con il Cremlino.

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La Casa Bianca plaude allo stop di Nord Stream 2

Non a caso, dopo l’annuncio di Scholz, è arrivato a stretto giro il commento soddisfatto della Casa Bianca: "Il presidente ha chiaramente indicato che se la Russia invade l'Ucraina, noi agiremo con la Germania per fare in modo che il Nord Stream 2 non sia messo in funzione. Noi siamo stati in stretto contatto con la Germania questa notte e ci felicitiamo per il suo annuncio", ha detto la portavoce Jen Psaki.

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