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Afghanistan, i talebani: "Non vogliamo più nemici. Donne al governo ma sotto la Sharia"

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©Getty

Gli "studenti islamici", a 48 ore dalla presa di Kabul, iniziano a delineare la loro gestione del potere. Annunciano un'amnistia per i funzionari statali, niente obbligo di burka ma solo di hijab e via libera all'istruzione - anche universitaria - per le donne. Poi la prima conferenza stampa al Media Center: "Abbiamo perdonato tutti coloro che hanno combattuto contro di noi. Le animosità sono finite"

A 48 ore dalla presa di Kabul, i talebani annunciano un'amnistia per i funzionari statali, invitano le donne a entrare nel governo "ma secondo le regole della Sharia" e dicono di aver "perdonato tutti coloro che hanno combattuto" contro di loro. "Le animosità sono finite. Non vogliamo nemici esterni o interni. Vogliamo assicurarci che l'Afghanistan non sia più un campo di battaglia", spiegano. Poi appaiono davanti alle telecamere nella loro prima conferenza stampa, dove a parlare è Zabihullah Mujahid, che si definisce "portavoce dell'Emirato islamico". L'annuncio della conferenza è stato dato con un messaggio in lingua pashtun pubblicato su Twitter. "Questa sera alle 18:30 terrò la mia prima conferenza stampa al Media Center di Kabul. I giornalisti e i rappresentanti dei media sono invitati a partecipare", ha scritto Mujahid (GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - LO SPECIALE - TUTTI I VIDEO).

"Amnistia generale, donne dovrebbero far parte del governo"

I talebani hanno annunciato un'amnistia generale per i funzionari statali, invitandoli a tornare al lavoro: "È stata dichiarata un'amnistia generale per tutti, quindi dovreste riprendere il vostro stile di vita con piena fiducia", affermano in una nota. Poi Enamullah Samangani, membro della commissione Cultura degli insorti, citato dalla Associated Press invita le donne a entrare nel governo, "ma secondo le regole della Sharia". Un'affermazione che sembra voler indicare una possibile svolta moderata degli "studenti islamici" - in passato autori di lapidazioni di donne, mutilazioni ed esecuzioni in piazza - ma che viene accolta con scetticismo da molti afghani e osservatori internazionali. "L'Emirato islamico non vuole che le donne siano vittime. Dovrebbero far parte del governo secondo i dettami della Sharia", dice Samangani, senza esplicitare tuttavia cosa ciò significhi. E anche sull'amnistia non viene chiarito chi esattamente ne beneficerebbe: anzi, alcune fonti a Kabul riportano che i combattenti islamici hanno già stilato liste di afghani che hanno cooperato con le forze straniere e per questo ricercati.

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"Niente burka per le donne, sì all'istruzione"

Uno dei portavoce dei talebani, Suhail Shaheen, dichiara a Sky News che le donne afghane potranno accedere all'istruzione, compresa l'università, aggiungendo che dovranno indossare l'hijab ma non il burka. Suhail Shaheen afferma inoltre che "migliaia" di scuole continuano a funzionare.

"Abbiamo liberato l'Afghanistan dopo 20 anni"

"Questo è un momento di orgoglio per l'intera nazione", esordisce poi nel pomeriggio il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid, nella prima conferenza stampa del movimento a Kabul. "Dopo vent'anni di lotte abbiamo liberato l'Afghanistan ed espulso gli stranieri", dice davanti alle telecamere. "Vogliamo assicurarci che l'Afghanistan non sia più un campo di battaglia. Abbiamo perdonato tutti coloro che hanno combattuto contro di noi. Le animosità sono finite. Non vogliamo nemici esterni o interni", aggiunge.

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"Tuteleremo i diritti delle donne sotto la Sharia"

"Ci impegniamo per i diritti delle donne all'interno della Sharia. Lavoreranno fianco a fianco con noi. Non ci saranno discriminazioni", continua Zabihullah Mujahid in conferenza stampa. "Nessuno sarà danneggiato, non vogliamo avere problemi con la comunità internazionale", sottolinea ancora il portavoce, specificando che i talebani hanno "diritto di agire" secondo i loro "principi religiosi. Altri Paesi hanno approcci e regolamenti diversi, e gli afghani hanno il diritto di avere le proprie regole in accordo con i nostri valori".

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La coltivazione del papavero da oppio

L'Afghanistan non sarà più un centro per la coltivazione del papavero da oppio o per il business della droga, assicura Zabihullah Mujahid, aggiungendo che il nuovo governo avrà bisogno del sostegno internazionale per promuovere un'alternativa alla coltivazione del papavero. Rispondendo a una domanda sul rischio che l'Afghanistan dia asilo a foreign fighters o ai terroristi di al Qaida, il portavoce dice: "Il suolo afghano non sarà utilizzato contro nessuno, possiamo assicurarlo".

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"Costretti a entrare a Kabul per evitare il caos"

I talebani dicono di essere stati "costretti ad entrare a Kabul" per evitare il caos. "Il nostro piano era di fermarci alle porte di Kabul in modo che il processo di transizione potesse essere completato senza intoppi", ha affermato Zabihullah Mujahid. "Ma sfortunatamente il governo precedente era incompetente e le loro forze dell'ordine non potevano fare nulla per garantire la sicurezza. Dovevamo fare qualcosa. Siamo dovuti entrare a Kabul per garantire la sicurezza dei cittadini", ha concluso.

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