Ucraina, arrivati al Regina Margherita i 13 bambini malati oncologici in fuga dalla guerra

Piemonte

I piccoli malati di tumore sono stati trasferiti da Iasi, in Romania, a Torino con un volo umanitario e saranno ricoverati nell'ospedale infantile

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Atterrati all'aeroporto di Caselle Torinese, sono arrivati in ambulanza all'ospedale infantile Regina Margherita di Torino i bambini ucraini malati di tumore che sono stati tratti in salvo con una missione umanitaria organizzata dalla Regione Piemonte. Ora potranno riprendere le cure interrotte a causa dei bombardamenti. Ad accogliere le ambulanze c'è Giovanni La Valle, direttore generale della Citta della Salute di Torino, di cui il Regina Margherita fa parte, con una equipe medica e infermieristica. In tutto i pazienti sono 13, con loro anche le famiglie. I bambini dall'Ucraina sono arrivati all'aeroporto di Iasi, in Romania, a bordo di un pullman messo a disposizione dalla Regione Piemonte, quindi sono partiti alla volta dell'Italia. (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - IL RACCONTO DEGLI INVIATI DI SKY TG24 - I NEGOZIATI TRA RUSSIA E UCRAINA - LE ARMI INVIATE DALL'ITALIA A KIEV - LE RICADUTE SULL'ECONOMIA E SUL GAS IN ITALIA)

Cirio: “Vogliamo riuscire ad accoglierne il più possibile"

"È una lista che sta crescendo, perché vogliamo riuscire ad accoglierne il più possibile", aveva spiegato il governatore, Alberto Cirio, che guida la delegazione con l'assessore ai Bambini, Chiara Caucino. Il numero dei piccoli pazienti, dai sette inizialmente previsti, è salito a 13, oltre a cinque fratelli e 14 famigliari adulti. Tra loro anche bambini gravemente malati: cinque hanno una leucemia acuta, e uno di loro è molto grave, due hanno linfomi e sono in condizioni stabili, cinque presentano tumori solidi e due hanno tumori cerebrali. Hanno età tra i due e i 17 anni, ma c'è anche un ragazzo di 21 anni. Ad assisterli ci sono un anestesista, un pediatra oncologo e due infermieri partiti con un altro aereo ieri pomeriggio.

"Stanotte avranno un letto"

"Questi bambini - ha detto il governatore del Piemonte Alberto Cirio, sceso in aeroporto a prenderli - sono in viaggio dalle cinque di ieri perché per paura di mancare l'appuntamento alla frontiera sono partiti un giorno prima. I medici li stanno seguendo già da ieri e finalmente questa notte non dormiranno in un bunker ma in un letto con la loro mamma accanto. Sono famiglie che scappano dalla guerra con una borsa - ha detto ancora - Questo non deve più accadere, noi siamo qui anche per dire questo: non è possibile nel 2022 assistere a scene di questo tipo, questi bambini non hanno nessuna colpa e non devono pagare loro le colpe di qualcuno che si sente potente".

"Abbiamo corso - ha sottolineato Cirio - ma ora possiamo dire che la missione è compiuta. Sono orgoglioso del mio Piemonte, perché non ci limitiamo a denunciare e a condannare la guerra ma ci impegniamo nella solidarietà vera, facciamo cose concrete, come concrete sono le cure che questi bambini stanno ricevendo". 

La missione per portare i bambini a Torino

Della delegazione piemontese fanno parte anche la vicepresidente del Senato, Anna Rossomando, e la professoressa, Franca Fagioli, direttore di Oncoematologia Pediatrica e Centro Trapianti - Presidio Ospedaliero Infantile Regina Margherita - A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino. "Tutta questa operazione - ha detto Cirio prima del decollo - è stata possibile grazie alla generosità di imprenditori privati piemontesi: la Fondazione Lavazza che ha finanziato l'aereo che sta per decollare con la delegazione, BASIC Air, la compagnia aerea privata creata da Marco Boglione, che ha provveduto all'aereo partito ieri con i medici. La difficoltà è stata quella del collegamento via terra, perché in questo momento non si trovano mezzi. Qui ci è venuto incontro Alessandro Barbero, imprenditore albese titolare dell'azienda BASIC 2, che ha fatto una decina anni fa importanti investimenti in Romania".

"Abbiamo passato ieri notte la frontiera moldava - ha spiegato Barbero raccontando del viaggio via terra per raggiungere Iasi - e abbiamo aspettato con il pullman parcheggiato nella terra di nessuno fra la dogana moldava e quella ucraina fino a quando questa mattina alle 6 è scaduto il coprifuoco, poi è arrivato il primo gruppo di famiglie. E' stata una scena straziante, perché alcuni piccoli malati faticano a camminare e hanno dovuto essere sostenuti dai medici, che sono andati loro incontro. La situazione era tesa ma apparentemente tranquilla. Abbiamo aspettato alcune ore, in modo da raccogliere tutte le famiglie che attendevamo. Molti bambini non avevano i documenti per l'espatrio ma solo il certificato di nascita, però le autorità sono state comprensive e li hanno lasciati uscire dall'Ucraina e attraversare la Moldavia e la Romania per arrivare in Italia".

Città Salute di Torino: "Pronti ad accogliere altri bambini"

"C'è da parte nostra la disponibilità ad accoglierne altri, è una situazione di emergenza che va attenzionata al massimo e daremo tutta la disponibilità necessaria, compatibilmente con le nostre potenzialità", dice il direttore generale della Città della Salute di Torino Giovanni La Valle, che ha accolto all'ospedale infantile Regina Margherita di Torino le ambulanze provenienti dall'aeroporto. "Non potevamo rimanere indifferenti alla violenza della guerra - aggiunge la professoressa Franca Fagioli, direttore del Dipartimento di Patologia e Cura del Bambino al Regina Margherita e direttore Oncoematologia pediatrica della Città della Salute di Torino, che ha viaggiato con i 13 bambini - Sono tutti molto provati, perché a causa della guerra hanno interrotto i trattamenti e non c'è un minuto da perdere. Ma oltre alla diagnosi di malattia tumorale c'è da affrontare anche il trauma della guerra e dello stacco dal nucleo familiare". Il team di psicologi del nosocomio è già al lavoro, coordinato dalla dottoressa Giulia Zucchetti e con il sostengo di Irina e Oniska, mediatrici culturali. "La lingua al momento è un ostacolo - conclude la professoressa Fagioli - ma troveremo un modo per comunicare. E dovremo trovare una soluzione anche per collocare i fratellini e i familiari".

Le parole di ringraziamento di una madre

"Sono molto emozionata e ringrazio la generosità dell'Italia. Noi siamo di Odessa, dove è rimasto mio marito. La situazione in Ucraina è anormale, si vive nella paura, nascosti nei bunker". Così Julia, una giovane mamma ucraina, arrivata a Torino con la missione umanitaria della Regione Piemonte insieme alle figlie Kira e Tania, 7 e 10 anni, la più piccola malata di leucemia e due volte trapiantata di midollo a Verona. Le bimbe a bordo del volo, appena atterrato, hanno fatto un disegno con due bimbi e le bandiere ucraina e italiana, che hanno dato in regalo al presidente del Piemonte Alberto Cirio. "Sono contenta di essere in Italia - ha sottolineato Julia - ma vivo nella paura per tutti i miei che sono rimasti in Ucraina: oltre a mio marito anche mia sorella, mia madre e mio padre".

Il console ucraino Arrigotti: "Piemonte ha fatto grande cosa"

"Nell'immensità della tragedia che il popolo ucraino sta vivendo, il pensiero che il Piemonte sia riuscito in così poco tempo a fare una cosa così grande mi commuove. Spero che questi bambini con le loro famiglie possano trovare qui una casa e le migliori cure e sono certo che sarà così", sottolinea il console onorario dell'Ucraina a Torino, Dario Arrigotti. "Spero anche che il Piemonte possa continuare a dare sostegno ai profughi, ai malati e anche ai feriti che potremo aiutare dando loro soccorso negli ospedali della regione", aggiunge il console.

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