Grazie a un algoritmo le foto ‘prendono vita’ come in Harry Potter

Tecnologia

Le immagini diventano magiche, quasi come i ritratti di Hogwarts, grazie a 'Photo Wake Up’, sviluppato dai ricercatori dell’Università di Washington. La nuova tecnologia verrà presentata alla Conferenza di visione artificiale e riconoscimento delle forme

L’innovazione tecnologica giorno dopo giorno si spinge sempre oltre, riuscendo a volte a superare la soglia tra la realtà e l’immaginazione. Finora le foto e dipinti animati appartenevano solo al magico mondo di Harry Potter; ora, grazie a una tecnologia sviluppata da un team di ricercatori dell’Università di Washington, approdano nel mondo reale.
Le foto diventano magiche, quasi come i ritratti di Hogwarts, grazie all’algoritmo 'Photo Wake Up' che verrà presentato a breve alla Conferenza di visione artificiale e riconoscimento delle forme (Cvpr 2019), in programma a Long Beach, in California, dal 16 al 20 giugno.

Come funziona l’algoritmo Photo Wake Up: da semplici immagini a modelli in 3D

La nuova tecnologia trasforma semplici fotografie in animazioni in 3D in grado di uscire dalla cornice, quando osservate con i visori di realtà aumentata di ultima generazione. Photo Wake Up è in grado di focalizzare il soggetto presente in una foto o in un’opera d’arte e di realizzare una maschera della sua figura abbinandola poi a un modello 3D. Dopo aver ricreato le spalle del personaggio, seguendo lo stile dell’immagine, il sistema ricostruisce il protagonista della foto, elaborando un suo modello tridimensionale, in grado di muoversi nello spazio, correndo verso l’osservatore grazie alla realtà virtuale.
Una volta in movimento l’algoritmo riempie lo spazio vuoto creatosi alle sue spalle colorandolo in base allo sfondo dell’immagine.

L’algoritmo si presta a molteplici applicazioni

Il protagonista del dipinto prende così vita. Se osservato con i visori d’ultima generazione può camminare e destreggiarsi al nostro fianco. Sono diverse le applicazioni a cui si presta l’algoritmo. Nei videogiochi, per esempio, potrebbe essere utilizzato per divertirsi con avatar personalizzati. Se applicato nelle mostre e nei musei, inoltre, andrebbe ad ampliare l’esperienza offerta ai visitatori, dando loro la possibilità di interagire con i protagonisti delle opere d’arte. 

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