Il termine, unione di "meta" (dentro) e "verso" (abbreviazione di "universo"), indica un universo parallelo al mondo reale. Compare per la prima volta nel 1992 nel romanzo "Snow Crash" di Neal Stephenson. Ha acquisito popolarità più recentemente, quando Mark Zuckerberg ha annunciato di voler creare un suo metaverso, sviluppando concetti già diffusi in videogiochi multimodali come Fortnite e The Sims
“Sarete in grado di teletrasportarvi istantaneamente come un ologramma per essere in ufficio senza fare avanti e indietro da casa, a un concerto con gli amici o nel salotto dei vostri genitori”. È così che Mark Zuckerberg, annunciando il cambio di nome della sua società in Meta, ha spiegato il metaverso: una realtà dove digitale e reale si uniscono. Le giornate nel metaverso sono più o meno uguali a quelle del mondo che conosciamo. Le persone, tramite i propri avatar, possono stringere rapporti e relazioni, lavorano, dormono, si dedicano allo svago. È un universo parallelo, come suggerisce l’etimologia della parola: “meta”, dal greco, significa “all’interno”, e “verso” altro non è che l’abbreviazione di “universo”.
Quando nasce il termine "metaverso"
Si era già parlato di metaverso molto prima che nascesse Facebook. Il termine, ricostruisce il Guardian, compare per la prima volta nel 1992 nel romanzo cyberpunk “Snow Crash” dello scrittore americano Neal Stephenson. Il protagonista Hiro è in cerca di una via di fuga da un’opprimente realtà: consegna pizze per la mafia durante l’orario di lavoro, è hacker nel tempo libero. Riesce a scappare dalla sua vita insoddisfacente creando una realtà virtuale dal suo computer, nella quale può accedere attraverso un paio di occhiali e di cuffie collegati al pc. Questo posto si chiama metaverso e non si allontana molto dall’universo parallelo di Zuckerberg.
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Comunità virtuali e metaverso
Sempre prima di Zuckerberg, era già possibile interagire con realtà digitali che hanno le caratteristiche di quello che il Ceo di Facebook ha chiamato metaverso. Così succedeva in tutte le comunità virtuali fruibili attraverso videogiochi come The Sims, Fortnite e Minecraft. Milioni di gamer in tutto il mondo si riuniscono per ore a giocare attraverso i loro avatar. Tutti questi format non si limitano però a essere dei semplici videogame. Nel 2020, ad esempio, il rapper Travis Scott si è esibito in un concerto all’interno di Fortnite, seguito da oltre 10 milioni di giocatori.
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Come entrare nel metaverso
Come si entra quindi in un metaverso? Basta connettersi a un browser che permetta di accedere a una di queste comunità virtuali. Nel percorso di Zuckerberg verso la creazione del suo metaverso è previsto l’utilizzo di occhiali speciali che catapultano chi li indossa all’interno della realtà digitale. Si tratta degli Oculus Quest 2, protagonisti di uno spot andato in onda durante il Super Bowl 22. Anche questo passaggio per godere dell’esperienza è in realtà simile a quanto già succede su altre piattaforme attraverso i visori VR, una sorta di occhiali smart che permettono di entrare in un videogame o in una realtà digitale godendo di un’esperienza immersiva e 3d.
Metaverso, business e grandi brand
Per anni appannaggio di appassionati di letteratura cyberpunk e di gamer, il metaverso è adesso conosciuto dal grande pubblico. Non solo Facebook ci ha visto un’opportunità di business. Gucci è entrato ad esempio nel metaverso di The Sandbox, piattaforma online abitata da utenti che possono acquistare terreni e oggetti virtuali, utilizzando la tecnologia blockchain Ethereum. Su The Sandbox Marco Verratti, centrocampista della Nazionale italiana e del Paris Saint Germain, ha acquistato un’isola virtuale. Brand come Balenciaga hanno inaugurato le loro boutique in realtà digitali, il designer Andrés Reisinger ha realizzato una residenza – Winter House – che potrà essere inserita in qualsiasi metaverso futuro. Isole, terreni o vestiti sono acquisti che, per ora, si fermano alla realtà virtuale: permettono di vivere un'esperienza più realistica, personalizzando lo stile di vita del proprio avatar per farlo assomigliare il più possibile a una persona vera.