Da .ai fino a .tv, gli Stati che hanno fatto del loro dominio una fonte di ricchezza
Ci sono alcuni Paesi che sono riusciti a capitalizzare i loro domini e a lucrare sulla vendita del loro nome. Un caso è Tuvalu, il cui dominio “.tv” è diventato una delle risorse più preziose dell’isola, ma ce ne sono anche altri
- Il dominio è una nomenclatura associata a un indirizzo IP fisico su Internet. Escludendo alcuni nomi “sponsored”, come per esempio i domini .fly che vengono tendenzialmente concessi solo alla compagnie aeree, tutti gli altri sono disponibili per l’acquisto da parte di qualsiasi utente del web. I domini di primo livello nazionali, rappresentano il livello più alto nella gerarchia del Domain Name System, (sistema dei nomi di dominio) e ogni Paese ha il diritto di determinare le proprie linee guida per l’assegnazione del suo dominio
- Per esempio, per registrare un dominio francese è necessario che il proprietario del dominio, o la sua azienda, abbiano residenza in Francia o in uno Stato dell’Unione Europea. Gli Stati più piccoli, o con un’economia meno sviluppata, hanno invece approfittato della possibilità di avere proprie regole per lucrare sulla vendita dei propri TLD
- Tuvalu è una catena di atolli tra le Hawaii e l’Australia nei quali neanche il turismo riesce a rappresentare una fonte di guadagno. L’economia del territorio è molto limitata con scarse esportazioni che riguardano principalmente il commercio di polpa di cocco essiccata, la pesca e l’emissione di francobolli per i collezionisti. Tuttavia, come riporta Uniontel, il governo tuvaluano riceve 10 milioni di euro all’anno per il suo dominio ".tv"
- Negli anni ‘90 l’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni ha assegnato i domini a ogni Paese del mondo. Se l’Italia ha ottenuto “.it”, Tuvalu ha ricevuto “.tv”, l’abbreviazione universale di televisione. Per questo motivo la micronazione ha deciso di capitalizzarlo e ora è diventato una delle risorse più preziose dell’isola. Tuvalu guadagna un dodicesimo del suo Pil grazie alla licenza del dominio venduta a giganti tecnologici come la piattaforma di streaming Twitch
- Per monetizzare il dominio “.tv”, il governo di Tuvalu ha dovuto negoziare una serie di accordi che consentono alle aziende straniere di commercializzare il dominio di primo livello per uso commerciale. In base all’accordo firmato con Verisign, una specie di grossista di nomi di dominio, la piccola nazione riceve circa 10 milioni di euro all’anno dalla licenza del dominio .tv
- Il dominio del Montenegro è invece “.me” e ha attirato l’interesse di chi voleva indirizzi particolari come “love.me" o “show.me". Ma è usato anche dai colossi tecnologici per abbreviare i link come Google Plus (g.me), Telegram (t.me), Facebook (f.me). Attualmente sono registrati oltre 350 mila siti con indirizzo .me, un dato che trasforma il piccolo Montenegro nel proprietario del dominio con la crescita più sostenuta nella storia del Web
- Una città turistica del Montenegro, inoltre, si chiama Bar e ha la sua zona di dominio con la siglia “.bar”. Nel 2014 i domini con questa dicitura sono diventati disponibili gratuitamente e sono spesso utilizzati per indicare le sedi di bar, pub, locali notturni e naturalmente gli indirizzi vengono acquistati anche per le risorse web locali
- Niue è una piccola isola della Polinesia con dominio “.nu”. In olandese, svedese e danese la sigla significa “ora”, mentre la pronuncia è simile alla parola “nudo” in francese. Il dominio è usato da molti siti a carattere erotico. Nel 1997 l'americano William Semich ha però registrato per sé la zona del dominio con il permesso delle autorità locali: aveva detto agli indigeni che il dominio era qualcosa di nessun valore. Attualmente la sua azienda NU Domain realizza un fatturato annuo di cinque milioni
- In realtà il dominio nazionale più comune è “.tk” dell’arcipelago Tokelau. Molto richiesto anche quello della Germania “.de” perché associato alla frase “finanza decentralizzata” e quindi molto richiesto per le criptovalute
- Il dominio nazionale colombiano (.co) è popolare per la sua somiglianza con il vecchio dominio .com. La zona esiste dal 1991 e inizialmente era chiusa alla registrazione dei non residenti in Colombia, ma dal 2010 è stata classificata come aperta. Alcune aziende utilizzano questo dominio per abbreviare i collegamenti: ad esempio, t.co è di proprietà di Twitter e g.co è di proprietà di Google