Twitter, il New York Times non paga l'abbonamento e perde la spunta blu

Tecnologia

Niente certificazione per il quotidiano statunitense che conta 55 milioni di follower. Musk difende la scelta di far pagare la certificazione

ascolta articolo

A un giorno dalla scadenza dell'ultimatum di Elon Musk, che ha imposto agli utenti di Twitter di pagare per la 'spunta blu', c'è già il primo caso. Il New York Times ha deciso di non sottostare al nuovo regolamento del proprietario del social media e così dall'account del prestigioso quotidiano americano, che ha ben 55 milioni di follower, è sparito il simbolo di certificazione. 

Musk è stato inondato di account verificati ma fake

Qualche giorno fa il miliardario ha difeso la sua controversa decisione sostenendo che serve per evitare la creazione di account falsi. "Bisogna stringere le maglie della certificazione e fare in modo che per ottenere la spunta blu servano un numero telefonico verificato e una carta di credito. La mia previsione è che qualsiasi cosiddetto social network che non faccia così fallirà", ha detto il patron di Tesla. Sta di fatto che a poche ore dalla decisione lo scorso anno, Twitter è stato inondato da account verificati ma falsi che fingevano di essere grandi aziende, personaggi famosi e persino lo stesso Musk. 

leggi anche

Twitter, in un memo Musk valuta la società meno della metà

Da Politico alla Casa Bianca, tutti contro la spunta blu

Sono stati molti a chierarsi con il Times, anche il sito web Politco e persino la Casa Bianca, che come riporta Axios, non pagherà per riportare la verifica sui profili Twitter ufficiali del suo staff. "Sappiamo che Twitter Blue non fornisce la verifica a livello di persona come servizio. Pertanto, un segno di spunta blu servirà semplicemente per capire quando si tratta di un account pagante" le parole di Rob Flaherty, direttore della strategia digitale della Casa Bianca. Lo stesso New York Times  si è opposto alla strategia di business di Twitter ricordando che non pagherà alcun canone per consentire ai suoi giornalisti di essere certificati. Tra i vip critici nei confronti di Musk ci sono l'attore William Shatner, il capitano James T. Kirk nella serie televisiva Star Trek, e il giocatore della Nfl, Michael Thomas, che non pagheranno per la loro spunta. Il bassista dei New Order, Peter Hook, è intervenuto con un post ricordando che non scenderà a compromessi con le logiche della piattaforma e così ha fatto l'attore Jason Alexander, che ha riferito come, in caso di declassamento dell'account, lascerà Twitter, preoccupato per il furto d'identità, dovuto alla possibilità, per chiunque, di acquistare la spunta e fingere di essere qualcun altro.   

leggi anche

Twitter, Musk pensa di assumere nuovo ceo verso fine 2023

Quanto costa certificarsi con Twitter Blue

Il 1 aprile, Twitter ha avviato la 'bonifica' delle spunte blu sulla sua piattaforma. Gli iscritti con un profilo verificato, se non abbonati al servizio Twitter Blue, vedranno il proprio account declassato, ossia privato della verifica contraddistinta dalla spunta blu. Negli Stati Uniti il piano di abbonamento parte da 7 dollari al mese, poco più di 9 euro in Italia,  11 al mese se acquistato tramite l'App Store di Apple. Le organizzazioni e le aziende che desiderano ottenere una spunta dorata dovranno però sottoscrivere un abbonamento da 1.000 dollari al mese, più 50 dollari per ogni account affiliato. Queste cifre rappresentano solo indiscrezioni, non essendo state confermate dal social che, come da indicazioni ufficiali sta "testando la funzione con un numero di aziende scelte". Dalla sua creazione nel 2009, la spunta blu è diventata un elemento distintivo che ha aiutato la piattaforma a diventare un forum affidabile per i giornalisti e gli attivisti. 

leggi anche

Papa Francesco su Twitter, l’account più seguito è quello in spagnolo

Tecnologia: I più letti