Non ci sono pericoli per la Stazione Spaziale Internazionale. Gli ingegneri dell'azienda di Musk al lavoro per individuare le cause dell'anomalia. L'orbita bassa ha raggiunto una densità record con proiezioni fino a 70mila satelliti entro fine decennio, aumentando il rischio di sindrome di Kessler
Un satellite Starlink è alla deriva nello spazio: non si conoscono le cause del guasto ma ha rilasciato una serie di detriti che vengono ora monitorati in tempo reale. Un incidente che non pone rischi alla Stazione Spaziale Internazionale (Iss) ma sottolinea ancora una volta il crescente affollamento di oggetti presenti in orbita bassa e gli eventuali rischi che ne possono derivare. L'incidente è avvenuto a uno degli oltre novemila satelliti della costellazione Starlink, in particolare un satellite che orbitava a 418 chilometri di altezza: "Il satellite è in gran parte intatto - ha comunicato l'azienda di Elon Musk sul social X - sta ruotando, rientrerà nell'atmosfera terrestre e si disgregherà completamente entro poche settimane. L'attuale traiettoria del satellite lo porterà al di sotto della Iss senza rappresentare alcun rischio per il laboratorio orbitante o il suo equipaggio".
"Ingegneri al lavoro per individuare causa anomalia"
L'anomalia ha portato alla perdita delle comunicazioni e di propellente da un serbatoio, con una rapida perdita di 4 km di quota e il rilascio di un piccolo numero di detriti. "Come più grande operatore di costellazioni satellitari al mondo, siamo profondamente impegnati nella sicurezza spaziale", hanno aggiunto. "Prendiamo sul serio questi eventi. I nostri ingegneri stanno lavorando rapidamente per individuare la causa principale e mitigare la fonte dell'anomalia e sono già in procinto di implementare un software sui nostri veicoli che aumenta la protezione contro questo tipo di eventi".
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Starlink ha il 65% degli oggetti artificiali in orbita
Starlink è di gran lunga la più grande costellazione di satelliti in orbita, da sola rappresenta circa il 65% di tutti gli oggetti artificiali in orbita, ed è destinata a crescere ancora. Proprio per il continuo pericolo di incrociare altri satelliti, Starlink non solo monitora tutti gli oggetti in orbita ma ogni satellite è anche dotato di un sistema autonomo per evitare collisioni, meccanismo che nei soli primi sei mesi del 2025 ha portato i satelliti Starlink effettuare ben 145.000 manovre evasive, una media di circa quattro attivazioni per veicolo spaziale al mese.
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Il rischio della Sindrome di Kessler: cosa è
Gli esperti di dinamica orbitale sottolineano come la regione dello spazio in orbita bassa stia raggiungendo livelli di densità senza precedenti. Con oltre 6.000 satelliti Starlink già operativi e piani di espansione che prevedono decine di migliaia di unità aggiuntive, il margine di sicurezza si assottiglia progressivamente. A questi si aggiungono progetti simili da parte della Cina, dell'Unione Europea e di altri operatori privati, che portano le stime a un totale di 70.000 satelliti operativi entro la fine del decennio nella sola orbita bassa. Questa congestione sta rendendo sempre più complessa la gestione del traffico orbitale. La frammentazione di satelliti in orbita costituisce uno degli scenari più temuti dalla comunità spaziale internazionale. La teoria della sindrome di Kessler, formulata nel 1978 dall'astrofisico della NASA Donald Kessler, descrive una reazione a catena in cui la collisione di due oggetti genera detriti che, a loro volta, colpiscono altri satelliti, innescando un processo auto-sostenuto. Questo meccanismo potrebbe rendere inutilizzabili intere fasce orbitali per decenni. Ogni nuovo frammento aumenta statisticamente le probabilità di ulteriori impatti, alimentando un circolo vizioso difficile da interrompere una volta avviato. La rapida espansione delle costellazioni di satelliti, necessaria per garantire connettività globale e servizi avanzati, sta dunque portando l'umanità pericolosamente vicina a quel punto di non ritorno previsto da Kessler oltre quarant'anni fa.