Game Boy, creata una versione ecologica alimentata dal button mashing

Tecnologia

È stata messa a punto dai ricercatori della Northwestern University dell'Illinois (Stati Uniti) e della University of Technology di Delft (Paesi Bassi). È dotata anche di panelli solari

Anche se sono passati più di trent’anni dal suo debutto sul mercato, il Game Boy continua a far parlare di sé. Dopotutto, è stata la console portatile più influente degli anni ’90 e ha venduto 118,69 milioni di unità in tutto il mondo. Il suo successo è stato in buona parte legato alla possibilità di giocare ovunque a titoli amatissimi come Tetris, Super Mario Land, The Legend of Zelda: Link’s Awakening, Pokémon Versione Rossa e Pokémon Versione Blu, Donkey Kong e molti altri. L’amore per questi giochi ha spinto molti giocatori ad andare oltre ad alcuni dei limiti del Game Boy, come lo schermo monocromatico o la necessità di alimentare la console con quattro pile stilo (in realtà poche se paragonate a quelle richieste da alcune console portatili di quel periodo). È proprio su quest’ultima caratteristica che si è concentrato un recente studio dei ricercatori della Northwestern University dell'Illinois (Stati Uniti) e della University of Technology di Delft (Paesi Bassi). Gli esperti hanno creato un prototipo di un Game Boy senza batterie, alimentato dall’energia solare e dal “button mashing”.

 

Energia dal button mashing

 

Engage, questo il nome del prototipo, presenta delle caratteristiche estetiche simili a quelle della console portatile di Nintendo. Sulla sua scocca è possibile notare dei panelli solari, grazie ai quali riesce ad alimentarsi senza l’ausilio delle pile stilo. La seconda fonte di alimentazione si trova all’interno della console ed è un circuito alimentato dall’energia meccanica generata dalla pressione dei tasti. Il risultato ottenuto dal team di ricerca dimostra che nei prossimi anni potrebbe essere possibile arrivare a delle piattaforme di gioco portatili maggiormente ecosostenibili, anche se prima andranno risolti vari problemi. Engage, infatti, non è dotata di una grande potenza di elaborazione e per funzionare deve essere alimentata ogni 10 secondi. Ciò rende difficile concentrarsi sul gioco, anche se la presenza di un software in grado di creare continui check point rende il problema parzialmente aggirabile.

Tecnologia: I più letti