Snapchat: “Stop ai messaggi di Trump, incitano alla violenza razziale”

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Un portavoce della piattaforma, riferendosi al presidente degli Stati Uniti, ha spiegato: "Non andremo ad amplificare le voci che incitano alla violenza razziale e all'ingiustizia facendo loro promozione gratuita". Pochi giorni fa anche Twitter si è schierata contro il tycoon censurando un post che parlava di sparare sulla folla di manifestanti in protesta per la morte del 46enne afroamericano George Floyd

Il social network Snapchat accusa il presidente degli Stati Uniti Donald Trump di incitare alla "violenza razziale" e annuncia che non promuoverà più i suoi messaggi sulla sua piattaforma, Discover, che permette a media selezionati di pubblicare materiale ideato ad hoc. Lo rende noto un portavoce dell’azienda. "Non andremo ad amplificare le voci che incitano alla violenza razziale e all'ingiustizia facendo loro promozione gratuita" su Discover, precisa la società, mentre negli Usa continuano le proteste per la morte a Minneapolis del 46enne afroamericano George Floyd.

Anche Twitter contro Trump, Facebook non si schiera

Pochi giorni fa anche Twitter aveva attaccato il presidente Usa, censurando un suo tweet e accusandolo di violazione dei propri standard “sull’esaltazione della violenza” per aver parlato di sparare sulla folla di manifestanti in protesta per la morte di Floyd. Ancora prima, il social di Jack Dorsey aveva segnalato come “fuorviante” un altro post del tycoon sul tema del voto per posta. In risposta, Trump ha firmato un “ordine esecutivo” che punta – in estrema sintesi - a togliere ai social media l’immunità legale completa contro eventuali cause per i contenuti delle loro piattaforme. Facebook, invece, non si è al momento schierato suscitando diverse proteste di dipendenti e manager.

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