PlayStation, i migliori giochi di sempre secondo gli sviluppatori

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In occasione dei 25 anni dal lancio della sua prima console, Sony ha dedicato una serie di iniziative all’evento. Tra queste ha chiesto anche ad alcuni tra i migliori sviluppatori quale fosse il loro titolo per Ps preferito in assoluto 

Sony, in occasione dei 25 anni dal debutto ufficiale sul mercato di PlayStation, ha voluto ripercorrere la sua storia, con una serie di iniziative. Il sound designer Takafumi Fujisawa, ad esempio, ha spiegato in una lunga conversazione con il portale “Game Informer” (poi ripresa dal blog ufficiale della console) i motivi che lo hanno spinto a creare l’iconico suono che si sentiva in contemporanea con l’avvio di PS1. Inoltre, per capire dala viva voce degli addetti ai lavori, quali fossero i veri capolavori videoludici di questo quarto di secolo, dal 1994 ad oggi, Sony ha voluto sentire direttamente alcuni celebri sviluppatori. Ad ognuno di loro è stato chiesto quale fosse, dal loro punto di visto, il capolavoro tra tutti i titoli usciti per Playstation. Ecco le loro risposte di alcuni di loro.

Tra Castelvania e Metal Gear Solid

Cory Barlog, creative director del Santa Monica Studio, non ha avuto dubbi: il miglior titolo del mondo PlayStation è “Castlevania: Symphony of the Night”. Action rpg pubblicato per la prima nel 1997, è uno degli episodi più amati della serie “Castelvania”. Per Barlog è il titolo che “ha influenzato maggiormente il mio modo di fare giochi, specie per quel suo leggendario mix di azione e avventura”. Tono, struttura dell’universo di gioco, ritmo dell’azione e sistema di livelli sono stati definiti dallo sviluppatore “semplicemente magistrali”. Jason Connell invece, altro creative director ma questa volta dello studio Sucker Punch, ha optato per Shadow of the Colossus, titolo per PS2, videogioco di avventura dinamica in 3D uscito nel 2005. “Un vero classico, diventato il mio titolo preferito sin dal primo minuto di gioco. Colori, luci, atmosfera e colonna sonora creano un ambiente misterioso e inquietante, al tempo stesso cupo e spettacolare. La meccanica di gioco era rivoluzionaria per l’epoca e resta tutt’oggi senza tempo. Mi piace soprattutto il mondo in cui il giocatore guida la luce con la spada durante l’esplorazione. Fantastico!” ha detto Connell per giustificare la sua scelta. Quindi ecco Nicolas Doucet, creative direction e producer del Japan Studio che ha puntato su un altro titolo evergreen, “Metal Gear Solid”. “Con questo gioco sembrava che il mondo del gaming avesse improvvisamente fatto un enorme passo avanti. A metà strada tra realismo e fantasia pura, è un gioco che mi ha coinvolto completamente con il suo mix di azione e furtività. L’azione di gioco era innovativa per l’epoca e mi piaceva il modo in cui questo titolo riusciva a sorprendere i gamer i tanti modi diversi. Inoltre, trasmetteva un messaggio ben più profondo di cui si è continuato a parlare per anni”, ha spiegato l’esperto.

God of War e il terrore di Resident Evil

Proseguendo con i pareri degli sviluppatori, Hermen Hulst, direttore dei Worldwide Studios di Sony Interactive Entertainment, ha puntato tutto su “God of War (2018)”. “Racconta una storia dalla trama perfettamente sviluppata, incredibilmente coinvolgente grazie ai movimenti di camera continui e incentrata sul rapporto di Kratos con il giovane figlio Atreus. Poiché quando il gioco è uscito mio figlio aveva 14 anni, ho sentito che questa storia mi apparteneva”, ha detto. Bryan Intihar poi, creative director di Insomniac Games, ha scelto “Metal Gear Solid 3: Snake Eater”, uscito nel 2004 per PS2. “Sono i personaggi fuori dal comune ad avermi sempre riportato a giocare questa serie leggendaria e Snake Eater è forse il capitolo con il cast migliore in assoluto. Dall’impavido Colonnello Volgin russo all’impudente Ocelot, le loro storie e motivazioni uniche sono paragonabili soltanto alle loro prestazioni indimenticabili. Eppure, ogni volta che ripenso a Snake Eater, il personaggio che non dimenticherò mai è The Boss”, ha spiegato. Infine il parere di Siobhan Reddy, studio director di Media Molecule, che ha votato per “Resident Evil 2”. “Nella vita vera, Resident Evil sarebbe veramente spaventoso. Nel videogioco, ci ha permesso di smettere di fantasticare: eravamo in quel mondo e l’unica cosa da fare era cercare di salvarlo. Mi piaceva la sensazione di essere in una specie di strano episodio di X-Files, me la cavavo bene a uccidere gli zombie ed ero brava a preparare pozioni”, ha raccontato.  

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