Fake news e disinformazione: Regno Unito e Canada convocano Zuckerberg

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Immagine di archivio (Getty Images)

In una lettera, i parlamentari dei due paesi invitano il fondatore di Facebook a partecipare a un comitato internazionale per spiegare la posizione dell'azienda rispetto ai recenti scandali

Alcuni politici di Regno Unito e Canada vorrebbero incontrare personalmente Mark Zuckerberg, per porre al fondatore di Facebook delle domande relative a un’indagine riferita all’impatto della disinformazione online sui processi democratici. In maniera più specifica, i quesiti dei comitati parlamentari dei due paesi riguarderebbero lo scandalo Cambridge Analytica e l’utilizzo improprio dei dati degli utenti. Si conferma quindi un periodo piuttosto delicato per Zuckerberg: recentemente, infatti, Facebook ha ricevuto una sanzione di 500.000 sterline proprio per la vendita dei dati personali alla società britannica; inoltre, alcuni fondi di investimento hanno chiesto al proprietario del social network di lasciare il ruolo da presidente.

Facebook, Zuckerberg convocato a Londra

Nel corso di quest’anno, il fondatore e amministratore di Facebook si era già presentato di fronte al Senato statunitense per essere ascoltato proprio relativamente alla vicenda Cambridge Analytica. Allo stesso tempo, tuttavia, Zuckerberg aveva rifiutato richieste di incontri da parte di Canada e Regno Unito. Da qui, l’invito delle due nazioni a partecipare a un “grande comitato internazionale sulla disinformazione e le fake news”, previsto per il 27 novembre a Londra. La convocazione è avvenuta tramite una lettera comune firmata da Damian Collins e Bob Zimmer, rispettivamente membri del parlamento britannico e canadese.

Le controversie di Facebook

Vista la grande rilevanza di Facebook a livello mondiale, i politici chiedono infatti che Zuckerberg presenzi per spiegare le politiche utilizzate dall’azienda in occasione di casi delicati, considerato il coinvolgimento della piattaforma negli ultimi anni in scandali elettorali e altri episodi controversi. “Comprendiamo come non le sia possibile presenziare di fronte a tutti i parlamenti - si legge nella nota - tuttavia gli utenti di altri paesi necessitano di una presa di responsabilità da parte dell’organizzazione”. A fine settembre, Facebook aveva subito un attacco hacker che aveva messo in pericolo la sicurezza dei dati di milioni di utenti. Secondo quanto riportato da The Independent, pochi giorni dopo le informazioni sarebbero state messe in vendita sul ‘dark web’.

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