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Mauricio Pochettino, chi è l'ex allenatore del Tottenham: dal sogno Champions all'esonero

Sport

Daniele Brunetti

L'argentino si è affermato in Premier League grazie a un gioco offensivo ed efficace. Dopo aver sfiorato la vittoria del massimo trofeo europeo per club, qualcosa si è però rotto tra  il tecnico e gli "Spurs", fino alla sua sostituzione con José Mourinho

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Se l’Ajax è stata probabilmente la più grande sorpresa dell'edizione 2018-2019 della Champions League, un posto di tutto rispetto tra gli outsider inattesi spetta anche al Tottenham di Mauricio Pochettino, che è giunto fino a una storica finale al Wanda Metropolitano di Madrid, persa contro il Liverpool. Così gli Spurs si sono giocati la loro prima finalissima nel massimo torneo europeo per club della loro storia e buona parte del merito non può che essere attribuito al 47enne allenatore argentino che si è confermato uno dei migliori tecnici in circolazione. Sembrava il preludio a una stagione 2019-2020 ancora più ricca di successi, e invece il rapporto tra Pochettino e il Tottenham si è interrotto con un esonero dopo un avvio di annata poco convincente.

La carriera in campo: lo Sceriffo di Murphy

Prima di sedersi in panchina Mauricio Pochettino è stato un calciatore di buon livello, tanto da collezionare 20 presenze e due gol con la nazionale Argentina tra 1999 e 2002. Ex difensore, dopo le giovanili in alcuni club di Murphy, sua città natale nella provincia di Santa Fe, esordisce a 16 anni nel Newell’s Old Boys nel 1988, dopo essere stato scoperto dall’osservatore Marcelo Bielsa, che qualche anno più tardi diventerà anche il suo allenatore proprio nei 'leprosos'. Negli anni in Argentina, durante i quali si merita il soprannome di "Sceriffo di Murphy" grazie al suo grande temperamento, costruisce una grande affinità con 'El Loco' Bielsa che ha definito un "secondo padre", oltre che un maestro. La sua esperienza in Sudamerica termina nel 1994, quando si trasferisce all’Espanyol. A Barcellona diventa un leader della squadra, così in poco tempo si guadagna i gradi di capitano. La fascia rimane sul suo braccio per 7 stagioni, durante le quali diventa il calciatore straniero con più presenze nella storia del club. La sua esperienza in Catalogna si interrompe nel 2001, quando si trasferisce in Francia, prima al Paris Saint Germain e poi al Bordeaux. Nel 2004, però, decide di ritornare all'Espanyol, dove nel 2006 mette fine alla sua carriera. Da calciatore ha vinto un campionato Apertura e uno Clausura in Argentina, due coppe di Spagna con la maglia dell’Espanyol e una Coppa Intertoto con quella del Paris Saint-Germain.

Le prime esperienze in panchina

Una volta smesso di giocare decide di sedersi in panchina, assecondando molti dei tecnici che ha avuto in carriera, che lo consideravano già un "allenatore in campo". Nel 2008 per ottenere il patentino decide di fare un'esperienza particolare: per qualche mese infatti svolge il tirocinio obbligatorio ricoprendo il ruolo di allenatore in seconda della squadra femminile dell’Espanyol. Una volta ricevuto l’attestato, passa alla prima squadra maschile, sempre come vice allenatore. Il suo momento arriva il 20 gennaio 2009, quando viene esonerato Mané e gli viene affidata la panchina. Pochettino, alla sua prima esperienza, prende l’Espanyol in una posizione particolarmente difficile: è terzultimo in classifica, a 5 punti dalla quota salvezza.

Il "miracolo" con l’Espanyol

L’Espanyol di Pochettino scende in campo con il 4-2-3-1 e riesce a conquistare ben 32 punti in 19 partite, terminando la stagione al decimo posto. L’impresa permette all'allenatore argentino di essere confermato e nelle successive tre stagioni riesce a dare forma alla sua idea di calcio. Sfiora più volte l’Europa League ma la storia con il club più importante della sua carriera termina nel novembre 2012 quando, in accordo con la società, rescinde il contratto.

L'arrivo in Premier League

Nel gennaio del 2013 comincia la sua esperienza in Premier League. La prima società a concedergli un’opportunità è il Southampton, che gli permette di compiere un’altra impresa. Subentrato in corsa anche in questa occasione riesce a raggiungere una salvezza tranquilla, anche grazie ad una serie di vittorie contro squadre molto più blasonate dei "Saints".

4-2-3-1, dominio del possesso palla e pressing alto

L’anno successivo sfiora la qualificazione in Europa, conquistando l’ottava posizione, il miglior piazzamento in Premier League del Southampton fino a quel momento. Pur rimanendo fedele al 4-2-3-1 iniziale, il suo calcio in Inghilterra si perfeziona. Nello scacchiere pensato da Pochettino la sua squadra deve ottenere il dominio costante del possesso palla attraverso il pressing alto, senza rinunciare però a continue verticalizzazioni.

La chiamata degli Spurs e la Champions sfiorata

Grazie ai buoni risultati ottenuti con il Southampton, nel maggio del 2014 viene chiamato sulla panchina del Tottenham, con il quale firma un quinquennale. Dopo un avvio deludente, con risultati altalenanti, riesce a trovare la giusta alchimia tattica e ha il grande merito di lanciare un giovanissimo Harry Kane. In questi cinque anni con gli Spurs ottiene il primo anno un quinto posto in campionato e la finale di League Cup; poi a seguire un terzo posto, un secondo dietro al Chelsea nel 2016-2017, di nuovo un terzo posto l’anno successivo, e un quarto posto nella stagione appena terminata. Un cammino indubbiamente positivo, impreziosito nell'annata 2018-2019 dalla grande cavalcata Champions del club londinese. Dopo un girone balbettante, superato soltanto all'ultima giornata a spese dell'Inter, il Tottenham era infatti riuscito a trovare la quadratura del cerchio mettendo in fila un successo dopo l’altro, nonostante le numerose assenze. Agli ottavi gli Spurs avevano superato il Borussia Dortmund, ai quarti i campioni d’Inghilterra del Manchester City, e in semifinale gli olandesi dell’Ajax dopo un'incredibile gara di ritorno vinta per 3-2. Fino all'atto conclusivo di Madrid, dove però l'undici di Pochettino si è dovuto arrendere per 2 a 0 al Liverpool.

L'esonero e l'arrivo di Mourinho

Nonostante il mancato trionfo, il cammino europeo del Tottenham aveva comunque lanciato Pochettino tra gli allenatori più affermati a livello mondiale. Una fama però non confermata dall'inizio della stagione 2019-2020 degli Spurs, più vicini al fondo che alla vetta della Premier League dopo 12 giornate. Così è arrivato l'esonero per il mister argentino, che ha segnato anche il ritorno in panchina e in Inghilterra di un altro fuoriclasse tra gli allenatori: José Mourinho.