
Mondiali 1982, da Zoff a Conti: cosa fanno oggi i giocatori dell'Italia campione del mondo
A quarant’anni dal trionfo Azzurro in Spagna molti protagonisti di quella fortunata spedizione sono rimasti nel calcio, nelle vesti di dirigenti, team manager o anche come opinionisti. C’è però anche chi ha lasciato il mondo del pallone e si è dedicato ad altre attività

Sono ormai passati quarant'anni dall'apoteosi azzurra: l'11 luglio 1982 l'Italia batté a Madrid la Germania Ovest e si laureò per la terza volta nella sua storia campione del Mondo. Ma oggi cosa fanno i 22 azzurri che l’allora ct Enzo Bearzot (qui in foto con il suo vice Cesare Maldini) selezionò per la spedizione spagnola?
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Capitano dell’Italia campione al Mundial era il leggendario portiere della Juventus, il quarantenne Dino Zoff. Dopo aver chiuso con il calcio giocato ha allenato Juventus, Lazio, Fiorentina e anche la Nazionale, conducendola al secondo posto agli Europei del 2000. Oggi Zoff si è ritirato dal mondo del pallone
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Il Mondiale 1982 fu la prima rassegna in azzurro per il giovanissimo difensore nerazzurro Giuseppe Bergomi, allora diciottenne e già nel giro della prima squadra dell’Inter da 3 anni. Dopo una lunghissima carriera che lo ha portato a disputare 4 edizioni dei mondiali, oggi Bergomi è uno dei volti più conosciuti di Sky Sport, dove svolge il ruolo di commentatore spesso insieme al telecronista Fabio Caressa
Mondiale '82, come un volo di andata e ritorno nella nostra memoria
Un pilastro della retroguardia azzurra era Antonio Cabrini, che all'epoca militava nella Juventus. È stato poi un allenatore giramondo, arrivato anche a guidare la nazionale di calcio della Siria. Oggi il "Bell’Antonio" è coordinatore FIGC della squadra delle Legends azzurre ed è mental coach presso alcune aziende, come ha raccontato in un’intervista al Corriere
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Altro giocatore su cui poggiava la difesa azzurra era Fulvio Collovati, che in quell’estate passò dal Milan all’Inter. Oggi Collovati è un apprezzato commentatore tv
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A lui Enzo Bearzot affidò un compito ingrato: marcare Zico e Maradona nelle due partite del secondo girone contro Brasile ed Argentina. Un compito che lo juventino Claudio Gentile, uno dei migliori terzini dell’epoca, eseguì alla perfezione. Dopo un ottimo trascorso come ct dell’Under 21 italiana oggi Gentile è opinionista sportivo
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Uno dei leader della spedizione azzurra era lo juventino Gaetano Scirea, professione libero, noto per la signorilità e la correttezza dentro e fuori dal campo. Si ritirò dal calcio giocato nel 1988 ed entrò nella Juventus come viceallenatore di Zoff, allora tecnico dei torinesi. Scirea è morto in un incidente d’auto a Babsk, in Polonia, il 3 settembre 1989, mentre tornava da una trasferta in cui era andato a visionare il Gornik Zabrze, avversario dei bianconeri in Coppa UEFA

A centrocampo spiccava la presenza di Giancarlo Antognoni, bandiera della Fiorentina, di cui ancora oggi detiene il record di presenze in serie A. Sia all’interno dei Viola che della Nazionale Antognoni ha ricoperto diversi ruoli dirigenziali, da ultimo quello di club manager dei gigliati, carica però lasciata nel luglio 2021 per contrasti con la nuova proprietà americana guidata da Rocco Commisso

Cambio spesso in uscita dalla panchina era Gianpiero Marini, mediano nerazzurro che sostituiva spesso un altro suo compagno dell’Inter, Gabriele Oriali. Dopo un’iniziale carriera di allenatore, che gli portò in dote una Coppa Uefa con il Biscione nel 1994, Marini oggi è diventato un broker finanziario, come ha raccontato in un’intervista al Corriere del 2021

È invece sempre rimasto nel mondo del calcio Gabriele, detto anche Lele, Oriali, mediano che ha legato il suo nome e quasi tutta la sua carriera calcistica all’Inter. Dopo il ritiro dal calcio giocato Oriali è diventato dirigente sportivo e team manager, un ruolo che ricopre ancora oggi nella Nazionale Italiana guidata dal ct Roberto Mancini

Il Mundial 1982 lo ricorderà molto bene anche lo juventino Marco Tardelli, il cui grido di esultanza dopo il gol nella finale contro la Germania Ovest è rimasto celebre. Dopo un’iniziale carriera di allenatore, oggi Tardelli è un’opinionista sportivo e commentatore RAI

Fu invece ridotto il contributo di Franco Causio alla causa azzurra di quel Mundial: l’allora centrocampista dell’Udinese giocò infatti soltanto due spezzoni di partite. Oggi il Barone, come veniva soprannominato allora, ha aperto una scuola calcio a Udine dal nome CF7 Academy, in collaborazione con la Juventus

Altro perno del centrocampo azzurro è stato Bruno Conti, bandiera della Roma che ha legato ai giallorossi capitolini l’intera sua carriera calcistica. Anche da dirigente però Conti non ne ha voluto sapere di lasciare il club della Capitale, per il quale ha ricoperto il ruolo di allenatore, responsabile dell’area tecnica della prima squadra e del settore giovanile e oggi responsabile delle squadre che vanno dall’Under-11 all’Under-16

Come Tardelli anche Alessandro Altobelli, allora attaccante dell’Inter, non può dimenticare la sera della finale contro la Germania Ovest: fu infatti lui il marcatore del terzo gol azzurro realizzato nei minuti finali del match. Opinionista sportivo per diverse reti televisive straniere, Altobelli è stato anche commentatore in studio per programmi sportivi Rai

Ruolo di primo piano nella spedizione azzurra lo ebbe l’attaccante della Fiorentina Francesco “Ciccio” Graziani, marcatore nel pareggio contro il Camerun nella prima fase, che fece tutto il campionato del mondo come esterno d’attacco al posto di Roberto Bettega, infortunatosi prima della partenza per la Spagna. Dopo diverse esperienze televisive, oggi è opinionista televisivo per Mediaset

Ovviamente resta indimenticabile “Pablito”, il vero eroe che ha trascinato l’Italia alla vittoria finale. Portano la firma di Paolo Rossi i 6 gol dell’Italia nelle tre partite conclusive del Mondiale: la tripletta contro il Brasile, la doppietta in semifinale contro la Polonia e il gol di apertura in finale contro la Germania. Per anni opinionista televisivo, l'ex attaccante della Juventus è morto il 9 dicembre 2020 per un tumore ai polmoni

Sette giocatori non hanno registrato alcuna presenza in azzurro nelle 7 partite del Mondiale spagnolo: sono il portiere nerazzurro Ivano Bordon e il fiorentino Giovanni Galli; il difensore milanista Franco Baresi e il viola Pietro Vierchowod, il centrocampista torinista Giuseppe Dossena e gli attaccanti Franco Selvaggi del Cagliari e Daniele Massaro della Fiorentina

A loro modo sono tutti rimasti nel calcio: c’è chi è diventato vicepresidente onorario del proprio club, come Franco Baresi; chi è rimasto come opinionista sportivo, come Giuseppe Dossena, e chi invece ha tentato avventure in politica, come Galli e come Massaro, che ha anche gareggiato come pilota di rally e ha ricoperto vari ruoli nell'organigramma societario del Milan